Occhio alla palma: certe piante alimentano il particolato e vanno scelte a basse emissioni [PM2.5 California]

Occhio alla palma: certe piante alimentano il particolato e vanno scelte a basse emissioni [PM2.5 California]
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Altro che auto termiche da bandire, uno studio USA boccia le piante che in zona Los Angeles con il caldo sono fonte di aerosol. Alimentano il particolato nell’aria combinandosi con altri elementi
28 marzo 2021

“Viva le auto e abbasso la palme. Aveva ragione Reagan negli anni Ottanta!”. E magari, poterci tornare a quegli anni. Scherzi a parte questo si potrebbe dire, fermandosi ai soli titoli o post derivanti da un recente studio universitario americano, fatto a Berkley. Pare che le piante “provochino aerosol negativi per la qualità dell’aria” peggio che certe auto termiche, per gran parte ferme in questo anno di pandemia.

Non si parla di sostanze velenose in assoluto che emettono le piante, peggio di una Euro0, ma di PM 2,5 in zona Los Angeles. Dove qualcuno trova modo ora di valutare come non tanto il traffico, ma alcune piante, principalmente le palme (importate in milioni di esemplari dal Messico) siano fonte di particolato.

Alla UC Berkley dimostrano come se la temperatura sale parecchio, oltre i 100 gradi Farenheit (37,8 centigradi) le piante emettono sostanze. Proprio in zone dove sono stati banditi o contenuti molti elementi chimici dannosi emessi da veicoli, ora gli esperti si sono concentrati su altre fonti. Oltre alle piante divenute famose in questi giorni, anche alcuni prodotti per la cura personale e per la pulizia, potrebbero a breve essere colpevolizzati per la qualità dell’aria. La ricerca, grazie anche alle limitazioni di circolazione, ha analizzato in dettaglio i livelli di aerosol a Los Angeles, puntando il dito su prodotti chimici domestici e i momenti di elevata temperatura. Gli stessi professori però, precisano che non capendo come gli aerosol di queste sostanze chimiche possano dipendere dalla temperatura, sia probabilmente qualcos'altro a innescare il fenomeno. Gli alberi sono “buoni candidati" poiché è noto che le piante rilasciano più sostanze organiche all'aumentare della temperatura. In alcune zone gli alberi sono fonte di sostanze che si combinano con gli ossidi di azoto, prodotti dall'uomo, per formare aerosol.

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I ricercatori hanno scoperto che proprio le palme della città, oltre che le querce, producono molti composti organici volatili. Oggi si ritiene che il 25% degli aerosol nel bacino di Los Angeles, provenga dalla vegetazione (18 milioni di alberi) e contenga isoprene chimico. Il professor Cohen spiega questi elementi di PM2,5 come piccole “perle di cera di candela" (aerosol di origine vegetale composti da molecole di isoprene e terpeni) indicando come soluzione non certo l’eliminazione assoluta di piante, ma la scelta gli alberi giusti “a basse emissioni". Ci attendiamo in futuro città che ammettano solo nuove piante, in base alle "emissioni a caldo" certificate...

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