Heyden: «Volvo e i proprietari cinesi? Abbiamo totale libertà, lo sviluppo resta in Svezia»

Heyden: «Volvo e i proprietari cinesi? Abbiamo totale libertà, lo sviluppo resta in Svezia»
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Pär Heyden, Head of Brand Design di Volvo Cars, ci porta alla scoperta degli interni delle future vetture svedesi, che alzano visibilmente il tiro per andare a colpire il cuore del mercato premium
9 aprile 2014

Milano - Quale occasione migliore del Fuorisalone di Milano per parlare del design in casa Volvo. Il costruttore svedese infatti si appresta a rivoluzionare la sua intera gamma partendo proprio da un nuovissimo linguaggio stilistico, anticipato attraverso tre nuove concept car, che attinge a piene mani dalla migliore tradizione svedese.

 

In questo modo la casa di Göteborg vuole scrollarsi di dosso gli anni inevitabilmente condizionati dalla gestione Ford – proprietaria del marchio Volvo dal 1999 al 2010 – tornando a parlare al cuore del mercato premium.

 

Dopo aver scoperto nel dettaglio l'essenza dello stile esterno con Thomas Ingenlath, Senior Vice President Design di Volvo Car Group, il disegner che ha rivoluzionato lo stile delle future auto svedesi, abbiamo avuto modo di concentrarci sull'innovativo stile degli interni con Pär Heyden, Head of Brand Design presso Volvo Cars.

 

Quando è iniziata la sua avventura in casa Volvo?

«Sono svedese e lavoro per Volvo da moltissimo tempo. Dopo sei o sette anni ho deciso di prendermi una pausa durante cui ho fatto consulenze di design per altri otto anni, lavorando su prodotti molto differenziati. Poi, quando Thomas Ingenlath è approdato in Volvo, mi ha chiamato per chiedermi se volevo far parte della sua squadra per far rinascere il design Volvo ed eccomi qui».
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La sculetura verticale che presenta gli interni delle future Volvo esposta alla Triennnale di Milano per il Fuorisalone

 

Thomas Ingenlath ci ha spiegato che il nuovo design vuole tornare ad esprimere con forza le vostre origini svedesi. Lo stesso accade per gli interni?

«Con il nuovo design che abbiamo anticipato attraverso le nostre tre nuove concept siamo tornati a sottolineare con forza le nostre origini svedesi. Questo si può notare certamente all'esterno, ma ancor più all'interno. Le nostre auto nasceranno sulla nuova piattaforma modulare SPA, che porterà con sé la nuova interfaccia multimediale, integrata anche con tecnologia Apple. Tutto questo ha influenzato moltissimo il design degli interni, perché ci ha permesso di ottenere superfici incredibilmente pulite e lineari. Sulle future Volvo non troveremo più di otto pulsanti fisici, il resto si controllerà interamente con lo schermo touch. Siamo riusciti a creare un atmosfera decisamente lussuosa e sofisticata, ma allo stesso tempo i nostri interni trasmettono le stesse piacevoli sensazioni di quando ci troviamo nel salotto di una tipica casa svedese».

Sulle future Volvo non troveremo più di otto pulsanti fisici, il resto si controllerà interamente con lo schermo touch

 

Dobbiamo immaginarci qualcosa simile al mondo Ikea?
«Non esattamente. Ikea porta con sé semplicità e colori, ma non necessariamente cura per il dettaglio, precisione e grande qualità. Ikea del resto produce oggetti da costruire autonomamente, accessibili e facili, mentre noi vogliamo proporre un prodotto premium. E poi difficilmente ci si potrà costruire da soli una Volvo (ride, ndr)».

volvo estate concept (21)
Alcuni elementi del concept, a partire dal grande display verticale, li ritroveremo identici sui modelli di serie

 

Gli interni delle future Volvo, a partire dalla prossima XC90, saranno molto simili a quelli delle concept presentate?
«Direi di sì, almeno complessivamente. Alcune parti le ritroveremo identiche sui modelli di serie, a partire dal grande touchscreen verticale o dal volante, che riprende volutamente lo stile tipico degli anni '60 e '70. Gli interni che abbiamo mostrato si riferiscono a quelli di una futura coupé. È chiaro che su una SUV come la XC90 si evolveranno nelle linee e negli angoli per adeguarsi all'idea di offroad».

 

Purtroppo immaginiamo che non ci sarà spazio per gli affascinanti sedili sospesi, vero?
«Purtroppo no. Sono davvero stupendi ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo la Volvo e la sicurezza viene prima di tutto. Abbiamo scelto i sedili sospesi per il concept perché volevamo mettere in risalto i particolari tappetini realizzati in collaborazione con la svedese Kasthall».

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La leva di selezione del cambio automatico della Concept Estate è realizzata in cristallo svedese Orrefors 

 

Avete stretto altre collaborazioni con eccellenze manifatturiere svedesi per realizzare alcuni dettagli degli interni, vero?
«Sì, assolutamente, a partire dalla leva di selezione del cambio in cristallo della Orrefors. Abbiamo scelto si riservare un'attenzione tutta particolare ai dettagli perché vogliamo che ogni persona che salirà su una nuova Volvo si senta ogni volta fiera ed orgogliosa di utilizzarla».

 

E' evidente che con l'elaborazione di questo linguaggio stilistico puntate davvero molto in alto. Sembra quasi che volete girare pagina dall' "era Ford", iniziando un nuovo capitolo della vostra storia. E' proprio così?

«Assolutamente sì, dobbiamo diventare un brand sempre più lussuoso e premium per sopravvivere. Non possiamo più permetterci di collocare i nostri prodotti nel mezzo del mercato, dobbiamo puntare sempre più alto. E il design è di certo uno dei mezzi attraverso cui compiere questo percorso».

 

Certo, abbiamo stabilimenti in Cina, ma tutta la fase di sviluppo delle auto, dall'idea preliminare, al design, fino alla vera e propria ingegnerizzazione rimane chiaramente in Svezia

Il grande schermo centrale è l'elemento di spicco dei nuovi itnerni. Per certi aspetti sembra ispirarsi a quello, enorme, della Tesla Model S?
«Non direi che si ispira a quello della Tesla, abbiamo iniziato lo sviluppo dei nostri nuovi interni molto tempo prima che potessimo vedere com'era fatta la Model S. Inoltre c'è una sostanziale differenza tra il nostro schermo e quello dell'elettrica americano. Il nostro grande display non è da considerare come uno schermo a se stante, ma come parte di un sistema più complesso composto da tre display. Oltre a quello centrale infatti, ne troviamo uno di fronte al guidatore, all'interno del cruscotto e un altro sotto forma di head-up display».

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Sulla plancia delle future Volvo non compariranno più di 8 pulsanti fisici


Non trova che uno schermo così ampio e ricco di funzioni concentrate in un'unico dispaly possa distrarre eccessivamente durante la guida?

«Non credo perché questo sistema di tre schermi è ben integrato e rende tutto più semplice ed intuitivo al guidatore. Questa tecnologie non distrae, anzi, migliora l'interazione tra il guidatore e il veicolo».

 

Volvo è di proprietà di un costruttore automobilistico cinese, ma si pone come un marchio premium in ascesa. Non si rischia di avere qualche conflitto di troppo a livello di immagine e in termini di comunicazione ai clienti? Qual è il rapporto che vi lega ai vostri proprietari cinesi?
«E' vero, il marchio Volvo è di proprietà di un costruttore cinese (Geely, ndr), che ogni sei mesi viene a farci visita a Göteborg, in Svezia, dove ancora oggi risiede il cuore della nostra azienda e il centro operativo dove nascono le Volvo. Devo dire però che ci lasciano totale libertà nel portare avanti il nostro lavoro in Svezia. Ovviamente vogliono sapere cosa stiamo facendo, ma sanno benissimo che se vogliamo davvero tornare a fare veri prodotti premium, pienamente svedesi, non deveno farci pressioni, per esempio per intraprendere qualcosa che possa essere più in linea con i gusti cinesi. Certo, abbiamo stabilimenti in Cina, ma tutta la fase di sviluppo delle auto, dall'idea preliminare, al design, fino alla vera e propria ingegnerizzazione rimane chiaramente in Svezia».


 

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