Pagani al Parco del Valentino 2019, una mini mega collezione [Video]

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Dalla prima all'ultima passando dalle versioni più importanti di uno dei modelli che hanno scolpito la storia dell'automotive
20 giugno 2019

Buon compleanno Zonda. Il 2019 segna un ventennio di vita per la prima supercar della Pagani Automobili Modena che si mostrò al pubblico per la prima volta nel 1999 al Salone dell'auto di Ginevra. Nel cortile del castello del Valentino, per la quinta edizione della manifestazione, è stata allestita una piccola mostra dei modelli più rilevanti del costruttore di origini argentine. 

Si parte con la Zonda C12, la capostipite che dette vita alla dinastia che nel tempo si sarebbe evoluta e affinata fino a raggiungere lo stato dell'arte. Sotto il cofano posteriore batteva già il V12 AMG, allora in versione da 450 cv e oltre 500 Nm di coppia. La cilindrata si 'fermava' a 6.0 L e le prestazioni già allora erano esaltati: poco più di 4 secondi per lo 0-100 e i 300 km/h erano un traguardo alla portata, grazie anche a un peso piuma di 1250 kg. 

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La mostra prosegue con la Zonda F, arrivata dopo la S e dopo la S 7.3. Con lei è arrivata una rivisitazione corposa dello stile e tanta potenza in più grazie anche all'aumento della cilindrata. La potenza raggiungeva i 600 cv adesso e sulla Roadster ce ne erano addirittura 50 in più. Meno di 4 secondi per lo 0-100 e quasi 350 km/h di velocità massima. L'aerodinamica era molto più spinta e il peso di 1230 kg contribuiva a far arrestare la F da 200 km/h a 0 in 4,4 secondi. La lettera che segue il nome è un tributo a una delle persone più care a Horacio, ovvero il pilota argentino Juan Manuel Fangio, 5 volte vincitore del mondiale di F1 con Mercedes. Fu proprio lui che mediò i rapporti tra la casa di Stoccarda (reparto AMG) e Pagani per la fornitura di motori.

Dalla strada alla pista, con la Zonda R, (in variante Revoluciòn) il terzo capitolo della saga dedicata ai cordoli. Bastano i 6':30" al Nurburgring per far capire di che pasta sia fatta questa vettura e anche il 1':08" sul circuito di Top Gear la dice parecchio lunga. L'idea di Horacio era quella di realizzare un'auto da pista senza compromessi e infatti la Zonda R non ha mai seguito alcun regolamento specifico durante il suo sviluppo. Non ci sono nemmeno restrizioni per aerodinamica e motore che, per contro, escludono questa vettura da ogni tipo di campionato. Voto 10. 

Di questa ne sono state costruite solo 5 e il numero da anche il nome a questa Zonda. Si tratta di un modello molto importante perché è stata la prima che ha rivisto l'impiego e la tipologia della fibra di carbonio per la scocca e altri componenti. Leggerissima e spinta da 678 cv di potenza e i 780 Nm di coppia. Il cambio non è manuale come sulle altre Zonda, infatti è la prima Pagani a montare un cambio sequenziale con comandi al volante, un 6 marce robotizzato da Automac Engineering. Da lei sono nati altri 3 esemplari che celebravano il 50º anniversario delle Frecce Tricolori. Questi si differenziano per il colore della livrea, per i cerchi color oro e per le luci a LED, il nome? Zonda Tricolore. 

 

Si conclude con un'auto esagerata e unica. La Zonda HP Barchetta, è ispirata alle vetture scoperte che negli Anni 60-70 battagliavano nella categoria sport prototipi ed è la macchina di serie più costosa al mondo, con un prezzo stimato di oltre 15 milioni di euro. Ne sono state costruite solo tre. La sigla HP sta proprio per Horacio Pagani. Per lei le parole non bastano.

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