Overdrive OT3. Nuovi orizzonti Racing Rally-Raid [Video]

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Side By Side. Piccoli veicoli a quattro ruote decollati sulle ali di un successo clamoroso. È sfida aperta ai costosissimi Veicoli Factory. Ora scende in campo lo specialista Overdrive, con un mezzo che piace a… Cyril Despres
23 ottobre 2019

Erfoud, Ottobre 2019. Lo strano veicolo che prova sulle dune più famose del Marocco suscita subito una certa curiosità. Sono molti, infatti, gli elementi che lo pongono su un piano a sé stante. È una vettura, ma… piccola. Non è un Side by Side ex production “gonfiato” racing, e non è neanche la miniatura di un’Auto. Non è una novità assoluta, qualcuno forse ricorderà per esempio un’avventura sportiva della moglie di Peterhansel, Andrea. Raccoglie, invece, varie idee, eredità e suggerimenti, sintetizza e scende in campo al momento giusto, e nel posto giusto, forte di un equilibrio evidente di progetto, collocazione e aspirazioni. È l’OT3 By Overdrive Racing.

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L’altro motivo per cui la curiosità è subito forte dipende dal fatto che all’operazione viene associato un Pilota che non ha bisogno di presentazioni: Cyril Despres. Ricordate? L’Asso di 5 Dakar vinte in Moto, il vincitore del Silk Way Rally “ai tempi” delle leggendarie Peugeot DKR. Despres non era nella lista degli iscritti al Rally del Marocco, appiedato praticamente alla vigilia del Rally per fissare la nuova formazione Mini attorno alle figure di Peterhansel e Sainz. Despres non aveva detto niente, ma si “sospettava” che fosse in giro poche dune più in là.

Cyril progettava comunque un futuro prossimo dignitoso e pertinente, e viste le esperienze preliminari già avute con i nuovi, piccoli veicoli a quattro ruote, non avrebbe dovuto sorprendere il fatto che il Fuoriclasse francese fosse in Marocco per “divertirsi”. Non solo per “divertirsi”, benedetto figliolo!

Ed ecco svelato l’OT3, il veicolo che Overdrive Racing, la società belga con sede a Villers-Le-Bouillet che gestisce l’attività delle Toyota Hilux Rally-Raid per… l’emisfero Nord, definisce semplicemente “rivoluzionario”.

Non che se ne venga a sapere molto, ma già le immagini diffuse e le poche informazioni tecniche “generaliste” mettono a fuoco in maniera abbastanza verosimile il potenziale del Mezzo. Disegnato, progettato e costruito ai limiti dei confini regolamentari, l’OT3 è un Buggy, ma non lo è, è un’Auto, ma senza parabrezza, è una conseguenza, ma non un progetto di derivazione. È una fase a sé nella storia dei piccoli, scattanti veicoli a quattro ruote il cui concetto era originariamente ispirato al divertimento, al tempo e ai garage liberi, in tutti i sensi compreso quello economico.

Nei Rally sono arrivati, come di consueto, per la passione di alcuni preparatori visionari e lungimiranti. All’inizio c’era solo la prerogativa di un prezzo di accesso nettamente inferiore a quello di un’Auto da Rally-Raid, e quell’idea di vento e di polvere in faccia che evocava un po’ l’Avventura pionieristica originaria. Oggi un’Auto da corsa competitiva per il Rally-Raid costa uno sproposito, e l’OT3 diventa prima di tutto una proposta tecnica economicamente sensata.

L’OT3 è un’Auto potente e leggera, un veicolo-razzo adatto, secondo i progettisti, a tutti i terreni del Fuoristrada, con una evidente vocazione sportiva, anzi agonistica, che lo indirizza direttamente ai Rally-Raid. Dakar compresa, tempi e sviluppo permettendo. Tubi di acciaio, alluminio, fibra di carbonio e kevlar. Il piccolo bolide non ha i limiti della derivata dalla serie perché è un prototipo 100%, scende abbondantemente sotto la tonnellata, e anche sotto i 900 chili “a secco”. Leggero e potente. A spingere il “missile tascabile”, infatti, è un propulsore da 1.000cc turbo charged associato a un cambio a sei rapporti, che definiscono “speciale”, per un output di oltre 170 cavalli (quasi 180) e un rapporto peso-potenza-erogazione evidentemente “racing oriented”.

Le misure dello chassis si spingono fino ai limiti del regolamento per offrire all’OT3 la massima stabilità possibile, che è un po’ il tallone d’Achille dei piccoli mezzi a quattro ruote, soprattutto quando… piccole.

Jean-Marc Fortin, che è l’ex navigatore deus ex machina di Overdrive Racing (ma non più il proprietario 100%), non aggiunge altro. Lascia intendere che c’è un futuro sportivo (e del resto non potrebbe essere diversamente visto il DNA di Overdrive), e non spiega in alcun modo come e quando il progetto potrà essere inserito in una timeline di impegno agonistico. Non dice neanche, in effetti, chi guiderà l’OT3, limitandosi a riportare i commenti entusiastici di Despres e dello “Specialista”, Nasser Al-Attiyah.

A parte l’etichetta “by Overdrive Racing”, non c’è alcun indizio che aiuti a toglierci una curiosità importante e “inevitabile”: quale Marchio potrebbe essere associato, o stare dietro, a un’Operazione così importante e impegnativa, sotto tutti i punti di vista? Quella sigla, OT3…

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