Pilota morto in pista, causa a Lamborghini

Pilota morto in pista, causa a Lamborghini
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I familiari di Andrea Mamé, pilota morto a 41 anni nel corso di una gara del Lamborghini Blancpain Super Trofeo, hanno intentato una causa civile contro la casa di Sant'Agata Bolognese
4 aprile 2017

Una causa civile intentata nei confronti di Lamborghini con richiesta di risarcimento milionaria e un esposto al procuratore federale di ACI Sport e all'Autorità garante della concorrenza e del mercato: sono queste le azioni della famiglia di Andrea Mamé, pilota milanese morto a 41 anni il 30 giugno del 2013 a seguito di un incidente avvenuto nel corso del primo giro di una gara del Lamborghini Blancpain Super Trofeo al Paul Ricard. 

Subito dopo il via della gara, la Gallardo LP di Mamé fu coinvolta in una carambola con altre auto e la vettura finì a muro. Mamé subì delle lesioni gravissime e morì poco dopo. Parallelamente alla causa civile, a Bologna è in corso un procedimento penale contro il direttore di gara della corsa in Francia.

Dal canto suo, Lamborghini, assistita dall'avvocato Gabriele Bordoni, ha più volte ribadito di non essere l'organizzatore della corsa. L'avv. Baroncini, legale del padre di Mamé, evidenzia come dal regolamento del trofeo monomarca si evinca che dal 2011, stagione inaugurale del Lamborghini Blancpain Super Trofeo, ad organizzare è sempre stata la casa di Sant'Agata Bolognese. 

L'avvocato Baroncini, inoltre, sottolinea come ogni concorrente del Lamborghini Blancpain Super Trofeo debba versare una quota di iscrizione di 35.000 euro, che si aggiungono al costo per l'acquisto della vettura, che si aggira intorno ai 230.000 euro. «Troppo comodo - scrive Baroncini - presentarsi come organizzatrice del 'Super Trofeo', attirando piloti e squadre che rendono all'anno 48 milioni di euro, e declinare ogni responsabilità quando, con una espressione un po' forte, 'ci scappa il morto'».

«Lamborghini - ribatte l'avvocato Bordoni - non ha alcuna veste, è solo il produttore delle auto che partecipano al monomarca e non entra minimamente in quella gara. Questo lo abbiamo provato documentalmente negli atti della causa civile e nel procedimento penale il giudice ci ha escluso dal ruolo di responsabile civile».

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