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L’Ucraina è da tempo considerata una risorsa strategica per l’energia europea, grazie alle sue vaste riserve di gas naturale e alle infrastrutture di transito. Tuttavia, negli ultimi anni, è emersa una nuova ricchezza: il sottosuolo ucraino ospita ingenti quantità di litio, nichel, cobalto, manganese e titanio, elementi fondamentali per la transizione energetica e la produzione di batterie per veicoli elettrici.
Secondo Roman Opimakh, direttore del Servizio geologico ucraino, le riserve del Paese sarebbero sufficienti per produrre batterie con una capacità totale di 1.000 gigawattora (GWh), in grado di alimentare circa 20 milioni di auto elettriche. I principali giacimenti di litio si trovano a Polokhivske e Dobra, mentre quelli a Shevchenkivske e Kruta Balka sono attualmente sotto occupazione russa o vicino alla linea del fronte, bloccando ogni possibilità di sfruttamento.
La guerra ha infatti rallentato drasticamente l’industria mineraria ucraina. Anche se il governo di Kiev promuove progetti per attirare investimenti nel settore delle materie prime critiche, la mancanza di stabilità scoraggia i finanziatori. Nel frattempo, la domanda globale di litio continua a crescere, mentre la produzione è calata di circa 40% dal 2022.
L’importanza dell’Ucraina va oltre il semplice approvvigionamento di risorse. Il Paese, assieme a Scandinavia, Francia e Portogallo, ha un enorme potenziale per lo sviluppo di gigafactory per la produzione di batterie, riducendo la dipendenza europea dalla Cina. Tuttavia, il conflitto in corso rappresenta un freno agli investimenti e alla possibilità di sfruttare appieno questa ricchezza mineraria. Il futuro delle auto elettriche potrebbe passare proprio dall’Ucraina, ma prima sarà necessario risolvere il problema della stabilità geopolitica.
