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È stato il protagonista della serata monzese che ha visto consegnare oltre centodieci premi a campioni nazionali e rappresentanti del Motorsport tricolore, il presidente ACI. Atteso non solo per le fitte operazioni di rito, ma anche per le sue dichiarazioni in merito al futuro della gestione dell’Autodromo Nazionale che vede ACI tra i maggiori attori coinvolti. Erano presenti in molti ieri sera nella palazzina servizi sopra i box, non solo dal mondo sportivo ma anche da quello istituzionale e politico locale, tra i quali anche il sindaco monzese, Allevi, ma non il presidente della regione Lombardia, ente anch’esso in prima fila nella articolata e costosa gestione di Parco Reale e SIAS, ovvero la società che operativamente ha “in mano” l’Autodromo, a sua volta inserito nel polmone verde con annessa Villa piermariniana.
Dopo una quasi vergognosa per quanto chiacchierata e lunga, fase di rinnovo contratto per il GP Italia di F1 a Monza, fatto con la Federazione guidata da Ecclestone, ora quanto già faticosamente messo o meglio predisposto, potrebbe non bastare a tenere vivo il GP nazionale anche per gli anni futuri, quelli del prossimo decennio. Ancora una volta il Tempio della Velocità è al centro di dispute più politiche che sportive, dispute che si chiudono a Roma, dove nel frattempo ci si prepara ad assaporare la prima della F.E in Italia.
In occasione della premiazione nazionale di Monza il presidente Sticchi parla all'unisono con il referente ACI Milano Ivan Capelli, per poi incalzare da solo verso la politica. È l'ennesima volta purtroppo che Monza e il suo GP, ma meglio dire parte dell’Italia automobilistica in questo caso, vi devono dipendere. “Noi andiamo avanti seriamente, ma non si tocchi l’ACI e i suoi bilanci” dice in sostanza il presidente Sticchi. “Useremo le nostre casse e i ricavi del PRA per mantenere gli impegni, se rimangono le condizioni dette al tempo, viceversa è troppo dura, con gli interlocutori di lingua inglese; senza i supporti del caso diremo forse di averci provato.. Senza riuscire”. È la prima volta da queste sale, dove molto spesso negli ultimi anni si sentiva solo spronare allo sforzo sorridendo, per un obiettivo comune (il GP Italia di F1 da non perdere) che qualcuno grida all’allarme vero. “Liberty Media non ha gli stessi equilibri e metri di misura di Bernie – proseguono dal palco delle premiazioni ACI - e noi senza diretta Rai visibile a tutti perdiamo inoltre molta attrattività, per cui è davvero dura pensando anche al centenario del 2022, con certi lavori di ristrutturazione da mettere in opera”.
Il grido, educato e composto ma forte e soprattutto inedito, a questi livelli, è quello di non avere intralci da normative (di Bilancio e non solo) che mettano in dubbio quanto invece favorito dalle precedenti in vigore nei confronti di un ente come l’Automobile Club d’Italia. Ente che non deve certo solo sostenere il GP Italia a Monza ma anche il motorismo sportivo e quello generale, con molte sue attività e società secondarie a loro volta potenzialmente intaccate dalle nuove norme, in termini di limiti e imposizioni.
Dovremo aspettarci ancora, come in passato, un evolversi del Tempio Velocità (già in questi anni passato in mano più ad ACI e Regione Lombardia che a figure locali) in base a dinamiche molto politiche, se non del tutto; in parole povere quelle di cui si discute sono concernenti finanziamenti e condizioni fiscali, operative, che magari verranno in qualche modo rimesse a dormir sonni tranquilli, visto che nessuno sta toccando a ora la libertà o gli incassi dell’ACI stessa. Un peccato per i puristi dello sport e del libero mercato, perché con le elezioni certo si strumentalizzerà un po’ la cosa, ma tant'è. Attendiamo colori e mosse del nuovo governo, certo non indifferente alle questioni di fiscalità e regolamentazione che tocchino ACI (68 i milioni messi in ballo per il GP Italia fino al 2019) con un calendario eventi monzesi 2018 che, intanto, non è ancora ufficializzato, GP F1 e Rally Show a parte.