Paura dei cinesi? Ebbene si, perché sono vendicativi...

Paura dei cinesi? Ebbene si, perché sono vendicativi...
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La paura dei cinesi è esagerata: così il CEO di BMW, che è contrario all'aumento dei dazi. Sarà perché un terzo delle auto dell'elica è venduto in Cina?
25 marzo 2024

Da vari mesi i principali boss a capo delle Case auto europee fanno dichiarazioni sul futuro dell'industria dell'auto nel Vecchio Continente, paventando l'arrivo dei carmaker cinesi a prezzi bassi e tecnologia pari o superiore. Si va dall'esplicita richiesta di sussidi economici interni o comunitari all'ammissione che "la lotta sarà durissima" alla domanda di meccanismi di protezione che alcuni Paesi (per esempio la Francia) stanno già mettendo in atto.

Un po' di preoccupazione c'è, inutile nasconderlo con un facile ottimismo, visto anche che il ritardo nei confronti della Cina per acquisizione e produzione di materie prime e batterie per le elettriche appare incolmabile e i ciechi diktat della Commissione europea hanno esacerbato il problema. Il re è nudo, insomma, e se vuole ritrovare la sua dignità di continente che ospita i marchi migliori del mondo (quelli che non sono ancora di proprietà cinese) è bene che si metta al passo per combattere la concorrenza.

Che però, a detta del CEO di BMW Oliver Zipse è largamente sovrastimata. Una voce che vuole essere rassicurante, che condanna l'ipotesi di dazi doganali aumentati (dall'attuale 10% si parla di un ulteriore 25%) perché la minaccia nei confronti dell'industria europea è esagerata e - se si parla di BMW (sono parole sue) - non si vede alcun pericolo. "Nessuno è in grado di impossessarsi di un mercato grande come l'Europa".

Le parole di Oliver Zipse contro le barriere e l'inasprimento dei dazi, che seguono altre dichiarazioni simili di Volkswagen e Mercedes (il capo Ola Kallenius ha detto addirittura che sulle elettriche cinesi bisognerebbe togliere del tutto i vincoli) hanno un sapore quasi provocatorio, tipo "si si, sbarcate pure in Europa che vi facciamo vedere noi..." e magari su certi segmenti di mercato e di prezzo hanno pure ragione, ma in più d'uno hanno sollevato un dubbio: non è che siccome Volkswagen, Mercedes e BMW vendono fortissime percentuali delle loro auto nel Paese del Dragone (BMW e Mercedes il 32%, Volkswagen addirittura il 37% secondo i dati di goodcarbadcar.net) c'è il timore di una vendetta da parte dei cinesi che potrebbero a loro volta boicottare le prestigiose auto tedesche, per altro già in declino in Cina?

Tra l'altro una ritorsione cinese nei confronti dell'Europa e degli USA è già in atto, in una forma apparentemente distante ma invero molto efficace: dallo scorso anno il Governo della Repubblica Popolare ha posto sotto controllo statale l'export di grafite pura al 99%, di germanio e di gallio, tutte materie prime indispensabili all'industria delle batterie e dei microchip senza le quali l'industria dell'auto è paralizzata. Considerando che la disponibilità di questi minerali in Cina è compresa fra il 60 e il 90% della produzione mondiale, non possiamo che essere (amaramente) d'accordo con Oliver Zipse: loro la chiamano geopolitica, ma la vendetta è dietro l'angolo.

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Oliver Zipse: contrario ai dazi per la Cina
Oliver Zipse: contrario ai dazi per la Cina

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