Novità mancate in gamma, BMW: ecco 5 belle concept-car tedesche di cui pochi si ricordano

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Sono tanti i modelli realizzati dalla Casa tedesca per sperimentare e avere seguito, magari non subito. Tra quelli non divenuti prodotto in serie, ne abbiamo selezionati cinque da leccarsi i baffi anche senza essere amatori dell'Elica
26 febbraio 2022

Parlando di realizzazioni tedesche in chiave concept, per Casa BMW, l'elenco sarebbe lungo da fare. Tra i modelli mostrati al mondo senza poi divenire direttamente prodotto in serie, come si usa frequentemente fare oggi, ecco una piccola selezione riportata in fotogallery.

Auto interessanti, innovative o semplicemente belle e che dopo la notorietà del momento, restano confinate in musei o luoghi simili. Qualcuna ha dato input utili per filoni successivi e viene citata ai lanci modello, altre hanno al contario raccolto eredità dal passato, tentando di riproporle.

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502/528 Sportwagen (1954)

Edizione davvero molto rara delle prime “grandi e lussuose” BMW del dopoguerra, la Sportwagen non venne apprezzata e messa in produzione, per il mercato del tempo. Un tempo in cui su una meccanica della 501 si era messo un poderoso motore V8 e qualcuno aveva osato questa altrettanto poderosa versione aperta, con due porte ed uno stile distante da quello della Casa in quella fase storica.

In minima parte e non pienamente come la 328 Hommage, assume elementi della sportività corsaiola anni Trenta nel suo esagerato formato. La più dinamica e poi celebre 507 si posizionò sul listino al suo posto dopo breve.

2800 Spicup (1969)

BMW e Italia insieme, almeno per il design della 2800 Spicup del 1969, curato da Bertone. Questo modello “targa” molto singolare e distante dalla media BMW del tempo, si basa sulla 2500 sfruttando una soluzione molto particolare, anche onerosa per la serie, nel tetto azionato elettricamente.

Cofano e frontale possono avvicinarsi a modelli sportivi italiani, ma il DNA espresso è tedesco in formato compatto, visti i 4,14 metri di ingombro. Sotto a quelle forme davvero ricercate e se vogliamo futuriste (spider/coupè) ma non apprezzate dalla Casa, per il momento storico del mercato e i costi, un motore 2.8 da 170 CV.

BMW Turbo (1972)

Per le Olimpiadi “di casa” a Monaco 1972, BMW sforna questo bellissimo concept di auto sportiva dalla colorazione sgargiante. La prima a motore centrale per il marchio. Curata nel design forte e anticipatore da Paul Bracq, la Turbo è ovviamente spinta da un motore sovralimentato (2.0 280CV) e tocca i 250 Km/h.

Due esemplari prodotti di gran valore odierno e una serie di soluzioni per sicurezza (il radar) e stile, poi mantenute in alcuni modelli GT messi in commercio nei decenni a seguire dalla Casa.

X Coupé (2001)

A inizio secolo BMW anticipò parte del segmento SUV futuro, con X Coupé. Modello integrale, formato coupé SUV due porte, allestito su meccanica della prima X5. La carrozzeria di alluminio rivela una sorpresa, aprendosi asimmetricamente nel portellone, mentre le ruote da 20" sono oggi quasi ordinarie. Le linee sono alla Bangle, forti, le dimensioni giuste, intorno ai 4,5 metri, ma il motore era un normale diesel che la spingeva a 200 Km/h circa

328 Hommage (2011)

La 328 Hommage è un’auto di quelle che quando le vedi, la prima volta, non puoi non apprezzare. Incredibilmente ben riuscita in tanti, troppi dettagli, nel reinterpretare il mitico modello da gara anni Trenta. Quella 328 anch’essa bella, che veniva a mettere in difficoltà la sportive italiane sul duro terreno della Mille Miglia.

Quando apparve pubblicamente la prima volta al Concorso d’Eleganza Villa d’Este, oltre dieci anni orsono, fu forse l’unica volta, di certo l’ultima, in cui mi feci fare una foto di fianco a un’auto “tanto per”. Alle precedenti ero un bambino o poco più, che riusciva a sfiorare le F1 degli anni Ottanta. Qui complice il contesto non ci sono le urla dei 12 cilindri ma si ammira in silenzio un modello aperto, che reincarna il brivido del rischio con senso di equilibrio.

Al netto: aperta, curata, tecnologica ma analogica, leggera, due posti un po’ asimmetrica perché da gara. Senza portiere… Una linea da vera auto veloce ma anche elegante, pur con quegli elementi dalle forme e dai materiali “passati” a sposarsi con altro dei giorni nostri.

Il motore rigorosamente a 6 cilindri come l’antenata, confezionata dagli ingegneri Fiedler e Schleicher, ma con forse il quadruplo di potenza (oltre 320CV) in soli 780 kg e circa le stesse “quattro informazioni” per il fortunato al volante.

Poteva nascerne una piccola serie limitata di gran valore, ma restò esemplare unico.

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