Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Il mondo Renault è oggi orientato alla renaulution, con nuovi modelli in arrivo prodotti su poche piattaforme elettrificate, tendenzialmente “democratici” e spesso comuni nella tecnica anche ai marchi della nota triplice alleanza, con i giapponesi.
Nel passato storico della Casa si sono però sperimentati prototipi di tecnica e tecnologia varia, che hanno osato anche nello stile. A seguire, nella nostra classica rubrica del fine settimana dedicata alle concept-car, una piccola selezione di vetture interessanti e curiose, mostrate al mondo senza poi divenire prodotto di serie su listino prezzi Renault. Da una vecchia familiare con "due musi" alla piccola coupé "Targa" con DNA italiano per lo stile.
La Renault Concept 900 è famosa per essere subito additabile come “auto a rovescio" al primo sguardo. Una familiare che partiva quasi da zero, senza usare telaio di altri modelli, evoluta in tre versioni (quindi ben tre prototipi) che puntavano allo spazio interno, sempre con motore 1.7 V8, posteriore.
Il bagagliaio era addirittura posto davanti, in uno dei prototipi. La prima Concept 900 è firmata Ghia, con carrozzeria di alluminio. Tra le peculiarità, il piantone sterzo mobile e una seduta frontale molto “esposta” motivo principale dell’abbandono, per questioni di sicurezza in caso di incidenti.
Usava il nome oggi noto per la sportiva Audi, il prototipo Renault che venne firmato dall’italiana Ghia pensando a una piccola ma bella e iconica coupé, basata sulla Renault R8 dei tempi.
Era il 1964, ma lo stile andava a riprendere linee francesi del pre-guerra, come quelle di certe Bugatti. La trazione era posteriore e anche il motore era posizionato posteriormente, un 4 cilindri 1.0 da 48CV.
Al Salone di Ginevra del 1983, Renault collabora con Italdesign e presenta la concept Gabbiano. Possibile coupé sportiva con quattro posti "comodi". Il nome è ispirato dall'apertura portiere, scelta per consentire l'ingresso contemporaneo ai sedili anteriori e posteriori.
Tra le caratteristiche della Gabbiano i fari a scomparsa e la vetratura, che avvolge l’abitacolo. Alla guida si presentavano un volante mono-razza e una strumentazione digitale. La Gabbiano era spinta, con trazione anteriore, da un 1.4 benzina.
Il filone delle future auto elettriche figlie della renaulution, R4 ed R5, venne in qualche modo già valutato a metà anni Novanta, in chiave diversa ovviamente. Nel 1996 Renault presentò la Fiftie, per omaggio ai 50 anni della 4CV. Linee tondeggianti, ricchi elementi cromati e feritoie, ma in formato di coupé compatta: due porte a tetto removibile.
La base telaio, di alluminio, era quella della Renault Spider, con uso anche del carbonio e quindi leggerezza, a motore centrale. Nulla di sportivo nelle prestazioni però, essendo il 1.2 8v poi divenuto popolare su Clio, Kangoo e Twingo. In abitacolo la Fiftie era singolare, un mix di vintage e contemporaneo, grazi al display, con elementi di lino, cotone e vimini.
La concept-car Pangea prefigurava in qualche modo una possibile erede di alta gamma per la Renault 4 in versione sperimentale, da lavoro. La Kangoo che si vide poi, fu ben diversa.
La Pangea del 1997 infatti spingeva a fondo sulla tecnologia condivisa con l’olandese Philips e addirittura, trainava un piccolo laboratorio. Già al tempo, in abitacolo si usavano materiali riciclati e una microcamera, collegamento satellitare ma soprattutto, design ricarcato a parte, il motore guardava all’ambiente: con turbina a gas GPL e unità elettrica.