Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
MONZA - Il ‘Monza Rally Show 2019’ ha avuto un apripista d’eccezione: Alberto Cona, Campione Italiano Drifting 2019.
Quest’anno il 33enne di San Pietro in Cariano, in Valpolicella a 14 chilometri da Verona, ha trionfato nella serie nazionale al volante di una BMW M3 Turbo da 840 CV, preparata dalla HP Garage di Manuel Vacca.
Questo weekend si è invece calato nell’abitacolo di una sgargiante BMW con motore Corvette da 620 CV del Peletto Racing Team: “Prima di tutto voglio ringraziare Stefano Peletto, che mi ha dato questa opportunità invitandomi assieme a Claudio Marenco e Davide Valsecchi. Mi sono molto divertito”, racconta Alberto ai nostri microfoni, il giorno dopo l’evento monzese.
La vettura di Alberto Cona aveva il numero ‘00’. È stato lui infatti ad aprire ogni Prova Speciale del ‘Monza Rally Show’, fino all’imprevisto di sabato sera: “Sì, ero in pratica il primo a partire ad ogni prova. Eravamo in due a fare gli apripista: io e Claudio Marenco, che mi seguiva con una Mitsubishi numero ‘0’. Poi sabato ho avuto un guasto alla frizione: è finita prima delle gomme! (scherza Cona n.d.r.).
Durante la ‘ricognizione’ dell’ultima prova sentivo il motore andare su di giri ma la frizione slittava. Sono riuscito a riportare la macchina ai box, ma purtroppo non è stato possibile ripararla”. Così domenica Cona ha aperto le ultime due Speciali con una più sobria Ford Fiesta RS stradale del ‘team principal’ Stefano Peletto: “Logicamente non ho fatto drift con quella...”, precisa subito Alberto, ridendo.
Com'è ‘driftare’ a Monza?
“Non è stato facile. Di solito le gare di drifting si svolgono su piste preparate ad hoc e soprattutto sono brevi. In più quando corro sono solo in abitacolo. Invece qui a Monza ho avuto anche io un navigatore come tutti i rallisty: Daiana Ramacciotti. È stata importante perché oltre alle curve mi diceva quando a bordo pista c’erano i tifosi...”.
Cosa c'entrano i tifosi?!
“Sì. A ogni uscita mi sono fatto prendere dalla voglia di ‘driftare’ a tutta velocità, per esempio alle Lesmo o all’Ascari, dove si toccavano i 160-170 km/h. Così facendo però rischiavo di finire le gomme. Allora Daiana mi avvisava quando 'darci dentro' nei punti con più pubblico. Peccato però che erano anche quelli meno idonei al drifting, perché lenti, pieni di tornantini”.
Che modifiche hai dovuto effettuare all’auto per far divertire gli spettatori?
“Non avendo la mia esibizione una valenza agonistica l’assetto non l’ho toccato. Siamo invece intervenuti sulle gomme. Mentre nel Campionato Italiano Drifting uso coperture molto larghe e semi slick con 0.8-0.9 di pressione, questo fine settimana avevo degli pneumatici stradali da 2.25 gonfiati con 2,5 bar. L’auto così poteva scivolare, facendo fumo, a basse velocità. In realtà per ‘driftare’ la velocità dev’essere superiore rispetto alle medie delle curve del 'Monza Rally Show'”.
Obiettivi per il 2020?
“Con Peletto tornerò in azione al Lingotto Fiere di Torino in occasione di Automotoretrò e Automotoracing. Parteciperò poi al Campionato Italiano Drifting, l’ufficiale ACI organizzato da Emanuele Festival. Nel 2020 ci saranno molti piloti provenienti dalla Pro2 (Cona è campione della categoria Pro n.d.r.). Inoltre ho fatto l’iscrizione al Drift Masters European Championship. Però lì è l’organizzatore che sceglie i partecipanti in base al loro valore. A breve saprò se sarò stato selezionato. Al DMEC c’è gente che viaggia veramente forte e arriva un po’ da tutto il mondo. Come James Deane, il Campione Formula Drift degli ultimi 3 anni. Sarebbe bello sfidarlo”.
Come mai quest’anno non hai partecipato al Mondiale di Tokyo?
“Ero stato chiamato, ma si teneva a novembre. In quel momento stavo battagliando per il Campionato Italiano e non volevo perdere l’occasione di vincere”. Cosa che poi si è verificata.