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I nuovi limiti alle emissioni di CO2 imposti dalla UE? Troppo onerosi per l'ANFIA, l'associazione che raccoglie i vari attori della filiera automobilistica italiana. Il secondo pacchetto dedicato alla mobilità pubblicato pochi giorni fa dalla Commissione europea impone dal 2021 un taglio del 30% alle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, con una tappa intermedia nel 2025.
Entro il 2030, in pratica, ogni marchio dovrà avere sul mercato una flotta che abbia il 30% in meno di emissioni di CO2 rispetto ai livelli raggiunti nel 2021. Prevista una serie di incentivi per chi farà meglio dell'obiettivo, ma anche sanzioni salate per chi lo supererà: si parla di una multa da 95 euro per ogni grammo di emissioni superiori al limite per ciascun esemplare prodotto.
Per ANFIA però «Il target di riduzione delle emissioni al 30% proposto dalla Commissione è troppo oneroso, andando oltre il livello auspicato definito in sede di accordo sul Clima e sull’Energia e la stessa valutazione di impatto effettuata nel 2016, che specifica che cosa è necessario fare per adempiere al COP21. In linea con questo, la filiera automotive italiana considera raggiungibile, a costi elevati ma accettabili, un target di riduzione del 20% per le autovetture».
Altro punto critico per la filiera è l'obiettivo intermedio da raggiungere nel 2025: «Non dà all’industria tempo sufficiente per le modifiche tecniche e progettuali che si renderanno necessarie sia sulle vetture che sui veicoli commerciali leggeri, che hanno, inoltre, cicli di sviluppo e produzione più lunghi», sostiene in una nota l'associazione.