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Non abbiamo lo spazio per parlare di questo museo in termini generici, sono troppi i contenuti approfondibili a chi vuole esplorare uno dei mille aspetti che costituiscono la Ferrari, da quello storico a quello tecnico, dal design allo studio dei materiali dei telai, delle carrozzerie, degli interni, delle fusioni e quant'altro: riportiamo in breve che all'interno è presentata l'intera storia della F1 (auto, piloti e trofei!), vi sono tra le più importanti realizzazioni di serie, non le one-off, partendo dalla 125 S e arrivando alla LaFerrari Aperta. Non ci sono la Dino 308, la Mondial e la 456 e non ci dispiace.
Nutrito il materiale motoristico, ovviamente protagonista del mondo Ferrari. Magnifici i disegni della 125 S, la prima auto da gara di Ferrari, ingegnerizzata da quel Giuseppe Busso che progettò i più bei motori della storia, per Alfa Romeo.
Fondamentali per capire l'auto moderna anche i tre simulatori di F1 al pian terreno ed il paddock di controllo delle gare di F1, installato al piano terreno, da cui escono i numeri a seconda dei quali si faranno evolvere le monoposto. Non guastano per nulla il nutrito shop e la caffetteria.
Noi abbiamo voluto approfondire solo il design e non ci è ovviamente bastato il tempo dati i contenuti. Abbiamo rinunciato a seguire il design delle auto da gara, perchè servirebbero pagine per raccontare l'aerodinamica nelle competizioni, ma presto lo faremo.
In questo museo non c'è nulla da vedere passivamente, la Ferrari non è un auto generalista. È un luogo di studio, di critica attiva e di puro piacere. Quest'ultimo non è dato solo dalla bellezza che ci pervade tra tanti splendori, ma dalle emozioni che proviamo. Un marchio solo ad esempio espone auto di diversi carrozzieri ormai mitologici, confrontabili, approfondibili e in grado di far comprendere nell'interezza la storia di quegli anni. Abbiamo auto di Vignale, di Scaglietti, di Pininfarina e del Centro Stile Ferrari. Sotto Pininfarina vediamo e capiamo di che incredibile spessore umano in primis sono fatti ad esempio maestri del calibro di Aldo Brovarone e Paolo Martin, autentiche scuole nella scuola. La 500 Superfast racconta chiaramente del suo marchio, del suo carrozziere e della persona che per lui l'ha disegnata. È cristallina, stupenda, completa e maledettamente vera. Osservando questo capolavoro si fanno riflessioni che diventano molto profonde.
La 195 Inter di Vignale ci illustra tutta la minuziosità nei volumi e nel dettaglio di cui era capace il carrozziere: il frontale è impeccabile, la griglia è rifinitissima come pure il taglio delle portiere, i colori e i suoi interni. Vignale ha sempre un posto particolare nel cuore dei designer più attenti. L'innovazione stilistica creativa realmente professionale è sempre presente nelle pieghe delle lamiere ideate dalla firma della Mole.
Ci sono i disegni, i bozzetti fatti a mano da Manzoni per il Centro Stile Ferrari nel definire LaFerrari, grandi e legibili. Disegni che evidenziano autentica bravura grafico-creativa ed il ragionamento filologico di Flavio nell'andare a proporre il nuovo, evolvendo anche la ricerca del passato, mantenendo il carattere del marchio. Un ottimo metodo in un momento in cui spesso il prodotto di design perde senso logico – vedi frontali a rasoio elettrico Lexus e Infiniti, calandra Aston Martin copiata di sana pianta assurdamente su tutta la produzione Ford (pure commerciali), padiglione posteriore Citroen Cactus clonato integralmente dalla successiva Audi Q2, dictat dei frontali simil-Audi single frame ovunque e tanto altro di confuso.
Meraviglia desta il “fil di ferro” della Ferrari Gto posta al piano della prototipazione. Spettacolare modello di studio, ci insegna come facevano una volta a disegnare le auto: molto spesso non le disegnavano appunto, ma realizzavano direttamente il modello scala 1:1 con ferri flessibili per essere il più precisi e realistici possibile. Questo modello di Gto illustra la tecnica con cui Giancarlo Guerra ad esempio, il capo dei battilastra di Scaglietti, concepì e realizzò la Daytona senza disegnarla, straordinario! All'epoca si faceva così, e qui lo comprendiamo.
Che dire poi del mondo della F1, che rende omaggio anche alla Lancia D50 con grandissimo e commuovente fair-play, date le tristi vicende che unirono i due marchi nel cordoglio attorno a “Ciccio”, Ascari, morto durante una prova casuale a Monza nel '55.
L'evoluzione aerodinamica della F1 è ampiamente raccontata dai serbatoi laterali della D50, prodromi della forma della F1 moderna, a tutti i diversi musetti ad esempio delle monoposto che si possono ammirare in una sorta di anfiteatro della vittoria.
Diversi modelli e parti della carrozzeria sono dislocati ad illustrare i particolari generati dalle leggi dell'aerodinamica. Questi evidenziano anche come ad ogni evoluzione progettuale – e viceversa - corrisponde in sincronia una nuova tecnica di lavorare le resine, gli stampi e il loro problema della simmetria lato destro e sinistro. Il mondo dei resinatori, lo ricordiamo, ha preso il posto dei battilastra. Può non piacerci l'idea ma il loro lavoro è altissimo artigianato, intriso di scienza, chimica e inventiva. Vi operano per lo più giovani bravissimi a cui le draconiane leggi sull'”austerità” cadute sulle Gt precludono il lavoro, molto più a loro che ai robot che realizzano le utilitarie.
Bello vedere poi l'evoluzione dei modelli di studio, da quelli storici più artigianali e diretti a quelli contemporanei sintetici, fatti dal computer. Ibrida la J50, sgrezzata dal cam e interamente finita a mano, come illustrato dalle belle foto poste a spegazione del modello. Queste esperienze sono tra le più interessanti del museo: fanno vedere come si lavora oggi in ambito del design Ferrari. Il percorso è ben spiegato: dalla meccanica, con l'”esploso” di una 458 al grezzo, si percorre in un ordine diluito tra tecnica e storicismo l'evoluzione delle carrozzerie di studio, dagli anni d'oro ad oggi. Il “filo” della Gto e il “mascherone” su cui batterono le lastre della 365 P fanno sentire parecchio l'empatia con l'auto fatta a mano da persone tanto semplici quanto geniali. Vi è la storia dell'uomo che viveva ancora in cascine povere, parlava solo dialetto ma proporzionava i volumi dei futuri miti delle quattro ruote e ribatteva le lastre di lamiera con una maestria tale da renderlo impeccabile, sobrio e impareggiabile. Diverso è il feeling con J50: è giustamente inserita tra i pezzi forti della storia Ferrari ed il suo lessico è diverso. E' intriso di un rapporto con la velocità totalmente differente rispetto alla Gto, che doveva vincere assolutamente in gara. La prestazione di J50 è effimera ed il suo linguaggio più specializzato rispetto alle progenitrici. Ma qui comprendiamo che i ragionamenti che l'hanno generata sono fatti da uomini, come una volta, la cui bravura per fortuna rimane sempre leggibile. Senza questo racconto museale non comprendiamo al meglio l'attualità, non ci rendiamo conto se il nostro periodo storico sia felice o represso e che messaggi ci stia portando.
In sintesi vale assolutamente la pena a designer, studenti e appassionati prendersi l'intera giornata da dedicare al museo Ferrari, armati di taccuini per studiare e prendere molta ispirazione. Sarà un esperienza intensa che vi comunicherà un notevole bagaglio di bellezza, buon giro! Un breve assaggio di quel che vi aspetta a questo museo straordinario:
Apre le danze la 125 S, la prima Ferrari da gara con tanto di nome e marchio, non concessi sulla Auto Avio Costruzioni 815, la prima auto di Ferrari.
La compiutezza della calandra, la cura della presa d'aria sul musetto, la plasticità del paraurti con inglobata la gomma, i fari di posizione incassati, il parabrezza unico (nel 1950 erano ancora in due pezzi )...continuate voi a cercare altre raffinatezze stilistiche.
Di seguito provocatoriamente mettiamio la FXX K. Un'auto da gara dove non esiste una vite che sia a caccia di un ideale di lusso o signorilità. E' un mezzo tecnico su cui si applicano i più avanzati concetti scientifici. O forse no: è una Ferrari e cerca comunque il massimo della bellezza complessiva. Nella categoria delle auto da gara le due appendici aerodinamiche posteriori sono una raffinatezza ed una prova d'artista estrema. La vicinanza allo stile di un'auto non da corsa ingentilisce poi quelli che sono i contenuti brutali di quest'auto.
Nel 2000 oltre a tante delusioni sul mitico numero abbiamo dovuto constatare che le auto non volano, come si presupponeva per questa data negli anni '60. Ma l'aerodinamica di FXX K fa presagire ad un futuro che verrà in cui l'auto rimarrà fedele a se stessa e non all'aereo, sebbene troverà spazi di azione dove l'aerodinamica avrà una valenza importantissima, come si vede nei movimenti della fiancata. L'aerodinamica adattiva ad esempio aiuta in modo determinante frenate, tenuta in curva ed in un domani potrebbe addirittura far frenare un'auto ormai priva di controllo. Questi dispositivi saranno molto più presenti sulle auto di scarse prestazioni o elettriche che sulle supercar, vedrete.
Fanali di “LaFerrari” ed “Enzo”: studiarne evoluzione e differenze è affascinante, qui si può fare in un aura di straordinarietà che vi porterete addosso per giorni. Dopo questi due fanali tornate di corsa a confrontarli con quelli di J50.
La F2007 apre la fila alla installazione destinata alle F1 contemporanee, con tanto di motore e kers osservabili a parte.
La Dino 206 Berlinetta Competizione gialla di Paolo Martin per Pininfarina in scala 1:1.
Prototipo di J50: non l'abbiamo vista dal vivo quando ne abbiamo scritto ma qui ci consoliamo.
A nostro avviso uno dei pezzi forti: come è fatto il telaio della 458 e le parti del suo motore. Se vi portate gli attrezzi e riuscite ad unire i tutti i pezzi in due ore è vostra.
Angolo prototipazione , wow!
Clamorosa installazione delle glorie F1 di casa Ferrari
La 500 Superfast di Aldo Brovarone: solo un occhio al montante anteriore ad arco che si muove con tutta la dinamica del corpo vettura. L'antenna retrattile sul parafango stona un po', per il resto la coda è magistrale da ogni angolazione, il profilo laterale è perfetto, il muso stupendo ed ha una delle più riuscite calandre Ferrari. Gli interni sono eccelsi. Forse incarna un canone di Gt elegante che nessuno ha mai raggiunto. Non pochi i suoi 280 km/h tra l'altro.
Dimenticavamo, al museo dovete fare i bravi o potreste venir mangiati all'istante da LaFerrari. In quel caso non si accorgerà nessuno, ma guardate come ultima cosa i disegni di Manzoni a parete, sono bellissimi!
Alessandro Sammartini