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L’andamento della produzione, dei consumi e del carico fiscale sui carburanti per autotrazione (benzina, diesel e GPL) rappresenta un importante strumento di valutazione relativo all’andamento non solo dei trasporti o dell’industria, ma più in generale di tutta l’economia del Paese.
Così, dopo aver riferito (vedi qui) il consuntivo di fine 2018 in occasione dell’assemblea annuale dell’UPI (Unione Petrolifera Italiana), dalla stessa Associazione arrivano ora le prime indicazioni sull’inizio dell’anno.
Stando ai dati (ancora provvisori, ma comunque verosimili), nel nostro Paese a gennaio 2019 i consumi petroliferi sono cresciuti del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2018, con positivo andamento soprattutto per quanto riguarda i prodotti per autotrazione e il carboturbo; in particolare modo, a gennaio 2019 sono cresciute del 3,5% le vendite di carburante rispetto a gennaio 2018.
Tutto questo, ricordiamo, a fronte di un calo di immatricolazioni di vetture nel primo bimestre 2019 del 5,4% rispetto allo stesso periodo 2018, con le vetture a gasolio superate da quelle a benzina, ora diventata la prima alimentazione.
In Italia, a marzo, il prezzo medio della benzina è di 1,535 €/litro, quello del gasolio di 1,480 e del GPL di 0,658 €/litro, a fronte di una quotazione media in Europa per benzina e diesel di 1,398, 1,339 €/litro.
Per un confronto con altri Paesi europei, l’Olanda svetta nella classifica dei prezzi alla pompa di benzina con un valore di 1,609 €/litro; il diesel più prezioso è quello venduto in Svezia (1,520 €/litro), mentre in Francia il pieno di GPL costa caro (0,845 €/litro).
Il paradiso degli automobilisti è in Bulgaria, dove tutto costa meno che altrove: la benzina, con 1,012 €/litro, è addirittura più conveniente del diesel (1,100 €/litro), mentre il GPL costa 0,479 €/litro.
Ancora a marzo 2019, nell’area Euro l’Italia si conferma al 1° posto per la tassazione più elevata sul gasolio (la fiscalità si ferma al 59,6% rispetto al 61,2% del Regno Unito, ma con aliquota IVA del 22% rispetto al 20% britannico) e al 3° posto sulla benzina (incidenza fiscale al 65,3% rispetto al 67,2% di Olanda ed al 65,5% della Grecia).