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Opel risponde alle dichiarazioni di ieri del Ministro dei Trasporti tedesco, Andreas Scheuer, che ha annunciato l'intenzione della KBA, la motorizzazione federale, di richiamare 100.000 vetture della casa tedesca per presunte manipolazioni ai software di gestione delle emissioni degli scarichi nei modelli diesel Euro 6.
«Opel rigetta l’accusa di utilizzare impianti di manipolazione - si legge nella nota diffusa alla stampa -. I veicoli Opel rispettano le normative vigenti, come Opel ha affermato con chiarezza di fronte al KBA durante l’udienza in corso. Il procedimento non si è ancora concluso, ma le ragioni del suo ritardo non possono essere imputate a Opel. Se si dovesse giungere all’emissione di un’ordinanza, Opel adirà le vie legali per difendersi».
«Tra il febbraio del 2017 e l’aprile del 2018 Opel ha avviato una campagna di aggiornamento volontario per i modelli diesel Zafira Tourer (2.0 litri e 2.6 litri), Cascada (2.0 litri) e la precedente generazione di Insignia (2.0 litri) prodotti tra il 2013 e il 2016. La casa ha fatto tutto il possibile per realizzare gli aggiornamenti con tempestività».
«Non è stato possibile iniziare prima perché la necessaria approvazione del KBA non era ancora stata rilasciata. In Germania sono stati coinvolti circa 31.200 veicoli. Nel corso della campagna di assistenza volontaria sono già state aggiornate più di 22.000 vetture. Pertanto nel richiamo annunciato oggi dal ministero sarebbero coinvolti meno di 9.200 veicoli».
È notizia di ieri la perquisizione da parte delle autorità delle sedi Opel di Rüsselsheim e Kaiserslautern: nel mirino presunte manipolazioni illegali al software di gestione del propulsore impiegato su alcune unità diesel della casa tedesca.