Pininfarina-Mahindra: pronti a chiudere la trattativa

Pininfarina-Mahindra: pronti a chiudere la trattativa
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Pininfarina, storica e nota carrozzeria torinese, e Mahindra, colosso automobilistico indiano, sono pronti a chiudere un accordo per l'acquisizione del marchio italiano
9 settembre 2015

Siamo giunti, oramai, alle battute finali dell'accordo tra Mahindra e Pininfarina per la cessione dell'azienda torinese al colosso indiano di Mumbai. Martedì 8 settembre, il titolo del marchio piemontese è stato sospeso dalle quotazioni a Piazza Affari a seguito di una fiammata al rialzo, che ha portato le sue azioni ad un valore di 4.95 euro ciascuna, ovvero un +20.6%.

 

Legata da sempre ad alcuni dei modelli più iconici del mondo dell'automobile in Italia, tra cui l'Alfa Romeo Giulietta Spider, la Duetto, la Fiat 124 Spider e la Ferrari Testarossa, Pininfarina – attraverso un comunicato rilasciato dalla controllante Pincar – aveva già confermato in tempi non sospetti, ovvero lo scorso luglio, l'esistenza di una trattativa con Mahindra. «Il mondo cambia, si globalizza. Le aziende devono dare segnali di cambiamento» aveva commentato qualche mese fa Paolo Pininfarina, Presidente dell'azienda.

 

Per l'intesa, secondo i ben informati, sarebbe solamente questione di giorni, mentre nelle prossime ore dovrebbe aver luogo un incontro cruciale con le banche creditrici: sono ben tredici, infatti, gli istituti bancari con in mano il debito Pincar, dal 2008 ad oggi.

 

Da un massimo di dipendenti di 1.600 – negli anni '90 – ora Pininfarina ne conta appena 680, segno delle difficoltà nelle quali l'azienda piemontese versava da tempo. Al momento risultano attivi unicamente il centro stile di Cambiano e la galleria del vento di grugliasco.

 

Negli anni passati, anche Vincent Belloré, finmanziere francese, aveva puntato gli occhi su Pininfarina, ma l'affare non si era perfezionato. Ulteriori indiscrezioni hanno visto il marchio italiano accostarsi, dopo l'acquisizione di pirelli da parte di un'azienda cinese, ai paesi dell'estremo oriente, come Brillance e Anhui Jiangling, oltre all'austrocanadese Magna e Tata.

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