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Il lungo iter di approvazione per l'allargamento dell'impianto di Nardò di proprietà di Porsche Engineering, che impiega oltre 160 persone ed è un centro di riferimento internazionale per il test di sicurezza delle auto, viene stoppato dalla Regione Puglia. Il presidente Emiliano, dopo aver siglato l'accordo e averlo sostenuto, cede alle pressioni degli ambientalisti preoccupati per la necessità di spostare un bosco di circa 200 ettari.
Il programma prevedeva un investimento di 450 milioni di euro e la creazione di numerosi posti di lavoro e avrebbe avuto positive ricadute sull'indotto in una zona a tradizione agro-forestale da tempo in crisi. Secondo Emiliano, la sospensione dell'accordo (che fino a febbraio era considerato praticamente concluso) fa riferimento ad un parere della Commissione Europea che è in linea con il ministero italiano dell'Ambiente.
In una recente intervista alla trasmissione Report Emiliano si era detto sereno e tranquillo sull'iter del progetto perché "assistito da validi professionisti e l'accordo è vantaggioso per l'interesse pubblico". Ora questo parere, vagliato dalla Commissione Europea, è divenuto carta straccia e ha indotto il dietrofront, con grande costernazione anche dei comuni di Porto Cesareo e Nardò che avevano ottenuto grande consenso da un probabile incremento dei posti di lavoro sul territorio.
Gli sviluppi che il Centro Tecnico di Nardò (NTC) ha (o avrebbe avuto) in programma coinvolgono molti nuovi spazi di prova per adeguarsi alle tecnologie delle auto del futuro con particolare riguardo alla sicurezza e all'ambiente. Auto elettriche, auto connesse ed a guida autonoma sono i campi di interesse e prevede la modernizzazione delle infrastrutture esistenti e la costruzione di nuove infrastrutture, esclusivamente all'interno dei terreni attuali del NTC. Il miglioramento e la rinaturalizzazione delle aree naturali preesistenti di circa 600 ettari, così come i lavori di interesse pubblico, sono parte integrante del piano.