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E' sempre più vicino a diventare legge il reato di omicidio stradale: il Senato ha infatti approvato con 163 sì, 2 astenuti e 65 voti contrari il disegno di legge di cui è relatore Giuseppe Cucca del Pd che introdurrà pene molto severe per chi provocherà la morte di un altro utente della strada, ma anche per chi provocherà lesioni personali al volante di un'auto o in sella ad una moto.
Le pene previste dal ddl
Con il via libera di Palazzo Madama al ddl che introduce i reati di "omicidio stradale" e "lesioni personali stradali" i pirati della strada rischieranno fino a 27 anni di carcere. E' questa le pena massima prevista per chi, guidando in stato di ebbrezza (con un tasso alcolemico superiore a 1,5) o sotto l'effetto di stupefacenti uccide più di una persona e si dà alla fuga. Senza omissione di soccorso, gli anni di carcere previsti sono 18. Se invece la vittima è una, il colpevole rischia fino a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell'omicidio. Dai 7 ai 10 anni di reclusione è la pena prevista per chi provoca un incidente mortale attraversando un incrocio con il semaforo rosso, con un’inversione a “U” o sorpassando in prossimità delle strisce pedonali. Alla fattispecie dell’omicidio stradale è equiparata anche quella dell’omicidio nautico, a cui verranno sono le stesse sanzioni.
Per quanto riguarda la patente, in caso di omicidio stradale, il ddl prevede una sospensione da 15 fino a 30 anni. Non si tratta dunque di un vero e proprio "ergastolo della patente", ma la norma è sicuramente molto vicina ad esserlo. Prima della condanna la patente potrà essere sospesa fino a 5 anni se ci sono vittime o feriti, in attesa degli esiti del processo. In caso di condanna non definitiva, la sospensione può essere prorogata fino a un massimo di 10 anni.
La parola alla Camera
«Un impegno che ho preso da sindaco con famiglie vittime di incidenti: punire l'omicidio stradale. Oggi prima lettura ok Senato #lavoltabuona». Così il premier Matteo Renzi ha commentato su Twitter il via libera concesso dal Senato al testo, che dovrà passare adesso al vaglio della Camera dei Deputati prima di entrare in vigore.
Soddisfatte anche l’ASAPS e le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, che hanno raccolto oltre 80.000 firme con primo firmatario Matteo Renzi e collaborato alla prima stesura del testo sull’omicidio stradale. «Consideriamo questo risultato la conclusione del primo tempo di una partita difficile nella quale le nostre associazioni hanno dovuto attivare una sorta di porta a porta sugli usci della politica, che nella prima fase ha opposto non poche resistenze», commenta l'Associazione Amici della Polizia Stradale, che precisa: «La norma perfetta, lo sappiamo, non esiste e se ci saranno miglioramenti da apportare in futuro noi continueremo a sollecitare il legislatore. Ora la legge dovrà però essere accompagnata da una più fitta rete di controlli e da efficaci campagne informative ed educative».