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Ogni volta che accade, subito il pensiero corre al Dieselgate, la “madre“ di tutti gli scandali recenti legati ai dati truccati sulle emissioni ed alle manovre escogitate dalle Case per aggirare i limiti più stringenti imposti da chi amministra.
Una sorta di gioco al nascondino, con le diverse agenzie incaricate della difesa ambientale impegnate a “stanare“ i furbetti dello scarico.
Una notizia al riguardo arriva ancora dagli USA, dove l’EPA (Environmental Protection Agency, Agenzia del governo federale incaricata della protezione della salute umana e dell’ambiente) ha avviato un’indagine che coinvolge almeno mezzo milioni di pick-up - il tipo di veicolo più apprezzato dall’utenza a stella a strisce - con alimentazione diesel, che spesso vengono dotati dai loro possessori (e quindi non dalle Case) del defeat device, dispositivo che migliora le prestazioni, ma nel contempo inibisce i sistemi di trattamento dei gas di scarico.
Un intervento post-vendita effettuato direttamente dagli utenti, che di fatto altera l’elettronica di gestione del motore, modificando sensibilmente anche le emissioni e causando quindi - secondo l’ipotesi dell’EPA - gravi danni all’ambiente.
Danni non certo di poco conto: se fosse vero quanto dichiarato da un responsabile dell’Agenzia, addirittura le conseguenze dirette sull’ecosistema potrebbero essere ben maggiori rispetto a quanto avvenuto con il Dieselgate.
Secondo i calcoli dell'EPA, che al momento ha limitato la ricerca ai pick-up di dimensioni più grandi, veicoli con massa comprese tra i 3.855 e i 6.350 kg come i Chevrolet Silverado, i Ram 2500 e la gamma Super Duty di Ford, le emissioni causate dalla manipolazione di mezzo milione di veicoli equivarrebbero a quelle di quasi dieci milioni di pick-up.
Le indagini dell'Epa hanno scoperto una trentina di aziende attive nella realizzazione di almeno cinquanta diversi modelli di defeat device, ed alcune sono già state multate: in Florida, per esempio, la Punch It Performance and Tuning di Deltona, in Florida, ha versato quasi un milione di dollari per archiviare le accuse.
Le modifiche produrrebbero un aumento di emissioni per circa 570.000 tonnellate di NO2 (diossido di azoto), valore superiore di dici volte rispetto a quella attribuita alle modifiche fatte da Volkswagen ai veicoli coinvolti nel Dieselgate negli USA, mentre per il particolato l'incremento dovuto alle manomissioni sarebbe di almeno 5.000 tonnellate, considerando solo il mezzo milione di mezzi preso in analisi.
E stiamo parlando solo dei modelli più grandi di pick-up, senza considerare quelli di taglia media che sono la maggioranza.