Pandemia e restrizione su ogni tipo di mobilità non fermano il cambiamento climatico: CO2 a livelli record negli osservatori ufficiali e trend in accelerazione

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Anche a motori spenti il trend di cambiamento climatico prosegue come prima, anzi, alcune centrali di analisi ambientale mostrano crescita di temperature e CO2 (418 ppm) ancor più accelerate. Servono chiarimenti e metodi approfonditi, per decidere il da farsi nella filiera dell'auto
3 maggio 2020

Il dibattito è sempre stato molto acceso negli ultimi anni, ma con i mesi di fermo circolazione o quasi, per mezzo mondo, il dibattito ha nuove evidenze. Parliamo di ambiente, di CO2 e loro relazione con le attività umane. Soprattutto il secondo, un climalterante noto a tutti per essere considerato quel male da abbattere drasticamente, fino allo 0, sulle emissioni degli autoveicoli.

Una lotta che stava stravolgendo il settore a livello globale, influenzando il mercato e ribaltando equilibri economici secolari. Ora, si può valutare un po’ meglio la concentrazione dei suoi livelli durante la pandemia Covid-19. Con veicoli di ogni genere limitati nel movimento in un modo mai visto nella storia, a livello quasi assoluto (non solo le auto in centro città) e anche alcune filiere industriali messe a regimi minimi, se non a zero. Il dato che si registra Mauna Loa (Hawaii) lascia pensare.

Il grafico aggiornato ai primi di maggio 2020, se paragonato nel trend a quanto accedeva in precedenza, mostra addirittura un incremento negli ultimi giorni: quota 418 ppm. Record per CO2 e si parla di questa stazione non perché siano belle o influenti le Hawaii, ma perché Mauna Loa è quella di osservazione continua più lunga del mondo, un riferimento citato sempre dal Global Atmosphere Watch Network.

Riscaldamento del pianeta e mutamenti climatici in atto sono figli di un’onda lunga, che due mesi e mezzo circa di rivoluzione netta e quasi irripetibile nella mobilità e nel lavoro dell’uomo, non hanno scalfito molto. Pur se va ammesso che alcuni valori dell’aria sono molto migliorati, specialmente in alcune zone di alta densità sociale e industriale.

I cambiamenti che purtroppo negli anni registrano temperatura, CO2 ed equilibrio acqua / ghiaccio negli oceani, quei cambiamenti negativi e temuti che sono stati un ritornello mediatico e social capace di riempire spazi e crear dure battaglie in piazza, sono quindi figli di altro?

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La sentenza non è facile ma, come detto, la discussione merita di fare un passo in avanti considerando le evidenze che il destino permette di avere da questi mesi di pandemia. Una situazione precisa e definita nel tempo, come nelle misure prese da ogni nazione, che capita dopo il quinquennio peggiore a quanto dicono gli esperti, per temperature, ghiacciai e zone da clima estremo.

Si parla della diminuzione attesa per i gas climalteranti e inquinanti più forte mai registrabile dal dopoguerra, eppure ancora non tutti i dati sono concordi. A marzo 2020 la media mensile di CO2 all’osservatorio di Mauna Loa è stata 414,50 parti per milione, rispetto alle 411,97 ppm dell’anno prima, anche aprile si è chiuso con un aumento.

Sono molti i fattori da considerare prima di dar sentenza, anche esterni all’attività umana, come lo stesso e banalissimo meteo. Tanti che un comune cittadino non preparato sul tema, potrebbe giustamente non conoscerle. Come il fatto di sapere che quando si parla di concentrazioni nei gas, bisogna avere il quadro di tutti i componenti, dei cosiddetti gas contorno, oltre che di quello incriminato. Oppure che a far le cose per bene, converrebbe analizzare la massa di CO2 misurandone anche l’isotopo carbonio-14, separando così le fonti. Facile insomma sbagliare, nell’appoggiare certe idee piuttosto di altre, se si segue solo l'onda social più condivisa o il grido più straziante.

Ai comuni mortali, a cui interessa forse prima sapere quanto dura la vitalità del Coronavirus in aria o su molti materiali, oggi, andrebbe però spiegato qualcosa in più della vita in atmosfera di certi agenti, se è nota. Di come davvero si possa far qualcosa di buono per la società di oggi e del domani senza politicizzare troppo, servendo interessi di parte magari ben nascosti.

Dato che non è facile accada, chi vuole può iniziare a documentarsi autonomamente, alle fonti, prima di battagliare per un fronte ambientalista estremo o al contrario industriale. Prima di mandare KO attività economiche o scambiare i buoni per i cattivi.

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