Nasce ACI Storico, per tutelare le auto d'epoca

Nasce ACI Storico, per tutelare le auto d'epoca
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L'Automobile Club d'Italia lancia una nuova strategia per la salvaguardia delle auto d'epoca, e mette on line uno degli archivi storici più grandi del mondo
10 giugno 2013

Prima uscita ufficiale per il nuovo Registro Storico voluto dall’ACI: una grande festa all’Autodromo “Piero Taruffi” di Vallelunga per testimoniare il mai sopito amore per le classic car. Ed in mezzo a splendidi esemplari tirati a lucido, tra Balilla, Fulvietta, Porsche, Mercedes, Frog Eye, Lancia Zagato e tante altre aristocratiche signore a quattro ruote, ecco  rispuntare anche lo storico logo dell’ACI datato 1905. Un’operazione significativa sulle intenzioni: l’ACI fa sul serio, perché ha un ambizioso obiettivo finale.

Sticchi Damiani: «La passione per l'auto ci distingue nel mondo»

Arrivare ad un sistema di tutela giuridica a favore di tutti i collezionisti di veicoli d’epoca. «La passione per l’auto è un elemento che ci distingue nel mondo, il fil rouge della storia economica, industriale e sociale del nostro Paese nel ventesimo secolo. Questa passione oggi è attanagliata dalla crisi economica, dalla cupidigia dell’Erario, dall’eccesso di burocrazia e dalla mancanza di attenzioni delle istituzioni nazionali e locali. Dinnanzi a questo scenario, l’Automobile Club d’Italia rinnova il suo impegno a tutela dell’amore e della cultura per le quattro ruote, iniziando un percorso a salvaguardia dell’automobilismo d’epoca sotto il marchio di Aci Storico». Così il presidente Angelo Sticchi Damiani ha illustrato la strategia del nuovo corso dell'Automobile Club.


«Il nuovo Registro Storico sarà il punto di riferimento normativo per i collezionisti che vedranno riconosciuti i propri diritti indipendentemente dall’iscrizione a un’associazione - prosegue Damiani - L'Aci scende in campo per riprendersi un settore storico da tempo trascurato»

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Le auto storiche sono un patrimonio da preservare

Aci Storico: vantaggi per gli appassionati

Aci Storico unirà gli automobilisti più appassionati del settore, offrendo diversi vantaggi (soprattutto in campo assicurativo) e nuove occasioni di divertimento. Una delle iniziative più interessanti è la creazione di una maxi biblioteca online con tutto il patrimonio - finora custodito negli archivi della sede nazionale di ACI e negli Automobile Club provinciali - di documenti, libri, giornali, riviste, pubblicità e testimonianze storiche del mondo dello sport e della mobilità. In concreto, l’Aci si propone di diventare il primo interlocutore anche dei possessori di auto d’epoca: «Abbiamo storia, tradizione, know how e strutture per diventare interfaccia dei collezionisti per l’assistenza normativa e meccanica, il rilascio di certificati e documenti, la fruizione delle facilitazioni tributarie e assicurative, l’organizzazione di raduni, mostre ed incontri - continua Sticchi Damiani - L’Automobile Club d’Italia è l’unico soggetto pubblico capace di fornire risposte veloci e qualificate in tema di mobilità, storica e di tutti i giorni».


«La nostra prima sfida è sul piano culturale - ha aggiunto Sticchi Damiani - contro il più antico e sbagliato dei pregiudizi: l’auto d’epoca non è un bene di lusso. Il piglio del Fisco è arrivato a generare paradossi in questo settore, imputando a un automobilista 46.000 euro di reddito annuo solo perché guidava una Mercedes 240D del 1982 comprata per 1.250 euro!»

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Il settore dell'auto d'epoca vive di pura passione

Auto d'epoca: non sono giocattoli da milionari

«Ma chi crede che le auto d'epoca siano solo giocattoli da milionari sbaglia di grosso: in Italia ci sono 4,1 milioni di auto con più di venti anni di età, quindi di interesse storico, di cui oltre l’80% vale meno di 10.000 euro. Un patrimonio importante perché qui si punta a tutelare non le auto semplicemente “vecchie” ma quelle di reale portata storica. Siamo infatti ad un punto delicatissimo: sembra che il Governo stia studiando una manovra di sovrattasse per le classiche, che rappresenterebbe «un’inutile e irreparabile  tragedia per il settore». 

 

Settore che invece ha bisogno di pura passione per vivere.  «Fin dagli albori delle corse, la gente si accalcava ai bordi delle strade per vedere sfrecciare i modelli più affascinanti, potenti e performanti - ha concluso il presidente dell’ACI - prima per curiosità, poi per passione. Oggi dobbiamo alimentare con continuità il fuoco di quella passione». 

 

Passione poi lasciata libera di scatenarsi sul tracciato di Vallelunga: i motori hanno preso vita, facendo vibrare l’aria intorno. Grazie ad ACI Storico, per le vetture d’epoca inizia una nuova avventura.

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