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Non è raro di questi tempi vedere le prime pagine dei giornali con titoli a caratteri cubitali, che annunciano vantaggi economici di varia natura per i cittadini.
Ormai siamo abituati a questo o a quell'esponente politico che annuncia, prima, un abbassamento della pressione fiscale, poi, vantaggi indefiniti per gli utenti, e infine sconti consistenti sui servizi. L’ultimo in ordine di tempo è quello del 20% sui pendolari delle autostrade.
Pochi si prendono la briga di andare a vedere cosa si nasconde dietro a quel titolo di giornale. E ancor meno cercano di capire come si articola quel nuovo provvedimento e se effettivamente avrà una ricaduta positiva per le tasche dei cittadini.
11 milioni di euro di risparmi e polizze meno care. Sarà proprio così?
L'ultimo annuncio in questa direzione è quello del Ministero delle Infrastrutture, per bocca del sottosegretario Erasmo DAngelis, che introducendo la nuova patente plastificata per tutti e l'inedito sistema di incrocio delle banche dati per scovare i “furbi” che circolano senza polizza RC Auto, promette cospicui vantaggi per le casse dello Stato e per gli Italiani.
In particolare la patente plastificata, che manda in pensione quel cimelio sgualcito che era diventata la vecchia licenza di stoffa appesantita da strati di marche da bollo, dovrebbe consentire alle finanze pubbliche, secondo l'esponente del governo, di risparmiare ben 11 milioni di euro grazie alla gestione informatizzata dei dati. L'incrocio della banche dati poi, dovrebbe mettere allo scoperto i 4 milioni di veicoli non assicurati, aprendo la strada quindi ad una significativa riduzione dei prezzi delle polizze da parte delle compagnie.
Per cercare di fare chiarezza sulla questione Enrico De Vita, editorialista di Automoto.it, si è confrontato su Rai 1, all'interno del programma “Uno Mattina”, proprio con il sottosegretario D'Angelis, portando alla luce più di una perplessità sui nuovi provvedimenti governativi.
Enrico De Vita si confronta su Rai 1con il Sottosegretario D'Angelis
Bene l'informatizzazione, ma costi di rinnovo ancora più elevati rispetto all'Europa
Dice De Vita: «Ogni anno vengono rinnovate quasi 5 milioni di patenti in Italia. Questo significa che fino ad oggi arrivavano alla Motorizzazione Civile circa 5 milioni di certificati forniti dai medici delle ASL, incaricati di controllare la vista e l'udito di chi si mette alla guida, ma anche altri 5 milioni di certificati che raccontavano la storia clinica di ciascuno, un'anamnesi che andava richiesta al proprio medico curante. In breve si producevano qualcosa come 10 milioni di certificati, che spesso si disperdevano, senza contare i ritardi che inevitabilmente arrecavano all'intero processo di rinnovo. Da oggi queste informazioni verranno trasmesse per via informatica, quindi finalmente non ci saranno più milioni di certificati che viaggiano per la Penisola con destinazione Roma».
«Al cittadino, il nuovo sistema di gestione informatizzata costerà poco di più rispetto al passato. Bisognerà mettere in conto soltanto i 6 euro che le Poste Italiane chiedono per inviare a casa la raccomandata con la nuova patente. Dal punto di vista dei costi generali però dobbiamo sottolineare che siamo i più cari D'Europa. Infatti, in altri Paesi, per esempio in Gran Bretagna, la patente è valida dai 18 ai 65 anni: viene richiesta la visita medica al momento del conseguimento, e poi a 65 anni. Durante questo intervallo i medici di famiglia sono tenuti a segnalare al DOT (dipartimento dei trasporti) l’insorgere di malattie nei loro pazienti che potrebbero comportare conseguenze per gli altri. Solo in tal caso scatta una visita suppletiva ad hoc. Noi invece siamo obbligati a controlli molto più frequenti e su tutti i patentati: uno ogni 10 anni fino al cinquantesimo anno di età, poi uno ogni 5 anni fino ai sessant'anni e così via. Con la conseguenza che le malattie contratte durante la validità della patente rimangono in incognito. E mettono a repentaglio la sicurezza di tutti. Aggiungiamo che queste visite (ripetute e frettolose) pesano sulle tasche degli Italiani in maniera non indifferente, dal momento che ogni volta bisogna sborsare mediamente 140-150, fra certificati medici e bolli».
“Il nuovo sistema che incrocia le diverse banche dati potrebbe ridurre il costi delle polizze, ma solo sulla carta. In realtà non riuscirà a contenere i prezzi delle assicurazioni nemmeno di un euro”
D'Angelis: «Si ripasmieranno 11 milioni.» De Vita: «Non è proprio così»
Secondo il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, intervenuto in trasmissione, grazie alle nuove patenti lo Stato potrà risparmiare circa 11 milioni di euro l'anno, grazie alla gestione più snella della burocrazia. Dai 15 milioni di euro che il Paese spendeva in passato, D'ora in poi la gestione delle patenti non richiederà più di 3 milioni. E afferma che la nuova patente non è falsificabile, perché la foto è riprodotta in forma digitale e che quindi avremo maggior sicurezza nei controlli.
Per De Vita però la faccenda è più complessa. Non è stata infatti semplificata la burocrazia che ruota attorno alle patenti, ma semplicemente informatizzata la fase di trasmissione dei documenti. Le complicazioni, i costi per il cittadino, la perdita di tempo sono rimasti invariati. E soprattutto è rimasta invariata la frequenza periodica di tali adempimenti. Ricordiamo che quando ai medici di famiglia venne proposto il sistema inglese obiettarono “noi non facciamo la spia ai nostri pazienti”. Poi quando venne richiesto loro – un paio d’anni fa – di rilasciare il certificato anamnestico con la storia clinica di ciascuno, accettarono. A pagamento.
Quanto alla patente non falsificabile, osserviamo che il problema non consiste nel fatto che alcuni guidano con documenti contraffatti. Molto più semplicemente la patente è vera, ma comperata. Ovviamente, senza aver sostenuto esami e perfino senza conoscere la lingua italiana. Per non parlare di quelli che – grazie alla mancanza di controlli – guidano senza patente o con patente revocata. Recenti tragici avvenimenti lo confermano.
“Non si è ancora capito come si farà in pratica a controllare (tutti o solo alcuni?) e soprattutto chi e come si prenderà cura di inviare le comunicazioni a coloro che risulteranno irregolari. Bisognerà inviare 4 milioni di lettere?”
D'Angelis: «Caleranno i prezzi delle polizze.» De Vita: «Ancora tutto da capire»
D'Angelis passa poi a parlare del nuovo sistema messo in atto dal governo, che dovrebbe permettere, grazie all'incrocio dei dati provenienti dalle compagnie assicurative e dalle telecamere poste sulle strade, di arginare il fenomeno dei veicoli privi di copertura assicurative, che in Italia sfiora – secondo l’Aci - la spaventosa quota di 4 milioni di veicoli. Secondo il sottosegretario, andando a scovare i "furbi" si potranno ridurre i costi delle polizze RC Auto.
Ma anche in questo caso De Vita rimane molto cauto: «Il nuovo sistema che incrocia le diverse banche dati potrebbe ridurre il costi delle polizze, ma solo sulla carta. In realtà non riuscirà a contenere i prezzi delle assicurazioni nemmeno di un euro. Già oggi paghiamo – attraverso il fondo di solidarietà – i danni provocati da coloro che non sono assicurati; in futuro saranno le assicurazioni a risarcire tali sinistri e in pratica, per tutti noi, cambierà ben poco. A meno che non si riesca di colpo a far pagare tutte le polizze inevase, ma credo che questo sistema abbia bisogno di diversi mesi per andare a regime. Non si è ancora capito come si farà in pratica a controllare (tutti o solo alcuni?) e soprattutto chi e come si prenderà cura di inviare le comunicazioni a coloro che risulteranno irregolari. Bisognerà inviare 4 milioni di lettere?»
“Non è ancora chiaro se è già stato compilato l’elenco dei non assicurati o se ogni volta che un veicolo passa sotto il lettore ottico delle targhe partirà l’interrogazione al cervellone del Ced (Motorizzazione) per chiedere se è coperto o meno da assicurazione”
De Vita, che non ha avuto modo di completare la sua replica in diretta, considerati i ristretti tempi televisivi, precisa su Automoto.it che non è ancora chiaro se è già stato compilato l’elenco dei non assicurati (e in questo caso conterrà milioni di targhe di veicoli che non circolano più da anni) o se ogni volta che un veicolo passa sotto il lettore ottico delle targhe (ZTL, Tutor, caselli autostradali) partirà l’interrogazione al cervellone del Ced (Motorizzazione) per chiedere se è coperto o meno da assicurazione. Il che presuppone che vengano sottoposti a domanda tutte le vetture costantemente in circolazione. Ovvero 5-7 milioni, con relativo intasamento informatico. Mistero che scopriremo fra qualche mese.
D'Angelis dichiara che il Ministero è già in grado oggi di individuare tutti coloro che non hanno una regolare assicurazione, ma le forti perplessità rimangono perché, come spiega De Vita «Tutto il sistema si basa sul fatto che bisogna fidarsi ciecamente delle banche dati fornite dalle assicurazioni, aziende che hanno impiegato 30 anni per comunicare l'elenco dei non assicurati. E soprattutto del loro costante aggiornamento».
D’Aneglis: «Forti sconti con la scatola nera.» De Vita: «Per ora prezzi invariati.»
D'Angelis sembra anche dimenticare che in Italia abbiamo le assicurazioni più care d'Europa, quando afferma che il mercato assicurativo nel nostro Paese "vive in uno stato di libera concorrenza e quindi ognuno può scegliere l'offerta più vantaggiosa, facendo i preventivi tra le diverse compagnie e scegliendo liberamente di installare la cosiddetta scatola nera a bordo del veicolo", un dispositivo che, a suo parere, permette di ricevere "forti sconti".
“La scatola nera, così come le altre misure che avrebbero dovuto portare a forti sconti sono state stralciate dal decreto “Destinazione Italia” e rimandate”
Anche in questo caso la precisazione di De Vita ci disegna un quadro più completo della situazione. Secondo De Vita infatti la scatola nera, così come le altre misure che avrebbero dovuto portare a forti sconti (riparazioni presso carrozzerie autorizzate, ispezione preventiva dello stato di carrozzeria, tariffe uguali in tutta Italia e non più differenziate per area geografica) sono state stralciate dal decreto “Destinazione Italia” e rimandate a un nuovo testo dedicato solo al tema della RCauto, e che verrà sottoposto al Parlamento entro marzo.
Come abbiamo già scritto su Automoto.it e su Moto.it tutti gli attori della faccenda hanno colpe, a partire dal cittadino che considera una fortuna essere stato tamponato, agli studi legali che considerano la RC Auto una sorta di ammortizzatore sociale che porta beneficio a chi ha poco lavoro, allo stuolo di periti,avvocati, medici, liquidatori che lucrano su ogni passaggio del risarcimento, per finire alle compagnie di assicurazione che invocano le truffe come giustificazione efficace per gli aumenti. E si augurano non abbiano mai a mancare.