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Il padre della Mustang è morto: Lee Iacocca è scomparso a Los Angeles all'età di 94 anni. Di origini italiane, Iacocca fu presidente della Ford negli anni '70, e negli anni '80 assunse la carica di amministratore delegato della Chrysler, che salvò dal fallimento grazie al lancio della piattaforma K-car, da cui nacquero popolari monovolume e minivan.
Lido Anthony Iacocca - questo il suo vero nome - dopo la laurea e un master a Princeton entrò in Ford nel 1946, dove fu protagonista di una scalata vertiginosa verso la presidenza. Si devono a lui alcuni dei grandi successi della storia di Ford, come la Mustang e la Fiesta. Nel 1978 fu licenziato da Henry Ford II per via del flop della Pinto.
Dopo il divorzio da Ford, Iacocca passò alla Chrysler, all'epoca sull'orlo del fallimento, anche dopo la vendita della divisione europea del marchio a Peugeot. Iacocca nel 1983 lanciò sul mercato la Plymouth Voyager, il cui successo rilanciò l'azienda, creando de facto anche un nuovo segmento nel mercato.
Dopo la crescita dell'azienda, arrivarono anche le acquisizioni, come quella di Jeep e di Lamborghini, entrambe perfezionate nel 1987. Alcuni insuccessi, come la Chrysler Turbo Convertible by Maserati, portano la Chrysler ad una nuova crisi, e Iacocca lascia nel 1992. Negli anni successivi scrisse libri, ma si occupò anche di beneficenza, sostenendo la ricerca sul diabete, malattia che causò la morte della prima moglie.
FCA ha voluto mandare un messaggio di cordoglio per la morte di Iacocca: «L'azienda è addolorata per la scomparsa di Lee Iacocca. Ebbe un ruolo storico nel traghettare la Chrysler fuori dalla crisi, facendola diventare una realtà competitiiva. Iacocca è stato uno dei grandi leader della nostra azienda e del settore dell'auto in generale. Fu inoltre profondamente e instancabilmente impegnato come uomo d'affari e filantropo a livello nazionale», si legge nella nota diffusa dal gruppo.
«Lee ci instillò una mentalità che ci guida ancora oggi, caratterizzata dal duro lavoro, dall'impegno e dalla determinazione. Ci impegniamo ad assicurare che Chrysler - ora FCA - sia un'azienda esempio di dedizione e di rispetto, conosciuta per l'eccellenza nel proprio campo e per il suo contributo alla società. La sua eredità sono la resilienza e la fiducia inamovibile nel futuro che sopravvivono negli uomini e nelle donne di FCA, che si impegnano ogni giorno per essere all'altezza degli standard da lui imposti».