Petrolio dall’Iran: tensioni con USA alzano i prezzi

Petrolio dall’Iran: tensioni con USA alzano i prezzi
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Trump minaccia con nuovi dazi i paesi che importano petrolio iraniano. L’Italia ha già bloccato gli approvvigionamenti, ma dal 2 maggio potrebbero esserci ulteriori rialzi
23 aprile 2019

Le tensioni tra USA e Iran si ripercuotono sul prezzo alla pompa dei carburanti. Il greggio WTI e Brent è infatti ai massimi di sei mesi sulla scia della decisione dell'amministrazione di Donald Trump di bloccare l'import di petrolio iraniano. In Italia la delicata situazione internazionale si riflette sul prezzo al litro a cui aggiungono i consueti rialzi che si registrano in corrispondenza delle festività.

Ulteriori aumenti potrebbero però verificarsi nel giro di pochi giorni. Washington ha infatti annunciato di non rinnovare alla scadenza prevista per il 2 maggio, la deroga scattata in novembre alle sanzioni per l'import di petrolio iraniano su otto paesi, tra cui l’Italia insieme a Cina, India, Turchia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Grecia. Il nostro insieme agli altri sette è uno dei maggiori importatori di petrolio dall’Iran.

L’Iran esporta circa un milione di barili al giorno, contro i 2,7 milioni di un anno fa prima delle sanzioni americane. Ad oggi continuano a rifornirsi da Teheran Cina, India, Turchia, Giappone e Sud Corea, mentre l’Italia ha già bloccato le importazioni.

L’obiettivo di Trump è quello di piegare l’economia iraniana colpendo le esportazioni di petrolio iraniano: il Segretario di Stato americano Mike Pompeo nelle scorse ore ha avvertito che ogni nazione che continuerà a comprare il greggio iraniano si troverà a far fronte alle sanzioni americane. Lo scorso novembre la Casa Bianca aveva annunciato deroghe per otto nazioni, tra cui la nostra, scadute le quali sarebbero scattate le ritorsioni sotto forma di dazi doganali.

I rapporti tra Italia e USA sulla questione sembrano però essere buoni: ieri sera Trump ha twittato: «Ho parlato con il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte principalmente di immigrazione, tasse, commercio ed economia dei nostri Paesi. Ottima telefonata!», ha scritto il presidente americano.

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