Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Circuito di Zeltweg, o – come viene chiamato oggi - Red Bull Ring. È domenica mattina e diluvia, tanto che hanno già rimandato (e poi annullato) la gara dell'Europeo di F3. Ma per i campioni del DTM non ci saranno scuse - e meno male -, tra poco toccherà di nuovo a loro. Incontriamo Edoardo Mortara, unico italiano in gara nel prestigioso campionato tedesco, nell'hospitality Audi. Edoardo si presenta con un sorriso cordiale e due grandi occhi azzurri, ma guai a farsi ingannare dalle apparenze: in pista non molla un centimetro e bastano pochi minuti di conversazione per capire di avere di fronte un pilota totalmente concentrato sul suo obiettivo, dentro e fuori l'abitacolo.
In fondo è sempre stato così e per capirlo basta ripercorrere il suo curriculum: a 19 anni debutta nella combattutissima F. Renault italiana risultato subito il miglior debuttante e nei due anni successivi è protagonista in F3. Di nuovo miglior debuttante con due vittorie al primo anno, chiude 2° in campionato l'anno successivo. Poi, siamo al 2008, l'ingresso nella GP2 Asia, che chiude al 3° posto, anticamera della stagione 2009 in GP2 dove coglie una vittoria.
A quel punto la decisione, per molti versi coraggiosa, di fare un passo indietro: a fine 2009 sale nuovamente su una F3 per correre a Macau, una sorta di mondiale di F3 in prova unica, che già aveva concluso al 2° posto l'anno prima. Stavolta il successo non gli sfugge. Ormai è uno specialista del difficilissimo tracciato dell'ex colonia britannica, tanto da trionfare nuovamente l'anno dopo ancora in F3 e anche nel 2011 e 2012 nella gara riservata alle GT, con un'Audi R8.
Sì perchè Mortara nel frattempo è diventato un pilota ufficiale Audi a tutti gli effetti: il debutto nel difficilissimo DTM risale al 2011, con una vittoria già a metà campionato. Il resto, come si dice, è storia recente. Anche la sua impresa del giorno precedente alla nostra intervista, quando ha trionfato nella gara del sabato ribadendo così di essere tra i pretendenti alla vittoria finale in campionato. Ed è proprio dall'impresa del giorno prima che inizia la nostra intervista.
Ora come giudichi le tue possibilità per il campionato?
«È vero, il distacco dal primo in classifica non è così grande, ma l'importante è fare sempre del proprio meglio, poi a fine campionato vedremo fin dove saremo riusciti ad arrivare».
Il livello è altissimo, probabilmente anche più alto rispetto alla F1, dove i primi 7-8 piloti sono veramente forti, con veri fenomeni come Hamilton, Alonso o Vettel, ma dall'8° in poi sono piloti paganti e a mio parere non c'è il meglio del meglio
Ormai sei tra i migliori speciali di una categoria in cui hanno avuto grande difficoltà ad emergere ex campioni di F1, ma anche molti giovani arrivati con un ottimo curriculum nelle formule minori. Cosa rende così difficile il DTM?
«Il livello è altissimo, probabilmente anche più alto rispetto alla F1, dove i primi 7-8 piloti sono veramente forti, con veri fenomeni come Hamilton, Alonso o Vettel, ma dall'8° in poi sono piloti paganti e a mio parere non c'è il meglio del meglio. Nel DTM invece siamo tutti piloti professionisti che hanno dimostrato di essere competitivi in tutte le categorie in cui hanno corso prima di arrivare qui. Se guardiamo al passato dei piloti impegnati nel DTM troviamo un palmarès complessivo impressionante».
Quest'anno la categoria si è anche profondamente rinnovata, con il passaggio alla gara doppia, una al sabato e una alla domenica, con qualifiche distinte. Preferisci il nuovo o il vecchio format di gara?
«É molto meglio il nuovo: di fatto sono due piccoli week end di gara in uno. Prima doveva andare tutto perfettamente dall'inizio alla fine: bastava un piccolo errore o un po' di sfortuna per compromettere il risultato, mentre ora anche se hai avuto un problema al sabato, la domenica si riparte da zero e si ha subito un'altra possibilità. Anche a livello di campionato credo sia una bella novità, perché il migliore si vede sempre alla fine, ma con più gare a mio parere chi conquisterà il titolo avrà anche più merito».
Da diversi anni ormai sei un pilota ufficiale Audi: pensi mai all'opportunità di correre nel WEC?
«Non ritengo che il DTM sia inferiore al WEC, anzi credo che vincere nel DTM sia anche più difficile rispetto a trionfare a Le Mans. La verità è che sono semplicemente due cose diverse e in Audi i due programmi sono considerati circa allo stesso livello. Certo nel WEC c'è più tecnologia, ma le gare del DTM, con la loro formula sprint e il livello altissimo, per me sono più "racing"».
Sabato hai trionfato con il sole, ma in questo momento sta diluviando e tra poco scenderai in pista per le qualifiche della domenica e quindi per la gara di oggi pomeriggio. La domanda viene spontanea: preferisci correre sull'asciutto o sul bagnato?
«Per me è uguale: in passato ho dimostrato di essere competitivo sia sull'asciutto sia con il fondo bagnato. Certo, visto quanto andavamo forte ieri con il bel tempo, forse avrei preferito un'altra giornata di sole, ma in fondo siamo tutti nelle stesse condizioni».
Per la cronaca, poche ore dopo la nostra intervista Mortara disputerà sotto il diluvio l'ennesima gara da incorniciare, concludendo al 3° posto dopo una bella rimonta dalla 6ª posizione iniziale.