Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Sembra passato un secolo da quando Paddon rilasciava questa dichiarazione: «Per quanto riguarda il nostro obiettivo in questa gara, ci piacerebbe entrare nella top ten per ottenere alcuni punti nel mondiale piloti, ma soprattutto il nostro obiettivo principale è di confrontarci con il nostro compagno di squadra, Thierry Neuville. È il nostro punto di riferimento di quest'anno; in Sardegna siamo stati in media 0,75 secondi al km dietro di lui. Il nostro obiettivo è quello di cercare di ridurre tale divario a 0,5 questo fine settimana, che sembra un piccolo miglioramento, ma non sarà un'impresa facile.»
Sugli sterrati dell’isola sarda la sua guida aveva entusiasmato e non poco tutti gli appassionati presenti, facendo soprattutto alzare le antenne ai vari direttori sportivi. È inutile negarlo, la rivelazione di quest’anno è il pilota neozelandese alla sua prima stagione piena nel mondiale WRC.
Dopo il campionato mondiale part time del 2014 dove disputò solo 6 prove, è riuscito nell’impresa di scalzare dapprima Sordo come pilota designato da Hyundai per prender punti nel mondiale Marche e addirittura ora, alla vigilia del Catalunya in Spagna, a far retrocedere il belga Neuville, pilota di punta della casa coreana, nel secondo team. Sarà proprio il kiwi in coppia con Dani Sordo a cercare di portare più punti possibili alla Hyundai per cercare di riprendere il secondo posto nel mondiale marche appena perso a favore della Citroen.
Alain Penasse, al riguardo, qualche giorno fa aveva rilasciato la seguente dichiarazione: «Per superare questo momento con Therry abbiamo preso la decisione, congiuntamente, che in Spagna e in Galles avrebbe corso con il team N, così da non aver la pressione addosso, per l’obiettivo che ci siamo posti di raggiungere il 2° posto nel Mondiale Marche, fondamentale per la crescita di tutto il team. Ma lui rimane il nostro pilota di punta.»
L’occasione per scambiare 4 chiacchiere in relax si presenta al recente Rally Legend e grazie al Direttore sportivo della HMI Luca Murdolo, che quest’anno ha portato alla vittoria la Hyundai i20 nel campionato italiano con l’equipaggio Fontana - Arena, organizziamo l’incontro.
Qui, in Europa, ti stai cominciando a far conoscere dal grande pubblico, ma si sa ancora poco su di te. Com’è iniziata la tua avventura nel mondo dei Rally?
«Sono cresciuto in una famiglia che faceva già parte del mondo dei rally: mio padre era un pilota, così ho iniziato a guidare i go-kart all’età di sei anni. Ho continuato a partecipare alle gare per altri 6 anni finché non ho avuto la mia prima auto, una piccola Mini Clubs, per cominciare a correre come navigatore nella American WaterCross Series, insieme a mio padre. Nel 2002, all’età di 15 anni, ho partecipato ad un rally come pilota con una Toyota Levin.»
Eri giovanissimo…
«Si, ripensandoci ora ero davvero molto giovane; la Nuova Zelanda è un ottimo posto per iniziare a correre. D’altronde, molte famiglie vivono nelle aziende agricole e quindi è naturale che fin da piccolo cominci a guidare trattori, auto… effettivamente da noi cominci prestissimo. In Nuova Zelanda abbiamo una specie di accademia per giovani piloti: è un corso che si svolge ogni anno e dura 1 settimana; non riguarda la guida, ma tutto quello che ruota intorno al mondo del motorsport, dalla nutrizione, alle relazioni pubbliche, quelle con la stampa, la preparazione fisica e mentale prima di una gara… è veramente un percorso che ti aiuta a crescere. Nel 2008 e nel 2009 ho vinto il titolo Nazionale neozelandese. Nel 2010, sono stato selezionato dalla Pirelli per lo Star Driver – programma organizzato per giovani piloti, volto a disputare il Mondiale Produzione. Nel 2011, vinco il Titolo Mondiale produzione con la Subaru; per riuscirci vinco in 4 gare: Portogallo, Argentina, Finlandia e Australia e per 2 volte entro nella top ten assoluta. Ma questo non mi vale un ingaggio da parte di una squadra WRC.
Nel 2012 partecipo al Mondiale SWRC (Mondiale S2000) con una Skoda Fabia, dove vinco 2 gare - Portogallo e Nuova Zelanda - e finisco 4° nel campionato.
Il 2013 è l’anno più duro: riesco a partecipare a qualche gara del Mondiale con una Ford Fiesta WRC e sia in Germania che in Spagna finisco 8°; nel frattempo continuo a partecipare al Campionato Neozelandese dove vinco 3 gare con una Mitsubishi e poi la chiamata Hyundai. Avevamo cominciato a parlare già nel 2013, loro cercavano un pilota giovane, che facesse parte del loro programma di sviluppo ed io ero al posto giusto nel momento giusto. Il programma per il primo anno era solo di 6 gare. Il resto è storia d’oggi: escluso il Montecarlo, quest’anno sarà la mia prima stagione piena.»
Sto imparando molto, analizzo e cerco di realizzare quello che sto facendo, comunicando con tutto il team e cercando di imparare sempre. Si, sicuramente ho fatto dei buoni tempi, ma per il futuro so che dovrò fare meglio
Nel 2015 sei stato molte volte il pilota più veloce all’interno del Team Hyundai. Che idea ti sei fatto?
«Sto imparando molto, analizzo e cerco di realizzare quello che sto facendo, comunicando con tutto il team e cercando di imparare sempre. Si, sicuramente ho fatto dei buoni tempi, ma per il futuro so che dovrò fare meglio. Tutti dovremmo, e devo ammettere che l’intero team di piloti è molto veloce.
Neuville ha avuto un brutto momento e un po’ di sfortuna; lui è un pilota molto veloce e anche Dani lo è, ha anche molta esperienza ed è un’ottima persona dalla quale imparare.»
Quali sono le tue impressioni sul Tour de Corse?
«Credo ci siano state delle difficoltà per tutti, per i media come anche per gli spettatori; per noi non è stato molto difficile, più che altro un po’ noioso perché dovevamo stare in una città e guidare fino allo stage con trasferimenti lunghi. Credo si potessero fare più prove speciali e credo che abbia inciso anche sugli spettatori perché quando hai due sole prove al giorno non riesci a creare una bella competizione tra noi piloti.»
Come ti trovi a vivere in Europa?
«Mi sono trasferito lo scorso anno, e ormai sono circa 18 mesi che vivo in Germania. L’ho fatto per due motivi: il primo per stare vicino al team, per poter andare direttamente in officina ed essere coinvolto il più possibile con tutti quanti. L’altro perché era un po’ scomodo farsi ogni volta un volo di 13 ore dalla Nuova Zelanda per ogni rally. Ne ho approfittato anche per migliorare il mio approccio sui rally in asfalto andando per 3 mesi in Inghilterra, prendendo parte a stage. È meglio stare qui; con la mia ragazza torniamo in Nuova Zelanda tre quattro volte l'anno, sicuramente così è più semplice.»
Sei diventato una star in Nuova Zelanda?
«Grazie alla Hyundai, quest’anno son dovuto esser presente a molti eventi e questo dimostra che la gente comincia a conoscerci, che l’interesse aumenta, sicuramente tutto ciò è positivo.»
Dopo il Corsica abbiamo visto che come tempi siamo molto più vicini ai nostri compagni di squadra; certo è stata una bella sorpresa la promozione nel team principale per la gara spagnola!
Proprio la Nuova Zelanda dovrebbe restare fuori dai giochi. Viene investito tanto per organizzare la prossima America’s Cup, ma per il WRC…
«Si...il fatto è che non abbiamo bisogno dei soldi del governo. Il governo supporta il rally e anche i rally che ci saranno, ma il rally non porta molti soldi; rifare il rally in Nuova Zelanda non è una garanzia. La vera differenza la fanno i media: ovunque ci sia lo sport nel mondo la gente lo seguirà se c’è il supporto dei media. Anche perché stiamo parlando di una competizione che ha un suo seguito avendo una storia, quindi le persone e i media vogliono tornare in Nuova Zelanda per il rally e se il governo dicesse di no sarebbe pura follia. In Nuova Zelanda, abbiamo un grande evento sportivo, “il Targa New Zeland”,una competizione che ha preso ispirazione dalla famosa gara italiana, la Targa Florio, Per noi è la “The ultimate road race”, un rally storico che si snoda per circa 2.000 km e attraversa le nostre isole, un po’ come la 1.000 miglia italiana, con vetture di tutte le epoche, ed ha molto seguito di pubblico da noi.
Per me l’Australia dovrebbe essere fuori e la Nuova Zelanda dentro, c'è un accordo per tre anni in Australia e tre anni in Nuova Zelanda, quindi quando non c'è il rally in Australia dovrebbe esserci in Nuova Zelanda proprio in virtù di questo accordo. Facendo così non onorano l'accordo, il rally d’Australia allora non dovrebbe esserci... insomma è una cosa folle.»
Torniamo a parlare della Corsica…
«È stata una gara molto difficile per noi, sia per le condizioni climatiche nella fase iniziale, sia perché l’asfalto non è il mio fondo preferito. Dopo il 15° posto in classifica nella parte iniziale del rally, pian piano siamo riusciti a risalire fino ad ottenere un buon 5° posto. Siamo migliorati rispetto alla Germania e questo è un buon segnale.
Anche prima del Corsica sono andato due giorni in circuito, e sotto la guida dell’ex pilota Nicola Bernardi, ho cercato di migliorare la mia preparazione su questo tipo di superficie vista la mia poca esperienza .
Dopo il Corsica abbiamo visto che come tempi siamo molto più vicini ai nostri compagni di squadra; certo è stata una bella sorpresa la promozione nel team principale per la gara spagnola!
Ma la cosa più importante a livello personale è stato il miglioramento che sono riuscito ad avere sull’asfalto. Ovviamente so di essere all’inizio, ho ha ancora bisogno di molto lavoro, di migliorare la messa a punto, prima che tutto diventi più naturale in macchina, ma stiamo andando nella giusta direzione.
Ora stiamo preparando quest’appuntamento: il Catalunya mi incuriosisce molto, visto che ci sarà una tappa su terra e due su asfalto; siamo fiduciosi: sarei contento di entrare ancora nella top five.»
Mi piacciono molto i rally, la differenza con la pista è che cambia sempre il terreno, ogni volta è una sfida diversa, non è mai la stessa cosa, cambia tutto anche a seconda delle condizioni climatiche
Stanno proseguendo i test con la nuova vettura. Pensi che sarete in grado di colmare il gap con le Polo WRC?
«È difficile da dire: quest’anno in qualche rally siamo andati bene, eravamo sul pezzo e ogni tanto un po’ meno. Penso che la VW sia una macchina adattabile a tutti i terreni; la i20 è molto veloce, ma non con tutte le condizioni. Anche con delle ottime performance al momento siamo più lenti di circa tre decimi al km, ma in qualche rally siamo riusciti a stare nell’uno o due decimi. È molto difficile dire quale sarà il gap il prossimo anno, speriamo di farci trovare pronti. Beh, certo l’auto che stiamo sviluppando sarà più veloce e performante, ma non posso quantificare quanto sarà più veloce: ci sono tre mesi di ulteriori sviluppi da fare… certamente si cerca di renderla sempre più competitiva, è quello che tutto il team vuole.»
Vincere il titolo iridato nel WRC è il sogno di ogni pilota da Rally…
«È il mio obiettivo, ma sono anche realista: ho ancora molta strada da fare. Per prima cosa devo accettare la sfida rally dopo rally. Poi ogni anno ci sono nuove regole, il che rende sempre più difficile il tutto; inoltre ogni team migliora anno dopo anno. È importante che il team sia concentrato per la classifica costruttori. Mi piacciono molto i rally, la differenza con la pista è che cambia sempre il terreno, ogni volta è una sfida diversa, non è mai la stessa cosa, cambia tutto anche a seconda delle condizioni climatiche; quindi devi sempre essere presente, quando riesci a fare la tappa perfetta - e non succede spesso - è fantastico!
Ritornando al sogno del titolo piloti, ricordiamoci anche che c’è un certo Ogier campione del Mondo negli ultimi 3 anni e poi gli altri piloti: diciamo che prima devo essere il migliore in una gara, vincerla e poi si vedrà…»
Manrico Martella
Foto: Manrico Martella - PURE WRC AGENCY: Demis Milesi- Ronnie Sbaragli- Carlo Franchi - Jani Salonen - Albano Loureiro - Federico Baratella