OiLibya Rally Marocco. 1a Tappa: Barreda (Honda) e Terranova (Mini)

OiLibya Rally Marocco. 1a Tappa: Barreda (Honda) e Terranova (Mini)
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60 motociclisti e 52 “chauffeurs” tra auto e camion hanno lasciato Erfoud per la prima tappa dell’OiLibya Rally. Ecco com'è andata | <i>P. Batini, Marocco</i>
4 ottobre 2014

Erfoud - È vero che Paulo Gonçalves può confermare il suo Mondiale solo a patto che Coma incorra un major problem, e così Nasser Al-Attyah, potrebbe rimettersi decisamente in corsa per la Coppa se Vladimir Vasilyev raccoglie troppo poco dai terreni aridi del Marocco. 

Moto: Barreda si impone con la Honda

Caso strano ma reale, in questo mondo, tuttavia, è difficile incrociare la meschinità. Non esistono piccoli uomini nelle grandi gare del deserto, e quando si parla del Portoghese e del Principe del Qatar si tirano in ballo due dei piloti più rappresentativi: troppo gentili e onesti, schietti e sportivi. Dunque la doppia partita si giocherà verosimilmente con l’intelligenza dello scacchista, con un occhio al risultato di giornata e del Rally, e con l’altro alla sua proiezione sul Rally di Gennaio.


Chi non si fa mai troppi problemi di strategie è Joan Barreda, astro emblema della formazione del Team HRC, che preferisce risparmiare sulle riflessioni e conferire alle sue performance il segnale dell’evidenza. Partito immediatamente all’attacco, il catalano si è concesso anche il lusso di perdersi per qualche chilometro nella parte iniziale della PS di 276 chilometri, ma tornato rapidamente in testa ha chiuso con un vantaggio ancora eloquente sul compagno di Squadra Gonçalves, il quale ha regolato a sua volta Marc Coma, leader del Mondiale e vincitore dell’ultima Dakar. Difficile il ruolo da interpretare in questa tappa iniziale per i “big”, per la natura non “docile” del terreno, le novità da passare in rassegna sulle proprie moto e, non ultimo, un ordine di partenza che li teneva in un trenino distanti trenta secondi uno dall’altro, ovvero condannati a una giornata di polvere.

 

Niente da segnalare, nessuna sorpresa, se si eccettua il waypoint saltato da Jeremias Israel, cileno debuttante nel Team HRC o l’”autovelox” contestato a Rafal Sonik, polacco eccentrico e asso dei quad. I Team ufficiali impegnati nella grande guerra del Rally-Raid, KTM e Honda HRC, si confermano aggiornati. I due eserciti sono sempre più numerosi, in un equilibrio che risulta fantasioso e dalla difficile gestione, soprattutto, forse, per i loro generali. Ma vedrete che, alla fine, i “senatori” sapranno ristabilire l’ordine nelle gerarchie. Buona la tredicesima posizione di Laia Sanz, alle spalle delle nuove Sherco ufficiali di Pedrero e Duclos.

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Il deserto marocchino regala un fascino unico al rally

Auto: buona la prima per la Mini di Terranova

Seguendo in parte il semplice copione interpretato da Barreda tra le moto, ovvero marcando il territorio con un’azione decisiva, ma evitando la scena in cui l’equipaggio si perde nel deserto, l’argentino Orlando Terranova, comandante della Mini Al4 Racing ufficiale con a bordo anche Rolando Graue, ha vinto la 1° tappa delle auto, senza quindi commettere alcun errore e preoccupandosi soltanto di prestare la massima attenzione alla macchina. Se, infatti, il vincitore dell’edizione 2013 del OiLibia del Marocco si ripropone come une dei più forti candidati alla vittoria anche quest’anno. Intanto alle sue spalle, si è prodotto il primo colpo di scena di questo Rally. 

 

Il Campione della Dakar, Joan Roma, è infatti relegato nelle retrovie, alla fine della prima frazione cronometrata al 14° posto. La spiegazione del fatto non è drammatica, ma un po’ cinica. Nani ha, infatti, bucato ben tre volte, in venti chilometri mentre ne mancavano solo una cinquantina alla fine della tappa, e naturalmente in occasione dell’ultima è stato costretto ad attendere il sopraggiungere di una auto “amica” del Team.

Il Campione della Dakar, Joan Roma, è infatti relegato nelle retrovie, alla fine della prima frazione cronometrata al 14° posto

 

In questo modo lo spagnolo è virtualmente fuori corsa. Decisamente meglio è andata a Giniel De Villiers e Nasser Al-Attyah, alla guida rispettivamente della prima delle “smaltate” Toyota Hilux e di un’altra delle Mini All4, in questo caso in versione “vintage” ovvero, come abbiamo visto, la versione 2012 “anzianotta” ma affidabile. Il sudafricano e il Principe del Qatar occupano i due posti alle spalle del vincitore Terranova, distacchi “innocui”, e alla festa manca solo Vladimir Vasilyev, attuale leader della Coppa del Mondo, che è solo settimo al termine di una prima tappa segnatamente prudente. Anche nel caso della gara delle auto lo schieramento dei piloti ufficiali è quanto mai clamoroso, tra piloti e case ufficiali, per i “privatoni” la vita al OiLibya Rally del Marocco è dura, ma allo stesso tempo esaltante. Ricordiamo che questo Sport è diventato una leggenda anche per il fatto di essere una grande opportunità per i privati di misurarsi con i loro idoli.

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Non mancano nemmeno i quad

Non mancano nemmeno camion e quad

Moto, Auto. E anche Quad e Camion. Non molti i primi, in testa lo Yamaha di Rafal Sonik con la nostra Camelia Liparoti alle spalle, e ad ogni occasione più impressionanti i secondi, gli elefanti del deserto. Primo è l’IVECO dell’equipaggio capitanato da Gerard De Rooy.

 

Non troppa sabbia oggi nell’Erg Chebbi, e solo un introduttivo tratto di dune da attraversare trasversalmente. Dai roadbook dei Piloti, peraltro, si evince che nella seconda tappa, in programma sul secondo anello con partenza e arrivo a Erfoud, le stesse dune verranno percorse questa volta longitudinalmente nell’unica Speciale del Rally. È abbastanza facile dedurne che la prima tappa del OiLibya Rally del Marocco è stata concessa alle necessità di “ambientamento” di uomini e mezzi, ma sembra quasi ovvio che a partire dalla seconda non sarà più così. Questo è un Rally vero, uno dei pochissimi grandi Rally rimasti sulla scena della specialità per il privilegiato piacere dei suoi partecipanti!

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