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Tutto il mondo è paese e se c'è da fare cassa, si ricorre al più sicuro dei sistemi, quello di multare l'eccesso di velocità sulle strade.
Ma quando si scopre che la maggioranza dei multati non sono emuli di Verstappen o Leclerc, quanto piuttosto normali utenti che magari per banale distrazione hanno sforato di meno di 5 km/h il limite, diventa lecito il sospetto che, appunto, sia un sistema per drenare soldi dal portafogli degli utenti alle casse pubbliche.
Così ha avuto vasta eco in Francia la scoperta che su un totale di 12.541.256 violazioni di velocità sanzionate nel 2020, ben il 94,8% abbia riguardato sforamenti inferiori ai 20 km/h, e che il 58% fosse compreso nella forbice più piccola, quella da 1 a 5 km/h.
Insomma, quella in cui si incorre per piccoli momenti di fatale disattenzione, cui però corrisponde sul suolo francese una sanzione di 68 euro e la privazione di un punto dalla patente.
Una punizione ritenuta troppo severa, visto che appunto è spesso dovuta non ad un atteggiamento fraudolento, quanto piuttosto a distrazione.
Da queste premesse nasce per la richiesta ufficiale, inviata al presidente Macron appena rieletto, di rivedere il meccanismo sanzionatorio, eliminando la perdita di punteggio e magari prevedendo sanzioni pecuniarie più alte solo per chi va davvero molto più forte dei limiti previsti.