Novità (esagerate) mancate in gamma, Chevrolet: ecco concept-car americane di cui pochi si ricordano

Novità (esagerate) mancate in gamma, Chevrolet: ecco concept-car americane di cui pochi si ricordano
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Sono tanti i modelli realizzati dalla Casa americana per sperimentare e avere seguito. Tra quelli non divenuti prodotto in serie o mai arrivati da noi, ne abbiamo selezionati alcuni sensazionali: come la Corvette a motore rotativo, quella lunare e persino un modello da "Ritorno al Futuro"
5 marzo 2022

Ecco una carrellata di auto poco note e difficili da vedere, in Europa: realizzazioni americane in chiave concept, per Casa Chevrolet. 

Tra i modelli mostrati al mondo senza poi divenire direttamente prodotto in serie, come si usa frequentemente fare invece oggi, la nostra piccola selezione punta a quelli davvero particolari. Auto innovative o addirittura esagerate e fuori dai tempi, che mostrano come il mondo americano vedeva il futuro negli anni Sessanta e Settanta.

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Ultimus (1965)

Nel 1965 questa speciale Chevrolet tenta quello appariva come un grande passo avanti, con la realizzazione Ultimus. Un modello in parte "spaziale" ma troppo strano anche per il mercato USA. La vettura si basava sullo Chevrolet El Camino un veicolo definibile pick-up radicalmente modificato: con una vetratura al posto del tetto e dotazioni d'avanguardia, quali TV , telefono e registratore, il tutto di alto livello nei materiali.

Corvair I/II (1966)

La Electrovair del 1964 e l'evoluzione Electrovair II del 1966, portavano sotto ai vestiti di una Corvair la motorizzazione elettrica già negli anni Sessanta, per opera della GM. Il pacco batteria era con elementi argento zinco 532V, "piazzati" non certo in modo compatto e basso come oggi: stavano nel cofano e nel bagagliaio.

Il motore raffreddato a olio erogava 115CV, sufficienti a dare prestazioni non lontane della versione a benzina, più leggera di 450 Kg, con velocità massima di 128 km/h e il problema, al tempo, di assenza freno motore. L'autonomia variava tra i 60 e i 130 chilometri e, soprattutto, la resa delle batteria decadeva dopo 100 cicli di ricarica.

Astro III (1969)

Astro III è un veicolo realmente ispirato alle fantasie, o meglio prime realtà spaziali del tempo. Quando l'uomo riuscì ad arrivare sulla Luna, la Casa pensò a questa terza evoluzione di una serie di concept Astro.

Il motore a turbina Allison è posto nel retro nella parte posteriore, vicino alle ruote di trazione. Davanti le due ruote sono invece su un asse molto ristretto, non facilmente visibili. Per entrare in abitacolo, occorreva alzare il tettuccio a sbalzo.

Aerovette (1976)

Negli anni Settanta Chevrolet mostrò il concept XP-882, negli USA e poi ne portò una evoluzione a Parigi, motorizzata Wankel: 6.2 quattro rotori per 420CV. Le porte sono ad ali di gabbiano e ci sono delle correzioni di stile, nei paraurti.

L'ultima evoluzione di questo concept, arriva fino al 1976, con la AeroVette V8 e un alleggerimento dei materiali (alluminio e fibra di vetro). In abitacolo compariva anche un elemento display e qualcuno sperò di vederla tradotta nella serie anni Ottanta, dell'icona Chevy.

Express Concept (1987)

Negli anno Ottanta Chevrolet Express in formato concept riprendeva il filone spaziale, della Casa americana. Forme da navicella quindi, ma leggera (in fibra di carbonio) con ingresso da apertura tetto e poi quella motorizzazione: con turbina a gas.

La velocità non è da poco, nonostante 120CV: 240 Km/h ma soprattutto parte della sua visione futuristica viene "realizzata" subito grazie al cinema, dove in Ritorno al Futuro compare. Vantando delle realtà poi centrate come il DBW, vari display fronte conducente e la camera al posto dei retrovisori.

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