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Questa volta parliamo di due soli modelli concept, toccando il fronte della Autobianchi. Il primo si chiama A112 Giovani ed è una mini spider opera di Pininfarina, datata 1973. Per certo originale e simpatica, questa versione aperta della A112 è anche adattabile a una seconda vita elettrica, pensando al mercato di oggi. Non a caso molti marchi propongono, chi solo come concept (VW ID.Buggy) chi come piccola serie, dei modelli assimilabili a questo.
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Giovani
La Giovani è un’auto compatta, per uso da tempo libero, tutta italiana e aperta, grazie al tetto rigido asportabile. La base meccanica della Autobianchi A112, avrebbe permesso di rendere la Giovani una scelta economica, salvo volerla immaginare anche Abarth.
Lunga 3,3 metri, dalle forme spigolose, due posti e con degli interni altrettanto fuori dal comune, per materiali (tanta plastica) e target low-cost.
Non venne mai prodotta, ma qualcosa di comparabile Stellantis (proprietaria del marchio) oggi lo potrebbe fare per un brand come Citroen, in formato BEV invece che con quel 1.0 da 58CV. Senza dimenticare che oltre a rivali moderne, quasi 40 anni fa ci erano arrivati anche in Autobianchi.
Runabout
La seconda vettura è la Autobianchi Runabout, antecedente e ispirata alla nautica. Mostrata al mondo nel 1969 era ancor più interessante e fuori dal comune. Curata da Marcello Gandini e Bertone, la Runabout si basava anch'essa sulla A112 sfruttando parti della Fiat 128. Il motore è un 1.1 Fiat "centrale" e a colpire è quella forma un po' a cuneo, tanto cara a certe sportive pure tricolori.
La Runabout per certi versi è davvero futurista, oltre che scenografica nella sua compattezza: anticipa alcuni dettagli ripresi da icone di quegli anni andate in produzione. Per altri aspetti quasi esagera. Con assenza di un vero parabrezza esteso e quel roll-bar, che supporta anche i fari.
A differenza dell'economica Giovani, qui le e finiture concedevano altro alla nautica, per un target diverso: con morbida pelle e maggior cura in abitacolo.
