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Cabine vuote, nessuno al volante, camion fermi: tra le conseguenze meno evidente (almeno per il momento) della crisi causata dal conflitto in Ucraina, c'è anche quella legata alla mancanza di autisti per il trasporto di merci lungo le autostrade di tutta Europa.
Soprattutto, manca la mano d'opera che finora ha sostenuto il settore, quella in arrivo dall'Est: i Paesi dell'ex blocco sovietico negli ultimi dieci-quindici anni hanno sopperito alla mancanza di vocazioni dei colleghi europei, per una professione che al di là dell'aspetto romantico legata al girare in lungo ed in largo superando confini ed arrivando ai limiti del continente, è fatta anche e soprattutto di sudore, lunghi turni al volante ed anche solitudine.
Altro che “camionisti in trattoria“, con buona pace di chef Rubio... questo è un mestiere pesante e non certo adatto a tutti: si sta via da casa per giorni, sovente anche nei fine settimana.
Così, complice anche l'andata in pensione degli “storici“ della professione senza che ci sia stato un adeguato ricambio generazionale, qualcuno ha già conteggiato in quasi mezzo milione i camionisti che mancano all'appello in Europa, soprattutto nei Paesi del Nord ed in Gran Bretagna, dove in quest'ultimo caso il colpo di grazia è arrivato dalla Brexit.
In Italia ne mancano “appena“ ventimila, ma potrebbero arrivare a trentamila o più entro la fine dell'anno; «una carenza - come sottolinea Renzo Sartori, presidente di Number 1 Logistic Group e vicepresidente di Assologistica, associazione di categoria che fa capo a Confindustria - che avrà un ulteriore impatto sull’aumento dei costi».
Molti autisti, rientrati nei loro Paesi d'origine nell’Est europeo quando la pandemia ha limitato le attività economiche, non sono più tornati: sono romeni, moldavi e ucraini, la cui assenza ora inizia a pesare: la mancanza di autisti potrebbe mettere in crisi il settore delle consegne soprattutto di prodotti freschi come le derrate alimentati, la cui logistica impone una filiera efficiente e senza interruzioni; inoltre, dai dati del Mims, il traffico pesante sulle autostrade italiane è risultato in forte crescita nei primi mesi dell'anno, con aumento del 7% rispetto al 2021.
Il governo ha messo sul tavolo incentivi per facilitare l'accesso ai corsi per ottenere la patente, ma i benefici di questo intervento non saranno certo immediati, quanto spostati sul medio-lungo termine.
Nel frattempo, visto che il passaggio dal trasporto su gomma a quello su rotaia resta una chimera, non c'è da sperare in una veloce soluzione del conflitto, oppure scegliere di fare la spesa in un mercato a km zero.