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Ogni volta che incontri Nasser-Al Attiyah è un sorriso, sia che le cose siano andate bene, cioè nella stragrande maggioranza dei casi, sia che non tutto sia filato via liscio. “Più bravi gli altri!”, è solito dire in questi casi, immediatamente guardando avanti con sincera serenità. È il genere rarissimo di Campione che mette tutti d’accordo e in grande pace. Tenutissimo e agonisticamente intransigente in pista, oltre il cronometro è il migliore dei compagni di avventura che si possa immaginare. Ha la bravura e la fortuna di poter correre per “professione” e di aver costruito sulle sue passioni e sul suo talento la principale attività, è spinto da un entusiasmo smisurato per lo Sport e per le sue sfide, e sa essere professionista e “libero” come nessun altro al mondo.
Nei Rally Raid il “Principe del Qatar” ha vinto la Dakar due volte, nel 2011 con la Volkswagen ufficiale, e nel 2015 con la Mini All4Racing del Team X raid di Sven Quandt. Su 11 partecipazioni vanta anche un secondo e un terzo posto. Con la vittoria al OiLibya Rally del Marocco, Al-Attiyah e Matthieu Baumel, bravissimo navigatore francese da quest’anno inseparabile compagno di avventura, hanno già conquistato la Coppa del Mondo Cross-Country Rally, che il Qatariano aveva già vinto nel 2008 in coppia con la navigatrice svedese Tina Thorner.
Nei Rally “tradizionali” Al-Attiyah ha vinto nel 2006 il Campionato del Mondo WRC classe Produzione con una Subaru Impreza e nel 2014 il Mondiale della WRC2 con una Ford Fiesta R5. Per lo stesso Titolo è in corsa, nel finale di questa stagione con una Skoda Fabia R5, con il finlandese Lappi. La “bella” al RallyRACC che si disputerà in Spagna a fine mese. Per dieci anni Al-Attiyah ha anche vinto il Campionato Rally del Medio Oriente, e il suo obiettivo è quello di uguagliare, almeno, il record che appartiene alla leggenda Mohammed bin Sulayem con 14 successi.
Oltre alle corse su quattro ruote, Nasser Al-Attiyah ha un’altra grande passione, il Tiro a Volo, attività che svolge con non minore serietà e impegno, che gli ha regalato non minori soddisfazioni e che lo lega in modo particolare all’Italia, dove passa vari mesi all’anno per allenarsi. Nato a Doha 45 anni fa, Al-Attiyah ha partecipato dal 1996 a ben cinque edizioni dei Giochi Olimpici, Atlanta, Sidney, Atene, Pechino e Londra, e in quest’ultima edizione ha vinto la medaglia di bronzo. Ambasciatore Sportivo del suo Paese, Nasser Al-Attiyah si prepara a partecipare alla sua Sesta Olimpiade, a Rio de Janeiro il prossimo anno.
Nasser Al-Attiyah. «Beh, è logico che si sia sorridenti e felici quando le sensazioni sono così buone. Con la vittoria al OiLibya Rally del Marocco possiamo dire di aver vinto “quasi” tutto. Abbiamo vinto la Dakar, e adesso la Coppa del Mondo Rally Raid, e quasi tutte le competizioni a cui abbiamo preso parte. Siamo felici e direi che per me e per Matthieu è stata una grande stagione.»
Il supporto di tutti contribuisce a costruire dei grandi momenti che viviamo tutti insieme, perché quello che faccio non è solo per me ma per tutti gli appassionati!
Come è possibile che una Persona sia il Campione della Dakar, del Campionato del Mondo, del WRC, nello shooting, praticamente in tutto quello che fa?
«Veramente non lo so, ma probabilmente questo dipende dal fatto che lavoriamo molto duramente per ogni competizione e per ogni evento a cui partecipiamo, per ogni Titolo a cui puntiamo. Probabilmente è perché possiamo contare su un grandissimo supporto di molta gente e di molti appassionati, e per esempio sul vostro. Il supporto di tutti contribuisce a costruire dei grandi momenti che viviamo tutti insieme, perché quello che faccio non è solo per me ma per tutti gli appassionati!»
Anche per noi è più facile lavorare con te e con Matthieu, perché si “lavora” sempre sui massimi risultati. Come quest’anno…
«Beh, quest’anno abbiamo corso in tre diversi Campionati, più la Dakar. Adesso abbiamo vinto la Dakar, la Coppa del Mondo, ci manca un punto per vincere il Meddle East Rally Championship e raggiungere quota 11 Titoli, e con un buon risultato in Spagna possiamo vincere anche il WRC2. Sì, è proprio un buon anno.»
Non vi viene mai a noia, non diventa una noiosa abitudine vincere tutto?
«No, no, no. Forse si può essere un po’ stanchi, ok, le corse che facciamo sono dure e faticose, e richiedono anche un grande impegno di tempo e logistico. Ma, sai, il mio Paese è con noi, e ci da un grande supporto, e non ci si stanca mai di dare il massimo per ricambiare l’onore di questo privilegio.»
In Marocco il Rally si corre nel deserto aperto, i buggy sono in parte favoriti e le Peugeot si sono comportate molto bene. Credo, però, che abbiano bisogno ancora di un po’ di tempo per costruire la Macchina ideale
Anche l’Equipaggio ha la sua importanza. Si può dire che quest’anno avete praticamente vissuto insieme, tu e Matthieu Baumel.
«Certo, sì. Matthieu ha fatto un vero, grande lavoro, e l’intero Team ha lavorato molto. Sai, ogni volta che si vince, non è mai merito di una sola persona, ma questo accade perché si lavora bene tutti insieme, e tutti nella stessa direzione. È sempre così che si vincono le corse, e le sfide della vita.»
Come avete visto le nuove Peugeot finalmente in un confronto diretto in Gara?
«Bene. Le abbiamo viste bene. In Marocco il Rally si corre nel deserto aperto, i buggy sono in parte favoriti e le Peugeot si sono comportate molto bene. Credo, però, che abbiano bisogno ancora di un po’ di tempo per costruire la Macchina ideale. È comunque un bene vedere in azione Carlos Sainz, Sébastien Loeb, lo stesso Mikko Hirvonen. È bello vedere facce nuove nel Campionato e alla Dakar. Senz’altro il tutto più interessante. Ed è stato bello vedere in Marocco tutti i Team più importanti: le Mini, le Toyota, le Peugeot.»
Sei preoccupato di questa nuova, nutrita e agguerrita concorrenza al tuo Titolo di campione in carica della Dakar?
«No, no. So quello che faccio. Potrei essere preoccupato solo se penso che può sempre succedere qualcosa di sbagliato. Ma non temo il confronto con gli altri Piloti, anche se so che sono bravissimi. Sento di avere tutta la forza per farlo al meglio dentro il mio cuore.»
Per la prossima Dakar, dunque, siete pronti?
«Sì, a desso siamo pronti per la prossima Dakar!»