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Maria Rita Ciceri, direttrice dell'Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico, pone una grande problematica:
«In Italia non esiste un sistema per continuare a lavorare sulla sicurezza dei neo-patentati»
Un tema fondamentale per migliorare la sicurezza sulle strade di tutti i giorni.
Nei 28 Paesi dell'Unione europea, la principale causa di morte tra i 15 ed i 25 anni sono gli incidenti stradali. Nel 2016, nella fascia 15-24 anni, ci sono stati ben 45.924 feriti e 418 morti sulle strade.
La fascia più a rischio risulta però tra i 20 e i 24 anni, quasi sicuramente dovuta alla poca esperienza e ad una falsa sicurezza dettata dal biennio da neopatentati.
La distrazione e l'utilizzo dello smartphone rimangono sempre in vetta per quanto riguarda le cause di sinistri non gravi ma anche mortali.
La proposta di una patente progressiva arriva da Manuel Picardi, vicepresidente dell'associazione europea tra le scuole guida (Efa),
In Italia esiste già la guida accompagnata a 17 anni grazie ad un decreto in vigore dal 2011 (qui potete trovare tutte le informazioni).
Dopo il conseguimento dell'abilitazione ufficiale potrebbe essere utile effettuare dei richiami di teoria e pratica per valutare l'effettiva idoneità dei guidatori, sempre analizzando l'aspetto psicologico (denominata patente di secondo livello).
Altrimenti, seguendo un altro diffuso modello europeo, lezioni di guida già a 16-17 anni con guida accompagnata e abilitazione a percorrere un determinato numero di chilometri.
Dopo aver conseguito la patente (a 18 anni) e, dopo un determinato lasso di tempo, un richiamo per la verifica delle capacità acquisite anche dal punto di vista psicologico.
Quest'ultima soluzione prende il nome di patente graduale.
Vedremo come le istituzioni affronteranno la questione: di certo il tasso di feriti e morti tra i 15 e i 25 anni richiede un intervento deciso e ben strutturato.