NFT: (quasi) tutti lo offrono, ma cos'è esattamente? E perché io non ce l'ho?

NFT: (quasi) tutti lo offrono, ma cos'è esattamente? E perché io non ce l'ho?
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Scopriamo insieme gli NFT, come funzionano e cosa c'entrano con il mondo delle auto
20 dicembre 2022

Nel mondo odierno, specialmente se vivete la vostra vita anche in internet, vi sarà capitato di sentir parlare di NFT, la moda degli ultimi anni, l'idea che tutti perseguono e che apre le porte a dozzine di migliaia di idee possibili, con mercati mai esistiti che adesso si trovano a doversi spartire moltissimi soldi. Ma cosa sono questi NFT?

Partiamo dalle basi: NFT sta per Non Fungible Token, ovvero gettone non copiabile. Se in italiano suona male, in realtà è più facile una volta spiegato: parliamo di un qualcosa di unico, che non può essere sostituito da altro. Se prendiamo per esempio le criptovalute (poi capirete la connessione tra le due cose), queste possono essere scambiate per altre criptovalute, mentre gli NFT no.

Capita la nomenclatura, passiamo alla pratica: con NFT si intende un contenuto digitale che rappresenta un oggetto del mondo reale. Possiamo passare da musica a giochi, fino a opere d'arte o qualunque altra cosa abbia un meccanismo di collezione. Ovviamente l'acquisto di un NFT non significa acquistare l'opera in sé, ma solo arrogare un diritto sull'opera, garantito attraverso quello che viene chiamato smart contract.

Questi smart contract servono a capire chi acquista un NFT, anche quando questo verrà venduto ad un altro proprietario, passando di mano in mano. A tenere traccia di tutto questo è la blockchain, dove il codice hash (un codice generato dalle informazioni presenti all'interno dell'NFT, che non permette di risalire a parti inverse all'NFT che l'ha generato) viene memorizzato con tanto di marca temporale associata. La blockchain che mantiene queste informazioni garantirà al possessore di dimostrare la proprietà sull'opera senza necessità di intermediari.

Capito quindi che questi NFT sono diritti su opere o eventuali altri oggetti del mondo reale, l'acquisto di questo permette di avere un qualcosa di più pratico, la community, e un qualcosa di meno fisico, ovvero il guadagno da mercato: se pensiamo a questi NFT come ad una sorta di diritto d'acquisto, il poterlo rivendere (con prezzi che cambiano in base alla disponibilità di tali NFT, che ricordiamo devono essere uno diverso dall'altro, anche minimamente) e l'eventuale prezzo che si alza dopo la prima vendita, può portare il guadagno. Ma ciò che a noi interessa molto di più, in ambito auto, è la prima, la community.

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Gli NFT come accesso ad una community

Ciò che infatti va per la maggiore riguarda la connessione tra NFT e community: l'acquisto di un Non Fungible Token diventa automaticamente un biglietto d'ingresso all'interno di un gruppo che sarà oggettivamente ristretto, visto che questi NFT non sono infiniti e devono essere unici.

In questo modo ci troviamo davanti ad un gruppo quasi elitario di persone che potranno accedere a eventi speciali, a attività particolari organizzate per poche persone e persino magari avere un accesso privilegiato a acquisti di vario genere.

Detto questo, come gli NFT possono fare breccia nel mondo delle auto? Alcune aziende già ci sono dentro fino al collo, altre stanno pensando a delle applicazioni.

NFT e Auto

Andiamo a scoprire alcune delle attività: sappiamo per certo che Ferrari si è mostrata interessata all'esplorare questa opportunità (grazie alla collaborazione con Velas Network), mentre altre aziende come Lamborghini hanno già fatto il loro passo. Parlando proprio di questa, parliamo del progetto Space Time Memory, una serie di 5 fotografie di una Lamborghini che decolla verso le stelle vendute all'asta con cifre che vanno dai 70.000 ai 200.000 dollari. Anche Bugatti ha sviluppato un piano artistico NFT con le digital art che sono andate in asta da Phillips il 30 giugno, dal nome Asprey Bugatti.

Alfa Romeo invece di puntare su aste o attività una tantum, ha deciso di sfruttare per l'Alfa Romeo Tonale proprio la tecnologia degli NFT e della blockchain: l'azienda ha creato un registro digitale protetto e non modificabile sul quale vengono inserite le informazioni relative alla vettura, che identificherà l'auto e la sua storia. Sfruttando quindi la tecnologia NFT, Alfa Romeo permetterà tramite la blockchain di risalire ad ogni informazione utile legata all'auto, compresi i passaggi di proprietà e eventuali riparazioni o altro, in modo da offrire una sorta di garanzia per la futura vendita all'usato.

Passando ad Alpine, notiamo un approccio più artistico e standard per l'azienda, con delle crypto art che mostrano una concept creata esclusivamente in NFT. Restiamo in attesa poi di Audi, che ha ufficializzato il suo ingresso accanto a xNFT (piattaforma per creare NFT) e che sta lavorando ad un'edizione limitata di NFT in collaborazione con FAW-Volkswagen.

Non solo produttori di auto, visto che anche Telepass ha prodotto i propri NFT: il progetto, sviluppato nella divisione Telepass Digital, permette una volta acquistato un NFT di usufruire di altri servizi e di cash back sui servizi di mobilità. Ecco quindi che questi NFT Telepass permettono di diventare associati ad una membership speciale, con sconti dedicati usufruibili tramite app, come veri e propri voucher.

Sicuramente nel corso dei prossimi anni potremmo assistere ad un'esplosione degli NFT nel mondo dell'automotive, magari garantendo accessi a gruppi esclusivi, eventuali preordini anticipati o persino edizioni limitate di vetture. Perché in fondo se pensiamo ai collezionisti di auto, sempre alla ricerca del pezzo unico, cosa c'è di meglio per loro di una community ancora più ristretta dove acquistare pezzi ancora più rari? E questa è solo una delle facce di questa medaglia chiamata NFT, che potrebbe aprire a tecnologie più comode per i guidatori, come visto con Alfa Romeo.

Perché io non ce l'ho?

Il problema degli NFT, semplicemente, risiede nella barriera architettonica creata dalla difficoltà di comprensione: non è facile capire come funziona, cos'è la blockchain e in che modo questo acquisto, che comunque può far spendere un po' di soldi, possa portare un guadagno futuro. Sicuramente la rivendita del prodotto artistico ha un valore, ma come tale diventa difficile capire anche quando ne vale la pena.

Per il discorso community, va capito di volta in volta se i servizi offerti - che spesso si riducono a cose generiche che non subito diventano chiare - possono dare un vantaggio vero e proprio. La combinazione di entrambe sicuramente permette un'ottima proposta (accedo alla community, e se non mi trovo vendo l'NFT) ma senza una chiara spiegazione, sarà normale avere persone che si chiedono se devono o meno comprarle.

L'immagine di apertura è di NFT Dropszone 

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