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Disruptive, dirompente. È questo il termine che accomuna la Peugeot 9X8, hypercar pensata per il WEC, e la nuova 408. Entrambe trovano nell’innovazione la ragione della propria esistenza, e in soluzioni di design all’avanguardia la propria essenza. La 408 non è una berlina, ma nemmeno un SUV. Aspira a dare vita a una nuova categoria a sé stante, che strizza l’occhio a una fastback. La 9X8, invece, rompe gli schemi delle macchine da corsa così come le concepiamo abitualmente, facendo a meno dell’ala posteriore. Adottato a Le Mans sin dalla fine degli anni Sessanta, questo componente è venuto meno grazie alla grande libertà di progettazione consentita dal nuovo regolamento del WEC, che stabilisce solo un coefficiente di deportanza, e non le modalità con cui è ottenuto.
“Siamo orgogliosi della nostra unicità - racconta Jean-Marc Finot, responsabile motorsport di Stellantis, a Monza, luogo scelto sia per il debutto della 9X8 in pista che per la première mondiale della 408, prima del via della 6 Ore del WEC di domenica - . Finché rispettiamo i termini di downforce siamo a posto. A livello computazionale la soluzione funzionava, e i riscontri sono arrivati anche in pista”. Luogo del cuore di Peugeot, marchio che vinse la prima gara della storia del motorsport. L’Endurance, in particolare, “è nel DNA di Peugeot”, come ricorda Finot, snocciolando le tre vittorie della casa del Leone nella classica del Circuit de la Sarthe, nel 1992, nel 1993 e nel 2006.
Per quella che Finot definisce una “sfida molto entusiasmante con grandi brand”, Peugeot ha scelto la classe delle Hypercar, per dare vita a un progetto che fosse immediatamente riconoscibile come una vettura della casa del Leone. “Avevamo in mente di disegnare una vettura iconica, una vera Peugeot”, racconta Matthias Hossann, numero uno del design della casa francese. E dalla sua matita è nata una macchina la cui componente estetica è al servizio dell’efficienza, con un’importante componente emotiva.
La leonessa 9X8 graffia con la firma a tre artigli, un motivo ripreso in ogni aspetto di Peugeot Sport, dalla vettura alle tute dei piloti. Un prototipo capace di sedurre al primo sguardo, come ambiscono a fare le vetture di produzione della casa del Leone, 408 compresa. “Il mondo è migliore con un pizzico di seduzione in più - osserva Thierry Lonziano, direttore brand di Peugeot Italia -. Il nostro è un brand innovativo, creativo. Tutto parte da un’idea audace, che poi viene resa funzionale. Nel caso della 9X8, nel segno della performance. Si tratta di oggetti di mobilità e di piacere, oltre all’eccellenza nell’affidabilità”.
Una seduzione che parte dallo sguardo, con firme luminose distintive, sia all’anteriore che al posteriore per la nuova nata 408. Un’auto che Peugeot definisce “non categorizzabile”, nonché un prodotto di respiro mondiale, visto che oltre a Mulhouse sarà prodotta anche in Asia. Così come la 9X8 spiazza per l’assenza dell’ala posteriore, la 408 attira l’attenzione con linee inaspettate, e cerchi dal design personale. Un’auto di rottura, come la 9X8 portata al debutto, tra gli altri, da Paul Di Resta e Mikkel Jensen.
Per lo scozzese, il debutto è fonte di “grande orgoglio. Si tratta di un progetto iniziato con le difficolta legate al Covid, ma siamo riusciti a centrare il nostro obiettivo con grandi sacrifici. Siamo pronti a correre, e scoprire pro e contro della nostra vettura”. Secondo Jensen, è prematuro azzardare paragoni con la concorrenza. “Dobbiamo raccogliere dati, è presto per dirlo. C’è tanto lavoro dietro, e c’è orgoglio per il progetto”. Solo il tempo ci dirà se il futuro alimentato dalla seduzione di Peugeot sarà di successo, nel WEC. Lo scopriremo a partire dalla gara di domenica, prima della quale la 408 farà il suo debutto ufficiale con una passerella in pista.