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Prosegue la campagna di forte tutela per l’industria americana da parte dell’amministrazione Trump, anche sul fronte automobilistico. Protezionismo sì, come noi in Italia certo non lo vedremo mai, ma non così estremo da chiudere la porta a tutti, se si entra nel dettaglio di come vengano “trattati” gli Stati vicini rispetto ad altri.
Di questi giorni infatti, la notizia che durante le negoziazioni del North American Free Trade Agreement, gli USA stanno puntando a far salire ulteriormente il peso dei propri prodotti, senza però rompere del tutto gli accordi. Parlando di auto e veicoli leggeri, i media americani e canadesi riportano addirittura le percentuali target che il governo americano pretenderebbe: quanto sia importato da Canada e Messico, verso il mercato U.S. deve contenere il 50% di “prodotti americani”. A livello generale, attualmente, il 62% delle componenti in un veicolo venduto nel Nord America deve essere riferibile dalle regioni stesse, senza distinzione precisa (ovvero in percentuale libera tra Canada, Messico o USA); l’obiettivo, sempre secondo le prime indiscrezioni dai colloqui in corso, non ancora giunti a definizione, è salire a oltre l’80% di cui la metà ovviamente, sia di pertinenza statunitense.