Motori termici, fine della storia? Non proprio, l'auto elettrica può aspettare

Motori termici, fine della storia? Non proprio, l'auto elettrica può aspettare
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Bosch sta sviluppando con convinzione una serie di future tecnologie capaci di rendere sempre più efficienti e prestazionali i tradizionali propulsori diesel e benzina
7 novembre 2014

I propulsori diesel e benzina hanno ancora una lunga vita davanti a sé, almeno fino al 2020 anche con le severe leggi anti inquinamento. L'impegno e il lavoro che i costruttori di auto e di accessori stanno svolgendo consentirà di migliorare l'efficienza di queste unità ed abbassare le emissioni e i consumi raggiungendo allo stesso tempo performance migliori.

 

In occasione dell'edizione 2014 di H2R, l'evento dedicato alla mobilità sostenibile e all'innovazione nell'automotive, è intervenuto a tal proposito l'Application Director di Bosch Diesel System, Francesco Monteamaro: «I motori a combustione interna e i diesel in particolare hanno ancora grandi potenziali di crescita e potranno soddisfare ampiamente le future norme sulle emissioni. Ma questi obiettivi potranno essere raggiunti solo nell'ambito di un sistema complessivo in cui i propulsori sono un sottosistema».

 

La strada verso la riduzione delle emissioni è passata attraverso i sistemi start & stop più semplici ma anche grazie a quelli più sofisticati, in grado addirittura di spengnere il motore al di sotto dei 20 km/h quando l'auto sta per fermarsi.

 

A breve si potrà contare anche sugli ultimi innovativi sistemi che Bosch ha realizzato. Uno di questi riguarda lo spegnimento del motore e la sua sconnessione dalla trasmissione in fase di rallentamento da 120 km/h a zero mentre l'altro, più sofisticato, si concentra sul cosiddetto motore “mini ibrido” a 48 Volt.

Il motore mini-hybrid e il sistema strong hybrid

Questa soluzione prevede la presenza nella trasmissione di un motore elettrico-generatore che svolge anche la funzione dell'avviamento. L'energia recuperata in frenata e in rallentamento a questo punto viene immagazzinata in un impianto separato con batterie a 48 Volt, con potenza sufficiente per completare una partenza in pura trazione elettrica e per una spinta addizionale quando richiesto, come di solito avviene durante un sorpasso.

 

Successivamente si potranno sfruttare, per le stesse funzioni, batterie di maggiore capacità che potranno essere ricaricate anche attraverso la rete elettrica. Si parlerà quindi di sistema strong hybrid. «Con queste ultime due configurazioni potremo ottenere anche dai modelli di segmento alto, come le berline da due tonnellate e i grandi SUV, emissioni in linea con i limiti che sono stati ipotizzati per il 2020, mentre il Boost Recuperation System a 48 Volt sarà sufficiente per i modelli medi, nella fascia da 1.330-1.400 kg e potenze attorno ai 170 CV».

Diesel sempre più efficienti in termini di prestazioni e consumi 

Monteamaro ha poi continuato concentrandosi sul futuro dei propulsori a gasolio: «Il lavoro di ottimizzazione riguarderà tutte le componenti, con turbine migliorate negli attriti delle parti volventi e una maggiore efficienza a carico parziale. Gli impianti Common rail lavoreranno a 2000 - 2500 bar, ma abbiamo anche la possibilità di salire a 3000 bar. E potremo soprattutto contare su strategie d'iniezione con digital rate shaping (DRS) per una diversa e più accurata serie di micro-iniezioni prima e dopo quella principale, così da ridurre consumi ed emissioni, ma anche per ottimizzare la rumorosità e le vibrazioni».

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