Nokia 3310: l'operazione revival che sa tanto di automobile

Nokia 3310: l'operazione revival che sa tanto di automobile
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Torna un classico dei primi anni 2000 ed è già febbre per il telefonino “vintage”. Una strategia che sembra riproporre uno schema di successo del mondo dell'automobile, vedi Fiat 500 e Mini
27 febbraio 2017

Ritorna il Nokia 3310, cellulare cult dei primi anni 2000, tempi in cui gli smartphone non erano stati ancora inventati, e sembra già che sarà un successo a giudicare dal tam tam che il nuovo telefonino sta generando da quando è stato presentato al Mobile World Congress di Barcellona.

Piacerà sicuramente per le prestazioni (la batteria dura 22 ore e ben un mese in standby) e per il prezzo contenuto (49 euro), ma soprattutto perché è il frutto di un'“operazione nostalgia” che se per l'elettronica di consumo è un fatto raro, per l'industria dell'auto è una strategia ricorrente ormai da anni. 

A chi punterà il nuovo Nokia 3310? Chi lo costruisce, la HMD Global, società finlandese che nel 2016 ha acquistato da Microsoft le licenze per produrre i telefoni cellulari Nokia, assicura che si rivolge ad un pubblico che non ne può più di telefonini complicati, delicati, da aggiornare, da caricare almeno cinque volte al giorno, che richiedono una competenza digitale piuttosto avanzata.

Insomma, la riedizione del 3310 vuole entrare nelle tasche degli anziani, dei muratori, degli artigiani, gente a cui poco importa postare un selfie su Instagram mentre si sposta per la città su un'auto Uber per andare a fare l'aperitivo in un locale consigliato da Tripadvisor. Gente che vuole semplicemente telefonare. Punto.

Ma c'è da scommettere che il nuovo Nokia 3310 farà breccia su quel pubblico sofisticato e metropolitano a cui il “vintage” piace moltissimo e che sarà quello che ne decreterà veramente il successo, se avverrà.

La "Mini" originale: la odierna dell'era BMW è sul mercato ormai da tre generazioni
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L'operazione di HMD Global assomiglia infatti tanto a quella di BMW, che sul finire degli anni '90 decise di rispolverare il marchio Mini che aveva già in casa dopo aver acquisito Rover. La Mini rinacque però non più come spartanissima utilitaria come quella del 1959 che aveva ragion d'essere per la crisi di Suez, ma come vettura icona dei ragazzi metropolitani più attenti allo stile e alle mode. Un successo, tanto che la Mini targata BMW è ancora sulla cresta dell'onda dopo tre generazioni e che per accontentare diverse fasce di mercato ha dovuto essere declinata in più versioni. Dall'unico modello a tre porte del 2001, la gamma si è moltiplicata nelle varianti Cabrio, Clubman, Countryman (3 e 5 porte), 5 porte, passando per le poco fortunate esperienze di Coupé e Roadster. 

Oppure a quella di Fiat, che nel 2007 decise di rifare la 500 con un design fortemente ispirato a quello dell'originale del 1959. Oggi la 500 è diventato il modello più famoso di Fiat nel mondo e anche in questo caso la formula è stata talmente vincente da aver quasi costretto ad allargare l'offerta con le varie 500X e 500L, che ormai insidiano come volumi di vendita anche la Fiat Panda che per l'appunto, è un nome nato negli anni '80, quasi 40 anni fa. 

La Fiat 500 della prima generazione. la riedizione del 2007 è oggi il modello Fiat più famoso e venduto nel mondo
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Di esempi se ne potrebbero fare tanti: Volkswagen rifà il Maggiolino, Chevrolet continua a produrre la Camaro come Ford la Mustang e Dodge la Challenger (da notare come nessuna delle Big Three voglia rimanere scoperta nello storico segmento delle “muscle cars”), Renault crede nel remake della Alpine A110 e persino la Honda che è giapponese, il popolo più innovativo del mondo, il più sensibile alle novità tecnologiche, ha ceduto al fascino del vintage chiamando ancora Honda NSX la nuova supercar, riproponendo un nome di successo negli anni '90.

Per tornare in Italia, ci sarà un valido motivo se Piaggio continua a chiamare Vespa il suo scooter di punta. Il motivo è che le riedizioni in chiave vintage piacciono perché evocano ricordi, ti fanno pensare a quando eri più giovane oppure, se non eri nato, ti ricordano l'auto dei tuoi genitori, che saranno più propensi a comprarla proprio per quel piacevole effetto nostalgia che riporta anche loro ai giorni migliori. Insomma, siamo al vecchio che avanza. E pare che funzioni.

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