Parabrezza danneggiati in aumento. Quali fattori determinano questo fenomeno?

Parabrezza danneggiati in aumento. Quali fattori determinano questo fenomeno?
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Sono in aumento i casi di danneggiamento dei parabrezza, ma come mai questo dato risulta essere in aumento? Come influiscono gomme invernali e manto stradale in tutto ciò?
10 aprile 2013

Sono in aumento, come ricordato questa mattina in diretta su Isoradio dal nostro editorialista Enrico De Vita, i casi di danneggiamento dei parabrezza, ma come mai questo dato risulta essere in aumento? Cosa è cambiato sui parabrezza delle nostre vetture al punto da renderli più fragili rispetto in passato? Ed è solo dovuto alla qualità delle superfici trasparenti questo dato o è legato anche a dei fattori esterni?

Bisogna considerare intanto il fatto che il manto stradale risulta molto spesso essere sempre più dissestato rispetto in passato anche per via delle perturbazioni meteorologiche invernali, un fattore questo che va ad aggiungere sempre più imperfezioni e buche ai tratti stradali asfaltati rendendo queste dei veri e propri covi per sassolini che aspettano solo di essere sollevati dal passaggio delle ruote di automobili e motociclette.

Le recenti normative hanno inoltre incrementato il numero di pneumatici invernali circolanti su strada, che per via delle loro intrinseche caratteristiche sono maggiormente propensi a sollevare un maggior numero di detriti e sedimenti dal fondo stradale rispetto alle gomme estive che in passato - quando il ricambio con coperture inverali non veniva imposto dalle norme del codice della strada - rendendoli quindi pronti a decollare verso i nostri inermi parabrezza che attendono a questo punto solo di essere colpiti.

Ed i mezzi pesanti, anch’essi forti di un parco circolante maggiore rispetto che in passato, non facilitano di certo questa situazione, anzi, concorrono abbondantemente nel sollevare la sedimentazione stradale nascosta nelle imperfezioni del manto stesso.

Le mutate caratteristiche dei parabrezza, che nei più recenti modelli sono divenuti sia più ampi, anche per potersi raccordare con i sempre più in voga tetti panoramici, che più sottili, hanno reso gli stessi maggiormente assoggettabili a danneggiamenti  e rotture


A ciò si devono inoltre aggiungere le mutate caratteristiche dei parabrezza, che nei più recenti modelli sono divenuti sia più ampi, anche per potersi raccordare con i sempre più in voga tetti panoramici, che più sottili, divenendo quindi maggiormente assoggettabili a danneggiamenti  e rotture in conseguenza dell’impatto con un corpo estraneo.

Questi fattori, sommati tra loro, hanno ovviamente portato ad un incremento della casistica dei parabrezza danneggiati, che sono costretti a venire a contatto con corpi esterni per lo più provenienti da buche e riparazioni delle stesse spesso non eseguiti a regola d’arte ora più che in passato, costringendoci sempre di più a metter mano al portafogli (o ad attingere più spesso alla polizza cristalli) per ovviare ai danni inflitti alla nostra vettura dal fondo stradale.

Questo dato è sottolineato da un bilancio annuale stilato da Carglass, azienda specializzata nella riparazione e nella sostituzione dei vetri per auto che traccia la mappa 'geografica' della salute del parabrezza, che ha evidenziato come nel periodo invernale, soprattuto nel Nord Italia, siano incrementati i casi di riparazioni dei parabrezza. La Lombardia detiene diversi primati sulle altre Regioni d'Italia: risulta infatti essere non solo la Regione in cui sono state effettuate piu' riparazioni (39%), ma anche piu' sostituzioni (39%) di vetri e di finestrini. Seguono il Piemonte (riparazioni: 16% - sostituzioni: 18%), il Veneto (riparazioni: 13% - sostituzioni: 10%) e l'Emilia Romagna (riparazioni: 9% - sostituzioni: 8%).

Il Friuli e' invece la Regione in cui il peso della riparazione e' maggiore (pari al 44%) se paragonato al peso percentuale delle riparazioni in tutte le altre Regioni, mentre se si osservano le città la distribuzione risulta piu' sparsa: Pisa, Venezia, Biella, Trieste, Pordenone, Perugia, Firenze e Ravenna registrano dati molto simili.
 

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