NCC: illegittimo l’obbligo di rientro in sede

NCC: illegittimo l’obbligo di rientro in sede
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Una sentenza della Corte Costituzionale riapre la questione relativa all’attività degli NCC, non può sottoposti all’obbligo di rientro in sede prima di effettuare un’altra prestazione
27 marzo 2020

Noleggio con conducente, nuovo colpo di scena: la controversia che nei mesi scorsi ha opposto la categoria degli NCC alla lobby dei tassisti rischia di riesplodere, in conseguenza della sentenza n. 56 con cui la Corte Costituzionale ha stabilito che chi svolge servizi di noleggio con conducente non può essere obbligato a rientrare in rimessa prima di cominciare una nuova prestazione.

La relatrice Daria de Pretis ha specificato che tale obbligo comporterebbe un irragionevole aggravio organizzativo e gestionale per il vettore NCC, costretto sempre a compiere "a vuoto" un viaggio di ritorno alla rimessa.

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Inoltre, tale l'obbligo appare sproporzionato rispetto all'obiettivo di assicurare che il servizio sia rivolto a un'utenza specifica e non indifferenziata,poiché la necessità di ritornare ogni volta in sede per raccogliere le richieste può essere superata senza interferire con il normale servizio di taxi, grazie alla possibilità, prevista dalla stessa legge, di utilizzare i moderni strumenti tecnologici disponibili a bordo vettura.

“Crediamo - afferma in una nota Uber Italia - che tale decisione rappresenti un primo passo verso la modernizzazione della legge che regola i trasporti privati in Italia. Ci impegniamo ad essere un partner di lungo termine delle città italiane e a lavorare con i taxi e gli NCC per costruire insieme il futuro della mobilità”.

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