Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Si è svolta a Rho Fiera-Milano dal 12 al 14 ottobre Next Mobilty Exhibition, kemesse dedicata alla mobilità sostenibile che ha offerto uno sguardo al futuro dei trasporti. L'argomento è stato esplorato sin dal principio, nel convegno 'Pensare il modo differente per muoversi in modo intelligente', organizzato da Federmotorizzazione e Confcommercio Mobilità. Un incontro in cui si è posta la lente d'ingrandimento sui cambiamenti che stanno trasformando le città, rendendole più intelligenti e green. In aggiunta agli interventi di alcuni esponenti politici, come gli europarlamentari Massimiliano Salini e Paolo Borchia, soo stati resi noti i risultati di uno studio condotto da Format Research e volto a comparare la visione dei cittadini e quella delle imprese sui cambiamenti in atto.
La transizione elettrica, ha spiegato il presidente di Format Research, Pierluigi Ascani, presenta diversi ostacoli. Da un lato i cittadini accusano l'insufficienza dei servizi di trasporto pubblico urbano e l'integrazione tra città diverse. Secondo i dati dello studio, il 56% dei cittadini ritiene che la transizione impatterà pesantemente sugli spostamenti. D'altro canto, l'84,5% degli italiani comprerebbe un'auto elettrica, ma solo se dovesse costare fino a 25.000 euro. Per quanto riguarda l'impatto sulle imprese, il 34,5% dei responsabili prevede un effetto negativo, con il 2,6% che vede nero, e ipotizza il rischio di chiusura.
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione e Confcommercio Mobilità, ha sottolineato le differenze tra le varie aree del nostro continente. "Serve un diverso approccio al tema dello sviluppo della motorizzazione elettrica tra il Nord Europa, più ricco, e il Sud Europa Mediterraneo, più povero - queste le parole riportate dall'Ansa -. Il cittadino medio italiano non acquista auto elettriche perché non se le può permettere: i decisori politici devono farsi interpreti dei bisogni dei cittadini e adottare linee adatte al nostro Paese, puntando con decisione allo svecchiamento del parco inquinante, il più vetusto d'Europa, anche attraverso le motorizzazioni tradizionali di ultima generazione".
Entrando nel dettaglio dei mezzi di trasporto pubblico, l'obiettivo del Pnrr accolto dagli operatori del settore è il trasferimento del 10% degli spostamenti in auto verso sistemi di trasporto pubblico locale urbano o extraurbano entro il 2026. Un traguardo, questo, che deve essere raggiunto lavorando su due fronti. Da un lato, gli investimenti pubblici in mezzi di ultima generazione. siano essi elettrici, a idrogeno o a gas. Dall'altro, un cambiamento di vedute da parte degli utenti, che dovrebbero diventare più propensi a privilegiare il trasporto pubblico, limitando così l’uso dell’auto privata. I nuovi mezzi, peraltro, presentano anche un altro vantaggio non indifferente. Essendo connessi, consentono uno scambio di informazioni che potrebbe, in futuro, evitare ritardi e rallentamenti, informando nel contempo gli utenti sui tempi di attesa.
Di questo e molto altro si è discusso alla Next Mobility Exhibition, che ha visto la partecipazione di moltissime aziende del settore, tra cui Industria Italiana Autobus, Irizar e-mobility, Isuzu Bus Italia, Iveco Bus, Karsan, MAN Truck & Bus Italia, Otokar Europe, Rampini Carlo, Solaris Bus & Coach, Tecnobus, ZF Italia. Un parterre ricco, per offrire una visione completa di quello che potrebbe essere il futuro della mobilità sostenibile.