Pandemia Covid-19: mondo automotive, rischio crollo della domanda

Pandemia Covid-19: mondo automotive, rischio crollo della domanda
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Fosche previsioni sull’incidenza su scala globale per la crisi dovuta al Coronavirus: per il settore automobilistico si preannunciano pesanti perdite
26 marzo 2020

Peggio dell’11 Settembre, addirittura più pesante della crisi del 2008 a causa del fallimento della Lehman Brothers: la pandemia in corso coronavirus rischia di fissare nuovi e poco graditi record in termini di perdite per il settore legato all'industria automobilistica.

E’ almeno quello che riporta la Ihs Markit, società di ricerche secondo cui la domanda globale del 2020 è destinata a subire un crollo di oltre il 12% rispetto all'8% registrato nei due anni di recessione globale tra 2008 e 2009, che portarono, tra l’altro, al fallimento di Chrysler e General Motors. 

La previsione si basa sulla valutazione della domanda nelle ultime settimane in diversi Paesi, sullo stop alla produzione degli impianti automobilistici e sulla chiusura in atto della rete vendita: Ihs prevede per la domanda globale di auto un calo sul 2019 di oltre il 12%, con possibile chiusura a fine anno a 78,8 milioni di unità, quasi 10 in meno rispetto alla stima fatta a gennaio, prima che scoppiasse la crisi sanitaria. 

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Uno tsunami destinato a colpire i tre scenari più dinamici ed importanti, vale a dire il mercato cinese, quello europeo e il Nord America, ma che interesserà praticamente tutte le aree del mondo, che dovranno affrontare la "prospettiva di un certo grado di distorsione della domanda nei prossimi mesi".

Nello specifico, le vendite in Cina quest’anno dovrebbero attestarsi a 22,4 milioni di unità, 2,3 in meno rispetto al 2019, quindi in contrazione del 10%); in Europa le vendite sono previste in ribasso del 13,6%, a 15,6 milioni di unità, 1,9 milioni in meno rispetto alle previsioni pre-coronavirus; ancora più fosca, infine, la prospettiva per gli Stati Uniti, per i quali la Ihs prevede un crollo dei consumi, con vendite di auto in flessione fino ad oltre il 15%, a 14,4 milioni di unità a fine anno, 2,4 in meno rispetto alla precedente stima.  

Infine, Ihs non crede possibile un ritorno alla crescita nel breve termine e attende una “ripresa lenta” alla luce di rischi "fortemente al ribasso": le probabilità di un peggioramento della situazione sono superiori a quelle di un miglioramento, anche malgrado la recente riattivazione del cane produttivo e commerciale in Cina.

Per questo, Ihs raccomanda il decisivo supporto delle istituzioni politiche: "Le iniziative dei governi sono la chiave per controllare il virus e fornire pacchetti di supporto e stimolo in aiuto all’economia”.
 

Da Moto.it

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