Paolo Andreucci e Anna Andreussi: uniti nella vita e nei rally

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Paolo Andreucci e Anna Andreussi, vincitori per quattro anni consecutivi del Campionato Italiano Rally con la Peugeot e compagni anche nella vita privata, si raccontano in una doppia intervista, spiegandoci il segreto della loro forza in gara
26 febbraio 2013

Paolo Andreucci e Anna Andreussi non sono una coppia come tutte le altre. O perlomeno hanno qualcosa di molto particolare. Paolo e Anna infatti oltre ad essere compagni di squadra nel Campionato Italiano Rally, che hanno vinto per ben quattro anni di fila a bordo della Peugeot 207 S2000, sono anche compagni nella vita privata. 

 

Entrambi condividono da sempre la passione per il rally ed è stato proprio il mondo delle competizioni a farli conoscere. Dal 2001 sono diventati compagni di squadra e insieme hanno ottenuto moltissimi successi, prima a bordo della Ford Focus WRC, poi delle Fiat Punto S1600 ed S2000 e della Mitsubishi Lancer Evo IX, per finire con la Peugeot 207 S2000, la vettura che gli ha regalato i risultati più grandi.

 

In occasione della presentazione della stagione Motorsport 2013 di Peugeot abbiamo avuto modo di conoscerli per capire quali sono gli obiettivi per il nuovo anno a bordo della nuova 208 R2 e quali sono invece i progetti più a lungo termine.

 

Nell’intervista Paolo e Anna raccontano anche che cosa significa per loro condividere vita professionale e vita privata e abbiamo scoperto che la loro forza in gara deriva proprio dal particolare feeling che hanno saputo creare tra di loro, anche a livello emotivo.

L'intervista a Paolo Andreucci

Il rapporto con Peugeot dura ormai da diversi anni. Quanto è importante avere un rapporto così duratura con un costruttore?

«Instaurare un rapporto consolidato con un marchio è molto importante e utile, soprattutto per le prime gare della stagione. Trovare il solito ambiente, famigliare, facilita molto. Per quattro abbiamo corso la 207 S2000 e questo ti permette di conoscere già tutto quello di cui hai bisogno già alla prima gara della stagione successiva. Quando invece ci si ritrova a bordo di una nuova vettura con una nuova squadra ti ritrovi con qualche problema in più».

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Paolo Andreucci ha conquistato per sette volte il titolo di Campione Italiano Rally. In quattro occasioni era a bordo della Peugeot 207 S2000

 

Quali sono gli obiettivi per la stagione 2013, che affronterete a bordo della nuova 208 R2? E per il 2014 invece, quando arriverà la nuova 208 T16, a che cosa puntate?

«Quest’anno vogliamo sviluppare al massimo livello la 208 R2. Vogliamo regolare bene l’assetto della vettura per il Campionato Italiano, in modo che sia efficace sia su asfalto che su terra. Cercheremo di mettere a punto la vettura al massimo per i trofeisti e i piloti provati che desiderano acquistare la 208 R2. A fine anno invece iniziamo già a lavorare sulla 208 T16 per poi puntare a vincere il Campionato Italiano Rally nel 2014. Quest’anno quindi ci dedichiamo principalmente ad un lavoro di sviluppo della vettura, mentre poi dall’anno prossimo torneremo a concentrarci sugli obiettivi di Campionato».

 

Da alcuni anni siete i dominatori del Campionato Italiano Rally. A volte vorreste un maggior livello di competitività in gara da parte dei vostri avversari?

«Al di là forse della stagione 2011, c’è sempre stata lotta e grande competizione nel Campionato Italiano Rally. Abbiamo vinto certi Campionati all’ultima gara, altri alla penultima ma sempre al limite. Abbiamo sempre affrontato gare molto combattute».

Quest’anno quindi ci dedichiamo principalmente ad un lavoro di sviluppo della vettura, mentre poi dall’anno prossimo, nel 2014, torneremo a concentrarci sugli obiettivi di Campionato

 

Che idea ti sei fatto della nuova Peugeot 208 R2? 

«Ho visto la nuova 208 R2 e devo dire che è una vettura fatta molto bene. Per essere una vettura appartenente alla categoria R2 ha dei dettagli e dei particolari veramente all’avanguardia. È una vettura che trovo molto interessante soprattutto per i giovani. Peugeot da sempre organizza trofei per i giovani e ha maturato un know how nella preparazione delle vetture di piccole dimensioni perfetto per i piloti meno esperti che devono iniziare a fare pratica».

 

Quanto può essere gratificante sviluppare una vettura da zero e portarla gradualmente ad ottenere dei risultati in gara? Ti appassiona l'idea di essere un elemento chiave nello sviluppo della nuova R2?

«Mi appassiona molto sviluppare una macchina da competizione e non è la prima volta che mi succede. È fantastico perché capire in ogni circostanza quale ammortizzatore montare o quale barra occorre in una determinata circostanza ti permette di crescere insieme alla macchina. Le vittorie ottenute in questo sono molto importanti e le abbiamo conquistate in un ambiente famigliare».

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La nuova Peugeot 208 R2 prenderà parte al Campionato Italiano Rally con Paolo Andreucci e Anna Andreussi

 

«Tra Peugeot, Racing Lions e Pirelli si è sviluppato veramente un bel clima, fatto di assoluta voglia di vincere. C’è un dato che più di tutti fa capire il livello di professionalità assoluta che abbiamo raggiunto all’interno del team. Negli ultimi quattro anni infatti non abbiamo fatto neanche un ritiro. E nel rally fare 45 arrivi di seguito in posizioni di vertice, portando a casa grandi risultati, significa veramente che tutto funziona alla perfezione».

 

Anna, la tua navigatrice, è anche la tua compagna nella vita. Questo particolare rapporto ti ha aiutato nelle competizioni?

«Corro al fianco di Anna dal 2001 e i risultati sono stati molto soddisfacenti. Anna ha un carattere molto tranquillo ma soprattutto è molto brava come navigatrice. I nostri caratteri si amalgamano benissimo quindi viviamo bene sia nella vita che in macchina e questo ci premia dal punto di vista dei risultati».

 

«Sono nel mondo delle competizioni ormai da diversi anni, ma i risultati che ho ottenuto con Anna sono stati veramente ottimi. Di navigatori bravi ce ne sono tanti. Con Anna però mi sono trovato bene fin da subito. Al di là del suo lavoro, che comprende fare le note e organizzare le ricognizioni, Anna riesce a darmi quel qualcosa in più, quel feeling particolare, che in certe situazioni è in grado di darmi una tale fiducia che riesco ad andare sempre meglio e sempre più forte».

Di navigatori bravi ce ne sono tanti. Con Anna però mi sono trovato bene fin da subito. Riesce a darmi quel qualcosa in più, quel feeling particolare, che in certe situazioni è in grado di darmi una tale fiducia che riesco ad andare sempre meglio e sempre più forte

 

«Questo feeling è quello che fa la differenza, è un surplus che consente di limare quel decimo di secondo ad ogni chilometro che dopo dieci chilometri si trasforma in un secondo. E allora quando vinci una gara con pochissimo vantaggio questo feeling fa veramente la differenza. Se siamo riusciti a raggiungere questo feeling tra di noi è perché Anna è cresciuta anno dopo anno sempre di più».

L'intervista ad Anna Andreussi

A che cosa puntate nella stagione 2013 con la nuova 208 R2? E quali sono invece gli obiettivi per il 2014 quando arriverà la 208 T16?

«Quest’anno cambiano tante cose. Cambia la macchia (arriva la 208 R2, ndr) e cambia il target per cui sicuramente ci aspetta una stagione che può riservare tante sorprese e darci comunque tante soddisfazioni, anche se magari non faremo podi e non otterremo un altro titolo di Campionato. Però mi piace pensare che saremo parte del lancio di una vettura come la 208 R2 che sicuramente ha tutte le carte in regola per essere vittoriosa».

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Anna Andreussi è la navigatrice di Paolo Andreucci dal 2001

 

«La 208 infatti oltre ad essere un’auto all’avanguardia credo che possa essere la soluzione che si aspettava da tempo nei rally, ovvero una macchina che ha ottime prestazioni a costi ridotti. Quest’anno quindi, in gara con la R2, sarà un anno di passaggio, mentre il destino del prossimo è ancora più segnato. Nel 2014 infatti quando arriverà la nuova 208 T16, bisognerà dimostrare fin da subito di essere ai vertici e che sia noi che Peugeot siamo tornati».

 

Quest’anno quindi non puntate alla vittoria con la R2?

«Se vado negli annali a cercare una vettura R2 che è riuscita a salire sul podio in una gara di Campionato Italiano non credo di riuscire a trovarla. Sarebbe quindi un azzardo pensare che l’obiettivo di quest’anno sia quello di puntare ad un podio. È comunque un periodo dove ci sono pochi iscritti e dove la crisi sta facendo scendere il livello delle auto che partecipano alle gare però il nostro obiettivo non è vincere con la R2. Sarebbe certamente un bel sogno salire su un podio nel 2013, ma ci vorrebbe davvero tanta, tanta fortuna».

Paolo ormai è diventato un esempio di costanza e di uomo vero che si rimette sempre in gioco. Per questo è diventato l’immagine di Peugeot

 

E quali sono invece le prospettive a lungo termine? State già cercando un giovane pilota a cui passare il testimone?

«Paolo ha 47 anni e aver firmato un contratto biennale con Peugeot è stata intanto una conferma. In questo modo infatti Peugeot ha dimostrato di aver capito fino in fondo lo spirito con cui corre Paolo. Sicuramente i giovani hanno bisogno di spazio e di poter crescere, però Paolo ormai è diventato un esempio di costanza e di uomo vero che si rimette sempre in gioco. Per questo è diventato l’immagine di Peugeot».

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Paolo e Anna trovano la loro forza in gara anche dal particolare feeling che sono riusciti a creare tra di loro

 

«La Casa del Leone sta già cercando un giovane perché Paolo non è un highlander ma anche noi stiamo cercando un giovane pilota che magari possa essere anche più fortunato di Paolo in modo da poter sfruttare i Campionati Italiani con Peugeot per arrivare poi ai Campionati del Mondo. Abbiamo bisogno infatti di un pilota italiano che faccia paura nel Campionato del mondo e non solo che vi partecipi. Questo diventa quindi un obiettivo comune a noi e a Peugeot».

 

Che cosa significa condividere vita privata e vita lavorativa?

«Naturalmente ci sono pro e contro. Prima di tutto mi ritengo fortunatissima perché faccio per lavoro quello che comunque farei per passione il sabato e la domenica e nei ritagli di tempo. Lavorare insieme in ogni caso ci ha aiutato moltissimo soprattutto nei momenti di massima criticità».

 

«Ormai conosco così bene Paolo che a volte riesco anche ad anticipare le sue reazioni. Lavorare insieme a volte però può essere un boomerang perché nei momenti dove cala la tensione subentrano dei meccanismi e degli atteggiamenti più familiari e quindi meno professionali. Per questo bisogna stare molto attenti a tenere sempre ben separata la vita privata da quella professionale».

 

Paolo ed Anna si sfidano sulle piste da sci

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