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Dopo due anni di assenza Pirelli si accinge a fare ritorno in Borsa. Il secondo debutto sui listini di Piazza Affari, l'unica piazza su cui il titolo verrà scambiato almeno in questa prima fase, è previsto per il 4 ottobre. Il ritiro dei titoli nel 2015, con l'OPA lanciata da ChemChina.
Alla fine dell'IPO, partita in queste ore, i cinesi di ChemChina passeranno nel capitale di Pirelli dal 65 al 45-49%, i russi di LTI dal 12,6 al 5-6%, mentre il consorzio Camfin composto da banche e imprenditori italiani, tra cui lo stesso Marco Tronchetti Provera, vedrà la propria partecipazione scendere dal 22,4% ad un 10-12%.
Sul mercato fino al 28 settembre 350 milioni di azioni Pirelli, pari al 35% del capitale, proposte ad un prezzo variabile tra 6,3-8,3 euro per azione. Una valorizzazione che per tutta l'azienda della Bicocca è compresa tra 7,3 ed 8,3 miliardi di euro. La nuova Pirelli offrirà il 90% delle sue azioni a investitori professionali e istituzionali, mentre ai piccoli risparmiatori è riservato il restante 10%, pari a circa 35 milioni di azioni.
Nel roadshow di presentazione dell'IPO, Pirelli nelle parole di Marco Tronchetti Provera è stata definita «un'azienda diversa, proiettata al futuro, focalizzata sul segmento dei pneumatici di alta gamma». Pirelli ha infatti scorporato il ramo industrial e punta decisamente sulla fascia di pneumatici “premium”.