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Le cosiddette "calze da neve", ovvero quelle coperture in tessuto che si calzano sulle ruote e aumentano l'aderenza delle gomme estive su ghiaccio e neve, esistono dagli anni 2000, e in vari Paesi, per esempio l'Austria dove la neve non manca di certo, erano regolarmente autorizzate ad essere impiegate come sostituto delle catene. Lo sappiamo tutti che non hanno la stessa efficacia di una buona gomma invernale o di una catena classica, ma in situazioni di emergenza possono aiutare, sono molto più facili da montare, non arrugginiscono e sono più leggere.
Per oltre dieci anni, però, in Italia sono state considerate "illegali", ovvero non sostitutive delle catene tradizionali nei periodi in cui c'è l'obbligo di dotarsi di equipaggiamenti per l'inverno, perché non omologabili. Con il solito strascico di multe, proteste, circolari, sovrapposizione di norme comunitarie e nazionali. E questo perché ci si rifaceva ad una norma tecnica internazionale del 2010, adottata poi nel 2011. Nel 2020 la norma è stata aggiornata (UNI EN 16662-1) e ora prescinde dal tipo di materiale per ottenere l'omologazione.
Venerdì le comunicazione della Direzione generale della motorizzazione Civile che dopo un rifiuto a considerarle legali durato 11 anni e una norma aggiornata nel 2020, finalmente si accorgono di essere nel 2022 e le ammettono. Si potranno usare dal 15 novembre, quando scatta l'obbligo dei dispositivi invernali e in caso di controllo valgono quanto le catene.
Una nota circa l'impiego delle "calze": essendo di materiale plastico e di stoffa sintetica, sono più fragili delle catene e subiscono una forte usura sull'asfalto, quindi possono essere un discreto mezzo per risolvere una situazione di emergenza, ma solo sulla neve compatta ma non troppo gelata. Le cosiddette "calze" non hanno alcuna utilità se già avete le gomme invernali.