Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Non è molto nota la produzione di prototipi Subaru, in Italia. Il marchio ha infatti spesso orientato le sue sperimentazioni in concept-car verso mercati asiatici o americani.
Dall’archivio della produzione innovativa, esposta ma mai divenuta prodotto in serie, ecco cinque modelli particolari che destano interesse. Dalla piccola “auto giocattolo” alla spider succulenta per chi apprezza le due posti personali ma non esagerate.
Viene mostrata a fine 1985 la concept Subaru ACX-II. Una coupé con stile dell’epoca basata sulla Alcyone (rarità per l’Europa) con motore boxer 2.7 a sei cilindri (ER27) e trazione integrale permanente.
Un modello di serie che ne fa vivere alcune soluzioni è esistito, ma non per il mercato europeo ed in volumi limitati. Si tratta quindi di un genere di auto “mancato” per gli italiani, che almeno in parte avrebbero apprezzato il design con fari a scomparsa e soprattutto questa “dimensione” sportiva e prestante a noi non pervenuta delle Subaru. In versione concept, la ACX-II vantava al tempo non solo il debutto della versione da 150CV con iniezione elettronica del sei cilindri, ma anche molta digitalizzazione, del cruscotto e dei comandi. Se il volante era mono-razza, sotto la radio compariva un “piccolo grande” LCD con anteprima di funzioni navigazione e clima digitali. Anche la strumentazione abbandonava la dimensione analogica e come nelle auto di gran lusso i sedili erano regolati elettricamente.
Nel 1987 per il Salone di Tokyo Subaru libera le fantasie con il piccolo prototipo Jo-Car. Sembra uscito dai fumetti ma è reale, questo veicolo coloratissimo, roadster, adatto per uso di tempo libero e ai luoghi di vacanza. Due posti secchi, di volume molto ridotto, ma cruscotto digitale ed Head-Up display. La meccanica della Jo-Car, vedeva un piccolo motore turbo bicilindrico, 550cc, con cambio CVT e trazione integrale fissa.
La Subaru SRD-1, figlia del progetto Subaru Research and Design, in staff tra Giappone e America, nasce nel 1989 con l’idea di una wagon lussuosa e sportiveggiante. Lunga 4,5 metri, è spinta da un 3.3 boxer a sei cilindri, 24V, con trazione integrale.
Forme pulite e tondeggianti, per enfatizzare lo spazio interno (fino a 8 posti) con impronta quasi da monovolume e tutto il lusso possibile per Subaru al tempo (nei materiali interni, morbidi e nelle dotazioni, parzialmente digitali).
Lo scopo del prototipo era fare breccia nel mercato americano, anche se poi un modello realmente simile non è stato introdotto.
Nel 1997 Subaru propone il piccolo prototipo ibrido Elten. La vettura di forme retrò, che doveva ispirare l’erede della 360, cela una combinazione elettrificata, pensata per la città
Il piccolo motore a benzina lavora con due elettrici, mantenendo la trazione 4x4. La semplicità è d’obbligo, con spazio ridotto per i quattro occupanti (la batteria era dietro il sedile posteriore) e trasmissione CVT. L'insieme di concetti troppo avanti per il periodo non trovò applicazione in serie.
Nel 2003 Subaru prepara una bella concept-car, spyder due posti firmata da Zapatinas (designer greco che ha lavorato anche in Fiat).
La B9 Scrambler, lunga 4,2 metri, mostra forme pulite, addirittura senza maniglie a vista e con qualche elemento che unisce tradizioni europee a modernità. Anche in abitacolo il senso è di semplice modernità, con volante “tagliato” e pochi elementi prossimi al guidatore (come la leva cambio molto alta). Personale a vista ma anche nella tecnica: il motore a benzina 2.0 140 CV si abbinava a un elettrico 100 kW, per tratti in EV fino a 80 km/h.