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Bikernieki, Lettonia, 17 Settembre. Dopo Petter Solberg, due volte, e Mattias Ekstrom, una, Johan Kristoffersson è Campione del Mondo Rallycross per il 2017, Titolo conquistato con ben due Prove d’anticipo sulla chiusura del calendario che prevede ancora le date di Germania, 29 Settembre, e Sud Africa, 10 di Novembre. Stagione esplosiva e travolgente, quindi, strabiliante come forse non lo erano state le precedenti del giovane Mondiale WRC re-inventato da IMG, Promoter, con il “placet” di Monster Energy, Main Sponsor. Kristoffersson, in passato “solo” un Pilota molto regolare e “consistent”, è diventato un autore d’eccezione, capace di fulminare avversari, gare e stagione con un’autorità mai vista prima. Non c’è da stupirsi troppo, in ogni caso, perché il Rallycross moderno è una fucina di record e di exploit, umani, tecnici e spettacolari.
Kristoffersson, ventottenne svedese di Arvika, aveva già vinto in pista, Superstar Series, Campionato Touring e Porsche Carrera in Scandinavia, ed è un assiduo del Rallycross dal 2013, anno del debutto nell’Europeo. Quindicesimo nella stagione dell’esordio Mondiale, terzo nel 2015 con una vittoria al Tempio di Loehac, e vice Campione lo scorso anno alle spalle di Ekstrom con un successo in Portogallo, quest’anno Kristoffersson ha fatto il grande salto di qualità unendo le esperienze maturate in seno al Team Volkswagen svedese, l’ex team di “Famiglia”, con la carriera del Bi-Campione del Mondo Solberg. Entrambi alla guida delle Polo GTI Supercar preparate con la benedizione di Hannover (e qui c’è lo zampino di Jost Capito di cui si erano perse le tracce), i Piloti del Team PSRX Volkswagen Sweden hanno dominato in lungo e in largo la stagione. Dopo le tre vittorie iniziali del Campione del Mondo in carica, Mattias Ekstrom, Kristoffersson e Solberg hanno ottenuto complessivamente sette vittorie sulle dieci gare disputate. In particolare Kristoffersson ha vinto la quarta Gara in Belgio e, consecutivamente, le ultime cinque disputate in Norvegia, Svezia, Canada, Francia e, ora, Lettonia. Kristoffersson, che ha collezionato 271 punti, non è più raggiungibile, nemmeno dal compagno di Squadra che, secondo nella graduatoria, ne conta appena 209. Ecco uno dei perché di una stagione travolgente per il Pilota e per il Team, anch’esso largamente in testa e ormai definitivamente inattaccabile.
Giusto così, il “Gran Prix” del Rallycross di Lettonia è stato l’ennesima passerella trionfale di Kristoffersson e delle Polo GTI. Primo già all’intermedio delle qualifiche, con due vittorie sulle quattro manche disputate tra sabato e domenica, lo svedese aveva preceduto Loeb e Ekstrom, di fatto confermando la gerarchia più attuale del Mondiale della specialità. In semifinale Kristoffersson aveva battuto Ekstrom e Bakkerud ed eliminato Gronholm, Timmy Hansen e Nitiss. Dall’altra parte del “tabellone”, Loeb aveva avuto ragione di Muller e Baumanis e costretto allo scarto Kevin Hansen, il redivivo “Topi” Heikkinen e sua ex-maestà Petter Solberg, fermato da una “Sportellata” nella quale aveva avuto la peggio (frattura di una clavicola) .
La finalissima lettone, che lo scorso anno aveva salutato la prima vittoria WRX di Sébastien Loeb, era dunque carica di “citazioni”. Kristoffersson contro Loeb contro Ekstrom, ognuno con un buon motivo per riproporre la propria candidatura al primo gradino del podio.
Ma non era napoletanamente cosa, ed è chiaro che dopo quattro successi consecutivi Kristoffersson aveva nelle corde la chiusura perfetta della pratica. Così, al termine di un’esecuzione da manuale, il ventottenne figlio d’arte dell’orgoglioso Tommy vinceva ancora davanti ai pur bravi avversari, senza concedere spazi. Non c’è da stupirsi, Loeb veniva “fatto fuori” subito dopo la partenza, neutralizzato proprio da Ekstrom che lo spingeva fuori pista, e quest’ultimo aveva comunque perso l’attimo favorevole destinandosi anzitempo all’abdicazione. Soprattutto, tuttavia, il Recordman della stagione era pronto per la scena di teatrale delirio che caratterizza ogni vittoria del nuovo Rallycross e che aveva già provato, quest’anno, cinque volte. Figuriamoci se non gli veniva bene nell’interpretazione imperdibile che lo consacra Campione del Mondo!