Multe a Linate, commedia senza fine

Multe a Linate, commedia senza fine
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A settembre il Comune di Milano perdeva in tribunale. Anche il vicesindaco aveva ammesso che le multe a Linate sono illegali. Quanti sono i multati? Nel 2016 oltre 52 mila. E non è finita…
7 gennaio 2019

Se digitate “multe a Linate”  sul nostro sito, troverete ben 7 articoli che raccontano la saga della telecamera istallata nel 2016 all’ingresso della corsia riservata ai taxi, nella rampa di accesso all’aeroporto di Linate.
Telecamera attribuita a una fantasiosa richiesta di snellimento del traffico da parte dei tassisti. Giustificata con una irreale domanda di sicurezza da parte degli utenti. Più verosimilmente suggerita da interessi pecuniari, mai dichiarati ma certi, applicando nuove gabelle agli automobilisti.

E trovate anche quello che a settembre doveva essere l’epilogo della faccenda, ovvero la condanna chiarissima del Comune a soccombere e ad accettare la sentenza del giudice di secondo grado. Ovvero, che le multe fatte a Linate dalla telecamera (dal giorno della sua istallazione) per aver toccato la corsia gialla, e quelle fatte dai vigili di Milano per divieto di sosta dal 2013 in avanti, erano tutte viziate da illegalità. Infatti, non era più stato rinnovato l’accordo prefettizio col Comune di Segrate, scaduto nel 2013, e successivamente integrato dal direttore dell’Enac (ente nazionale aviazione civile) che però non aveva titolo per conferire a Milano il controllo del traffico nel territorio di Segrate (ove insiste l’aeroporto di Linate).

Contrariamente a quanto scritto in precedenza, abbiamo appreso che i legali del Comune avrebbero voluto fare appello in Cassazione per poi fare marcia indietro. Con tutta probabilità avrebbe portato ad un’ulteriore sconfitta, sia perché la sentenza appare granitica, sia perché lo stesso vicesindaco milanese ha ammesso che le contravvenzioni comminate dai ghisa meneghini sono illegali. Lo ha ammesso in un documento del quale siamo entrati in possesso. L’aspetto più paradossale della vicenda è che lo ha dichiarato davanti al prefetto di Milano il 31 maggio scorso.

Una riunione a maggio

Ecco cosa si erano detti a maggio, i sindaci di Milano e di Segrate di fronte al Prefetto, in una riunione alla quale hanno preso parte ben 14 funzionari. Il sindaco di Segrate esordisce osservando che: “Il protocollo sottoscritto nel 2012 non è più stato rinnovato e pertanto ritiene che il Comune di Milano non abbia titolo per esercitare in via esclusiva e unilaterale il controllo del traffico. Conferma che le telecamere per il controllo delle corsie riservate insistono nel territorio comunale di Segrate e quindi il relativo servizio deve essere gestito dal suo Comune”. 

Aggiunge poi che, se non verrà ripristinata la legalità, l’amministrazione adirà le vie legali. Chiede infine di conoscere il numero delle contravvenzioni elevate a Linate, negli ultimi anni, dai vigili di Milano. Il vicesindaco di Milano – a sorpresa – ammette che: “Un agente della polizia locale di Milano, in assenza di una convenzione che sia pienamente in vigore, non avrebbe il potere di elevare sanzioni per una violazione commessa nel territorio di competenza di Segrate, con conseguente invalidità/annullabilità della medesima”.

Aggiunge poi che in attesa di un futuro rinnovo della convenzione “Il Comune sospenderà le notifiche dei verbali emessi nel periodo antecedente ad oggi (ndr: 31 maggio 2018)”. Peccato che dopo questa dichiarazione il Comune abbia continuato a perseguire gli automobilisti multati, costringendoli ad ulteriori vie legali. Dunque, precisando quanto scritto inizialmente in questo articolo, è stato un cittadino che, avendo ricevuto ben 29 verbali, ciascuno per l’importo di 80 euro, si è visto costretto a ricorrere alla Cassazione, con conseguente aggravio di costi, per sperare di vedersi annullare una lunga serie di multe non regolari.

Viene da chiedersi perché il Comune, ancora oggi, dopo le dichiarazioni del vicesindaco di Milano (pubblicate sopra) del maggio 2018 e dopo la sentenza del settembre 2018, costringa ancora i cittadini multati dal 2016 al maggio 2018, a doversi dissanguare in spese legali per difendersi da un’accusa ingiusta e insostenibile.

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Cercate il movente

Ma non è finita. In questa vicenda - che appare sconcertante - manca ancora il movente. Forse lo si può trovare in un altro documento del quale siamo in possesso. Si tratta della risposta del comando di Milano alla richiesta del sindaco di Segrate di saperne di più sulle multe a Linate e sulla loro consistenza. Eccole.

Nel 2015, multe per semplice divieto di sosta: 12.890; multe rilevate dalla telecamera per transito su corsia riservata: 22.929 (da notare che la telecamera è stata attivata a metà dell’anno). 
Nel 2016, multe per divieto di sosta: 13.614; multe rilevate dalla telecamera: 52.670.
Nel 2017, multe per divieto di sosta: 9.119; multe rilevate dalla telecamera: 7.522.

Prima spiegazione: nel febbraio 2017, l’Enac faceva retromarcia, rispettava le sentenze dei giudici - che negavano all’ente la facoltà di assegnare in esclusiva a Milano il controllo delle telecamere - e sospendeva la relativa, precedente ordinanza. Da allora le telecamere sono rimaste spente. Non si è spenta, tuttavia, la fame di soldi, saziata solo dalle telecamere, delle quali Milano invoca ora la riattivazione.

Seconda spiegazione: la sanzione per divieto di sosta vale poco più di 40 euro. Quella per transito su corsia riservata vale il doppio (oggi è di 83 euro). E comporta anche perdita di punti e obbligo di segnalare i dati di chi era alla guida, col rischio di pagarne altri 290 se non lo si rispetta. In realtà, quest’ultima evenienza/dimenticanza è ben vista dai Comuni perché li solleva dal noioso compito di segnalare al ministero i dati della patente, mentre comporta un lauto incasso straordinario, del quale beneficiano abbondantemente le aziende che gestiscono/vendono telecamere e verbali.

Dopo aver letto la quantità di sanzioni elevate nel 2016, a pieno regime e col minimo di fatica, dal sistema automatico - e gli incassi che ne derivano - leggete infine la dichiarazione del vicesindaco di Milano alla riunione del 31 maggio: “Il Comune di Milano fornisce la maggioranza del personale (22 agenti più uno a piedi) per il servizio di polizia nell’area aeroportuale, sopportandone i relativi costi. Tale attività rappresenta comunque un onere per il Comune che non ha alcun interesse a trarre dei vantaggi economici dai proventi delle sanzioni”.

Ci permettiamo di dissentire. Tenuto conto che 52.000 multe nel 2016 equivalgono a 150 verbali al giorno (con punte anche di 200), e che tale performance è stata costante anche negli altri anni, risulta evidente che la telecamera così installata non esercitava proprio un’opera di prevenzione delle infrazioni. Per contro il suo “lavoro” non costa nulla, non richiede personale, è pronta a fare straordinari gratis anche di notte o nei festivi, non comporta pattuglie operative, né mezzi, né benzina.

Insomma, un “Fantozzi” elettronico, docile, efficiente, oltremodo produttivo. Facile allora rispondere a cosa serviva? A voi le conclusioni. Si accettano illazioni e ipotesi fantasiose, purché non veniate a dire che serviva…a fare sicurezza.

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