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Trois Rivières, 7 Agosto. Unico circuito cittadino del Mondiale Rallycross, anche se cittadino non è la definizione esattissima, il tracciato di Trois Rivières è il tempio canadese del Rallycross. 1350 metri di circuito, 60 per cento asfalto, quaranta terra, e cento per cento pubblico e spettacolo, a Trois Rivières bisogna stare attenti a tutto, e diffidare. Diffidare di chi è partito in sordina, per esempio, perché poi succede che non era indietro con lo sviluppo della macchina, come la perfidia degli invidiosi tentava di insinuare, ma aveva soltanto da metterla a registro per le difficoltà di quella pista. E diffidare delle trappole, naturalmente, e in questo caso basta pensare alla pioggia al termine di un week end di sole e alla delicatezza di quella variante del Joker Lap, in pratica una proiezione allargata della curva a gomito, che sembra una chicane ma è molto di più, che va presa di slancio, con l’accortezza di non arrivare troppo lunghi ma già ben impostati, se si vuole uscirne con il tempone e non rischiare di rovinare tutto.
«1350 metri di circuito, 60 per cento asfalto, quaranta terra, e cento per cento pubblico e spettacolo, a Trois Rivières bisogna stare attenti a tutto, e diffidare»
L’inizio del week end non lascia spazio ai dubbi. Sembra proprio che sia arrivato il momento del ritorno di Petter Solberg, il bi-Campione del Mondo a digiuno dal Rallycross inaugurale della stagione, in Portogallo. Il norvegese ha vinto le prime due manche di qualificazione, e dopo aver perso la terza, appannaggio del redivivo Kristoffersson e sprecata in una “toccata” senza tanti complimenti con l’altro redivivo ed ex Campione Europeo Timur Timerzyanov, finalmente vince anche l’ultima. Strano andamento della prima parte della tappa canadese del Mondiale. Alla straordinaria efficienza di Solberg fa da contraltare l’evanescenza dei protagonisti della prima parte della stagione, e degli interpreti migliori di… default. Ekstrom e Bakkerud, infatti, faticano a trovare la strada di una corsa soddisfacente e accusano ritardi a tratti allarmanti. Il debuttante Loeb, con la prima Peugeot, altalena exploit e prove meno chiare e finisce quinto al termine delle heat di qualificazione. Della seconda Peugeot, quella di Timmy Hansen, infine, solo un’ombra lontana al decimo posto. Imbarazzante, soprattutto se si pensa che un anno fa, proprio a Trois Rivières, la vittoria di Davy Jeanney aveva “svelato” al mondo del Rallycross l’intero potenziale delle 208 WRX.
Con le semifinali cambiano un po' di cose. La prima promuove a pieni voti Solberg, confermandone il grande, ritrovato potenziale, e un po’ a sorpresa Kristoffersson e Marklund. I “bocciati” sono Loeb, un Ken Block davvero in forma, e il figlio d’arte Niclas Gronholm, che comunque ha tempo per seguire le orme del padre. L’altra semifinale rilancia Bakkerud, vincitore degli ultimi due Rallycross Mondiali in Norvegia e Svezia e, in un primo momento, Timerzyanov e un “Topi” Heikkinen fin lì un po’ troppo trasparente. Ma al russo arriva, poco dopo, la bandiera nera per aver danneggiato Heikkinen nell’ultima curva della semifinale, e al suo posto in finale viene spedito, guarda un po’, Timmy Hansen. La vera sorpresa, tuttavia, è l’eliminazione di Ekstrom, che aveva vinto in Germania, Belgio e Inghilterra, ed era il leader della provvisoria del Mondiale, per una foratura. Bravi tutti, ma Solberg più… di tutti, e la finale che ci si aspetta sembra non poter essere altro che l’autografo del norvegese sulla data Mondiale che ha già così fortemente caratterizzato.
«Ma poi la finale arriva davvero, la finalissima con cui il Rallycross tira fuori dal cilindro un altro thriller dall’epilogo incandescente, quasi un colpo di scena»
Ma poi la finale arriva davvero, la finalissima con cui il Rallycross tira fuori dal cilindro un altro thriller dall’epilogo incandescente, quasi un colpo di scena. Poco prima del via si mette a piovere, Heikkinen si sveglia al semaforo e vola, Bakkerud stringe Solberg. Kristoffersson prende al volo il terzo posto. Ma è solo l’inizio. La scelta delle gomme e le condizioni meteo influenzano l’andamento della corsa, ma è soprattutto la perfetta esecuzione e la strategia del Joker Lap che rilanciano le aspirazioni del giovane Hansen. Impeccabile sul lancio e perfetto sull’esecuzione, ma soprattutto perfettamente a suo agio sul viscido, Hansen riesce a piegare la resistenza di Bakkerud e va a vincere per distacco. Dall’uscita di scena alla vittoria, quasi troppo per l’incontenibile Pilota svedese che riporta al successo in Canada la Peugeot 208 WRX. Sul podio anche Bakkerud e Kristofferson.
Morale. Timmy Hansen è un autentico fuoriclasse, in certe condizioni imbattibile, e il Team Peugeot-Hansen, nelle mani di suo Padre Kenneth e con un Loeb che cercherà in tutti i modi di “concretizzare” già al suo primo anno di Rallycross, può tornare, come già lo scorso anno, ad essere la “bestia nera” del “girone di ritorno” del Mondiale. Nel frattempo, tuttavia, la leadership viene raccolta, un po’ fortunosamente ma con pieno merito, da Petter Solberg, che realizza il fatto in ospedale, dove è andato per un check dopo la sportellata con Marklund. Il norvegese scavalca Ekstrom, si porta a 161 punti, contro i 157 dello svedese, e si installa in una posizione assai più adatta per sfoderare il “leggendario” sorriso di “Hollywood”.