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Peugeot, Ferrari, Toyota, Porsche, Cadillac: scorrendo l’entry list della classe Hypercar della 24 ore di Le Mans 2023, è impossibile non notare quanti costruttori abbiano deciso di competere nel mondiale Endurance. E nel 2024 il gruppo si arricchirà con l’arrivo di Lamborghini, BMW e Alpine, che ha presentato la sua LMDh proprio a margine del weekend di gara al Circuit de la Sarthe. Ma cosa spinge i costruttori auto a scegliere proprio il WEC? Per capirlo, ci siamo avvalsi di un aiuto d’eccezione: quello del CEO di Peugeot, Linda Jackson.
“Il WEC è un laboratorio per testare tecnologie – ha spiegato a Le Mans, in una roundtable nell’hospitality di Peugeot -. Non solo per le vetture ibride, ma anche le gomme, l’aerodinamica, le batterie, l’architettura per le elettriche. E alcune di queste tecnologie sono già arrivate sul prodotto di serie. ll secondo motivo per cui partecipiamo al WEC è attirare più clienti. Non immediatamente; non voglio lasciare intendere che il lunedì abbiamo improvvisamente un picco nelle vendite. Però aumenta la brand awareness di Peugeot nel mondo".
“Questo è importante, perché siamo un’azienda globale”. Così come lo è il calendario del mondiale Endurance, che nel 2024 vede alcune new entry, tra cui Imola – al posto di Monza – e San Paolo, in Brasile. “Il prossimo anno correremo anche in Sudamerica – sottolinea Jackson - e per noi è importante, visto che si tratta di un mercato cruciale”. Ma il WEC si allinea anche con i valori fulcro del brand Peugeot. ”Allure, per il design: guardate quanto è bella la 9X8. Excellence, che sottolinea il grande lavoro che Jean-Marc (Finot, il responsabile motorsport di Stellantis, ndr) sta facendo sull’Endurance in termini di affidabilità. Il terzo è Emotion, e crediamo che se si guida un’auto ibrida o un’auto elettrica il piacere di guida debba restare un elemento centrale”.
“A gennaio abbiamo presentato la concept Inception, che mostrava la direzione in cui ci vogliamo muovere. Basata sulla piattaforma STLA di Stellantis, mostra le tecnologie disponibili per Peugeot, a cominciare da quelle volte alla guida autonoma. Ma il fulcro della questione resta il piacere di guida. Volevamo che fosse immediatamente riconoscibile come una Peugeot, e le nuove vetture avranno un design ‘felino’. Quando hai una vettura che è 100% elettrica, c’è molto più spazio di manovra per la creatività dei progettisti. E si vedrà bene sulla nuova 3008, la prima auto basata sulla nuova piattaforma STLA”.
Tornando al motorsport, l’aspetto finanziario non viene mai perso di vista, a maggior ragione da una top manager come Jackson, con un’esperienza di lungo corso proprio in questo ambito. “Ogni cosa che facciamo, a prescindere dal tipo di impegno, deve avere un ritorno sull’investimento - spiega -. Jean-Marc è molto efficiente con le risorse che gli diamo, ma ogni evento deve pagare per sé stesso. Il motorsport ci deve dare quella brand awareness di cui parlavo prima. Non saremmo qui se non pensassimo che ne vale la pena”.
La 24 Ore di Le Mans, in particolare, rappresenta poi un’ottima occasione anche per il mercato francese. “Le Mans è un grande evento per noi per lavorare di concerto con la nostra rete di concessionari per vendere. Stabilire contatti, concludere vendite. È un modo per motivare i nostri concessionari francesi a vendere, grazie a delle attivazioni specifiche nel corso del weekend”. Ma in generale, il motorsport porta evidenti vantaggi in termini di esposizione del marchio. “Lo vediamo in quello che chiamiamo sales funnel, e ci mostra il numero di lead in arrivo. Ci sono dei picchi in corrispondenza delle gare”.
E nessuna corsa catalizza l’attenzione come la 24 Ore di Le Mans, che quest’anno ha fatto registrare numeri record di affluenza in circuito. “Se ci sono oltre 300.000 persone a Le Mans ed è tutto sold out, è un chiaro messaggio dell’interesse nei confronti dell’auto e del motorsport – osserva Jackson -. Credo che sia un ottimo segnale. E girando ci si rende conto di quante persone giovani ci siano. Molto spesso si sente dire che i giovani non vogliono guidare le auto, ma la loro presenza a Le Mans ci fa capire che non è vero. Le attivazioni sui social media stanno attraendo nuove generazioni di clienti, e stiamo avendo un ottimo ritorno. I nostri sei piloti sono dei grandi comunicatori, molto attivi su social media. E anche questo aiuta ad attrarre nuovi clienti giovani”.
I vantaggi della partecipazione al mondiale Endurance sono chiari. Ma sorge un’altra domanda. Perché puntare sul WEC e non sulla F1, come hanno fatto altri costruttori in ottica 2026, con l’arrivo di nuovi propulsori? “Penso che il costo di ingresso in F1, pur con il ritorno sull’investimento che avrebbe, non giustifichi una spesa del genere”. E l’importanza della storia di Peugeot nell’Endurance ha avuto un peso relativo nella scelta. “Non è una questione di DNA del brand – puntualizza Jackson - abbiamo affrontato la questione con una prospettiva logica, chiedendoci quali sono le discipline che hanno il miglior ritorno sull’investimento e di copertura, oltre che di collegamenti con le tecnologie che possiamo impiegare nel prodotto”.